Il Volano: Brenta ferrarese

Scritto da  Sergio Raimondi

Il Po di Volano visto attraverso l'obiettivo di Paolo Zappaterra.Nuove ipotesi e proposte per uno sviluppo del diportismo turistico nella provincia di Ferrara.

La vigilia che si sta vivendo in attesa del terzo millennio per noi ferraresi dovrebbe essere di stimolo, fra altre cose, a considerare finalmente il turismo come una delle componenti decisive per il rilancio della non troppo florida situazione economica della provincia. È quindi necessaria una profonda riflessione critica sulle esperienze finora maturate.
Ferrara, pur rappresentando un esempio invidiabile tra tutte le città d'arte, è ancora molto lontana dall'equilibrare le risorse investite con pari rientri turistico-economici.

 


Il turismo sulla costa ferrarese non ha sostanzialmente rappresentato in tutti questi anni una decisiva risposta ai tanti problemi socio-economici del nostro bacino costiero. La provincia ferrarese non ha mai inteso utilizzare adeguatamente le invidiabili ricchezze naturali e ambientali sparse un po' dovunque sul suo territorio (lungo il Po e gli altri fiumi, nonché lungo la fascia litoranea) unitamente al notevole patrimonio storico-monumentale.

 

Ora, anche dopo aver appreso che tra Mantova, Cremona e Venezia è stato definito un interessantissimo programma di turismo internazionale teso a inserire il Po tra i grandi circuiti europei ed extraeuropei, occorre considerare che questo fiume, ma non solo questo, ha tutte le condizioni per essere utilizzato sotto l'aspetto mercantile così come sotto quello turistico, che qui più ci interessa. Questo vale per il Po e per tutti i rami del suo delta, non escluso tra essi il Po di Volano che, nascendo dal Po Grande non lontano da Ferrara, lo accompagna con un percorso parallelo, non molto distante, fino al mare.

 

Il Po di Volano visto attraverso l'obiettivo di Paolo Zappaterra.Il Volano ha una storia millenaria, che lo fa essere presente in queste nostre terre prima del Po Grande; lungo il suo asse si sono attivate le prime comunità locali, i primi commerci, i primi tentativi di bonifica idraulica e agraria. Non va poi trascurato che lungo il Volano si sono prefigurati, in tempi successivi, importanti scenari politico-strategici della presenza bizantina-ravennate prima ed estense poi: gli uni e gli altri furono consapevoli del fatto che queste terre, instabili sul piano idrogeologico, erano importantissime perché, per il loro tramite, si poteva controllare tutto il traffico commerciale tra l'Oriente, l'Italia del Nord e il Sud-est europeo.

Ma se fu importante in tempi lontani, il Volano può tornare a esserlo anche oggi, se si saprà valorizzarlo come asse portante di alcuni itinerari turistici integrativi rispetto a quelli già sperimentati nel Ferrarese: utilizzandolo cioè per esplorare un territorio per lo più ignorato e il patrimonio storico-monumentale non a caso sviluppatosi lungo il suo bacino.

Lungo il suo corso restano segni molto importanti e significativi: negli usi e costumi delle genti; nelle loro tradizioni popolari e gastronomiche; nei toponimi; nell'architettura insediativa urbana e rurale; negli assetti agrario-produttivi dei terreni (in nulla modificati rispetto a venti secoli fa!); nelle preziosità filologiche che la gente si porta dietro senza saperlo; nelle secolari sofferenze socio-economiche, mai totalmente superate nella storia, lunga millenni, della "bassa" ferrarese. Il Po di Volano, novello "Brenta ferrarese", nel suo percorso dal Po di Ferrara al mare, può offrire da subito due itinerari turistici laddove, scendendo nella Conca di Valpagliaro, si porta a Migliarino-Fiscaglia per poi biforcarsi nel ramo che prosegue per Massafiscaglia-Codigoro-Pomposa-mare, oppure utilizzando il Canale Navigabile, prosegue da Fiscaglia per Ostellato-Comacchio-Portogaribaldi (l'antica Magnavacca)-mare.

 

Il Po di Volano visto attraverso l'obiettivo di Paolo Zappaterra.Così accadrà che, imbarcandosi a San Giorgio di Ferrara e attraccando poco dopo al Ponte Prinella, si potrà facilmente raggiungere Voghiera-Voghenza, dove sorge la medievale "delizia" estense del Castello di Belriguardo e dove si possono visitare l'antica necropoli romana e le ville Massari-Ricasoli e Mazza (mentre nella vicina Gambulaga potrà essere visitata la cinquecentesca villa-castello del Verginese).

Proseguendo il corso del fiume, poco prima della Conca di Valpagliaro, si sbarca a Sabbioncello San Vittore, sull'argine sinistro, dove sorge la quattrocentesca villa detta "della Mensa" e da dove, in territorio copparese, si può arrivare alle preziosissima chiesetta romanica di San Venanzio e poi alla antica Villa di Zenzalino e al maestoso Torrione, reperto della delizia estense fatta costruire in Copparo da Ercole II nel 1540. Una puntatina nel vicino comune di Ro permetterebbe di visitare le ville Saracco-Riminaldi, Malagoli-Recchi, Rivani-Farolfi ("La belcamina"), Scutellari, Buzzoni, Conforti, oltre a quelle chiamate "II Collegio" e "Il Palazzone".

Tra parentesi, va detto che le tante ville padronali, le tante chiese con le relative torri campanarie, i  non pochi palazzi nobili, quando non i veri castelli, le idrovore e le chiaviche (tanto antiche, quanto ancora oggi funzionanti), le diverse torri costruite per essere guardia o dogana nei secoli passati, coincidono il più delle volte con l'insediamento nelle terre via via bonificate di famiglie tra le più importanti della Ferrara medievale e rinascimentale, oppure di famiglie non ferraresi, legate alla corte estense o, più tardi, a quella papalina.

Apparteneva al primo gruppo la famiglia Pio da Carpi, amministratrice fiduciaria degli Estensi in alcuni territori del Ducato, proprietaria del palazzo Pio, del secolo XV, che sorge alla periferia di Tresigallo, a pochi chilometri dall'attracco di Final di Rero. Il successivo attracco, dopo dieci chilometri di fiume, permette lo sbarco a Massafiscaglia, dove è possibile visitare il Santuario della Madonna della Corba (fedele alla sua struttura quattrocentesca, anche se più volte restaurato), il Palazzo del Vescovo e la quattrocentesca Torre di Tieni, avamposto di controllo militare nel sistema difensivo degli Estensi.

 

Il Po di Volano visto attraverso l'obiettivo di Paolo Zappaterra.La successiva tappa è Migliarino, con la maestosa Villa dei Forti (nel parco nel quale sorge l'ottocentesca Torre Pavanelli), poi le ville Campanati, Canella, Bottoni, Fiori; a pochi chilometri dalla cittadina sorge la Pieve di Fiscaglia, le cui origini risalgono al 1187 e della quale - tra l'altro - l'Ariosto fu priore nel 1511. A venti minuti di navigazione si incontra Migliaro, un tempo vero e proprio centro d'arte estense, che oggi può offrire al turista solo il settecentesco palazzo Boccaccini, oltre al Palazzo Rosso, che nel Cinquecento ospitava la Pretura «per la minuta e piccola giustizia» e l'odierna Giostra, con la sua forma ottagonale, che si suppone fosse la chiesa di un convento dedicato a San Gaetano. Interessante poi, nella zona, il Palazzo Gallare, che fu edificato nel primo ottocento, durante i lavori della grande bonifica.

Con la biforcazione del Volano a Fiscaglia, un ramo artificiale procede per Ostellato, nel cui territorio sorge, tra l'altro, la medievale Pieve di San Vito (XIII secolo), oltre alle ville Dal Buono e Tassoni, un tempo proprietà degli Estensi, dove Lucrezia Borgia ospitò l'amico poeta Pietro Bembo. In Ostellato è altresì possibile visitare il Museo di Storia Naturale del Delta, mentre a pochi chilometri si può ammirare l'oasi naturalistica delle "Vallette". Il Canale navigabile permette poi di raggiungere Comacchio e Portogaribaldi con i suoi lidi, un'area dove l'offerta turistica è notoriamente arricchita dai tanti monumenti storici della città lagunare, dalle sue valli millenarie, dalle ex saline, dai lidi e dalla zona archeologica di Spina.

Il ramo nord del fiume porta, invece, da Fiscaglia al Lido di Volano, attraversando Codigoro, l'antica Domus Dominicata dell'abate di Pomposa, nel cui territorio sono da visitare l'antico Palazzo del vescovo, la Tagliata - casino di caccia degli estensi - e la ex chiesa dei frati minimi (XVI secolo). Da visitare ancora la Garzaia, ex zona industriale trasformatasi, spontaneamente, in un ideale habitat per la nidificazione di rarissime specie ornitologiche, tra le quali l'airone rosso.

Nel territorio si possono visitare due monumentali impianti idrovori datati 1873 e 1910, oltre alla Chiavica dell'Agrifoglio, costruita nel XVI secolo, in occasione dei lavori di bonifica voluti da Alfonso II; interessantissime, poi, le valli Cannevié e di Porticino, la Peschiera e lo Scannone di Volano, oltre che la torre di guardia (XVII secolo), innalzata a difesa del porto costiero del tempo.
A pochi chilometri da Codigoro sorge anche, come si sa, l'antichissima Abbazia di Pomposa (VI-VIII secolo), con il vicino Gran Bosco e il Castello della Mesola, ultima "delizia", questa, dell'estremo territorio del Ducato estense ed ultima delizia della nostra passeggiata turistica sul Volano.