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Il Sant’Anna La storia dell'ospedale e il sostegno economico di Cassa e Fondazione In un numero unico della rivista "Vere Novo..." del maggio-giugno 1910 edita in ben 40.000 copie in occasione della visita a Ferrara del re Vittorio Emanale III, si citavano tre avvenimenti importanti per la nostra città: l'inaugurazione del nuovo stabilimento idrovoro di Codigoro, il nuovo Palazzo della Cassa di Risparmio di Ferrara e la posa della prima pietra del nuovo ospedale. Nell'ampio articolo si descrivono le linee operative della Cassa per l'economia ferrarese e il sostegno alle principali iniziative culturali e benefiche.
Sulle tavole del mondo Il Castello Estense nelle ceramiche inglesi di Wedgwood La ceramica è conosciuta fin dall'antichità e molti popoli ne hanno fatto uso, primi fra tutti i cinesi, per questa ragione è possibile trovare vari manufatti fossili nei luoghi più disparati. I primi manufatti sono del Neolitico, e si compongono di vasellame cotto direttamente sul fuoco. I manufatti considerati più antichi risalirebbero al XI millennio a.C. e sono stati ritrovati in Kyushu, Giappone.

Il Sant’Anna

Scritto da  Alfredo Santini

La storia dell'ospedale e il sostegno economico di Cassa e Fondazione"Vere Novo..."

In un numero unico della rivista "Vere Novo..." del maggio-giugno 1910 edita in ben 40.000 copie in occasione della visita a Ferrara del re Vittorio Emanale III, si citavano tre avvenimenti importanti per la nostra città: l'inaugurazione del nuovo stabilimento idrovoro di Codigoro, il nuovo Palazzo della Cassa di Risparmio di Ferrara e la posa della prima pietra del nuovo ospedale. Nell'ampio articolo si descrivono le linee operative della Cassa per l'economia ferrarese e il sostegno alle principali iniziative culturali e benefiche.

Occorre tenere presente che lo Statuto di allora prevedeva una percentuale fissa degli utili di bilancio a favore di Congregazioni di carità, asili infantili, orfanotrofi, case di ricovero, scuole serali, etc.; il Consiglio poteva anche sostenere iniziative di generale interesse. La storia del Sant'Anna è nota. Chi per primo pensò ad un grande ospedale in cui gli ammalati potessero trovare conforto fisico e morale fu il beato Tavelli da Tossignano, vescovo di Ferrara dal 1431 al 1446, che si battè per una "chiesa viva fra uomini vivi". La bolla pontificia con la quale papa Eugenio IV dà l'incarico al vescovo è dell'ottobre 1440, spinto anche dalle sollecitazioni di Nicolò III e di Leonello d'Este. La costruzione ha inizio nel 1443 nella zona della chiesa di Sant'Anna dei Brasiliani e nel chiostro ad essa annesso. Pochi mesi prima di morire il vescovo consegnò alla città l'ospedale finito. Un ospedale moderno per i tempi, alla stregua di quello di Santa Maria Nuova a Firenze, ampio tanto da esser chiamato prima "magnum" poi arcispedale. Per inciso l'ospedale accolse anche Torquato Tasso durante la sua reclusione dal 1579 al 1586. Dopo quasi cinque secoli l'ospedale Sant'Anna si trasferì nel 1927 in una"Vere Novo..." sede più ampia, in fondo a corso Giovecca. Gli edifici del vecchio ospedale vennero tutti demoliti per far posto a costruzioni moderne fra cui il Museo di Storia Naturale, la Scuola Alda Costa, il complesso Boldini ed il Conservatorio Frescobaldi. Nel corso degli anni la Cassa stanziò importanti contributi e, con maggiore impegno, prese parte alla modernizzazione e alla finitura di impianti di grande importanza. La nuova amministrazione del Sant'Anna decise di intestare padiglioni, infermerie e letti a quanti erano disposti a contribuire ad arricchire il patrimonio di opere e strumenti; infatti chi frequenta l'ospedale avrà visto i nomi dei tanti benefattori. Fra gli altri più volte lo fece anche la Cassa di Risparmio di Ferrara, definendo anche mutui o condizioni di favore per eventuali donatori. In occasione del centenario della Cassa di Risparmio di Ferrara nel 1938 vennero costruiti alcuni padiglioni a cui si assommarono interventi per i vari ospedali della provincia ed il sostegno delle principali associazioni benefiche, culturali e scientifiche. Nel suo primo discorso, il 13 giugno 1938, il presidente Pietro Niccolini annunciava: "Domani mattina verranno da me consegnati al Presidente dell'Ospedale 210 mml di radium per i quali la Cassa ha speso 220.000 lire; così il nostro Ospedale potrà essere in prima linea nel combattere il flagello del cancro, anche a vantaggio dei poveri ai quali sarebbe altrimenti negata una cura tanto costosa. Questo è stato il pensiero del Consiglio di Amministrazione ". Col passare del tempo quindi sorge l'esigenza di un ospedale meglio dotato di esercizi sanitari nuovi e tecnicamente all'avanguardia. Le discussioni sono infinite e alla fine il ministro della Sanità boccia l'idea di una ristrutturazione del Sant'Anna preferendo invece la costruzione di un nuovo ospedale, individuandone l'area nella zona di Cona. Ma questa è un'altra storia! Nel frattempo il mondo bancario e quello della Cassa di Risparmio di Ferrara in particolare, subiva un profondo cambiamento. Le Casse di Risparmio, sino al 1990, raccoglievano capitali, dopo una sottoscrizione iniziale, con successivi depositi, prevedendo anche attività di assistenza e beneficenza. Dagli anni Novanta iniziarono processi di forte liberalizzazione e privatizzazione dell'economia, e quindi le Casse di Risparmio - tramite la loro associazione ACRI - chiesero una struttura giuridica più consona ai tempi; infatti, come enti morali di diritto pubblico, erano soggetti a forti limitazioni operative. Il governatore della Banca d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, trovò la soluzione per rendere le banche più appetibili agli investitori italiani ed esteri: separare in due diverse entità le funzioni di diritto pubblico da quelle imprenditoriali. In sostanza le Casse di Risparmio diventarono società per azioni sotto il controllo di un nuovo organismo, le Fondazioni, che poteva collocare le proprie azioni sul mercato e aveva il controllo della banca, ma non esercitava l'attività bancaria. Le Fondazioni sono soggetti autonomi no profit che perseguono esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico. La quasi totalità delle Fondazioni ha dismesso il controllo maggioritario della banca conferitaria. La Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, grazie ad una modifica parlamentare, dispone di circa i 2/3 del capitale della Cassa di Risparmio di Ferrara. Il nuovo assetto ha favorito un maggiore sostegno a tutto il mondo della Sanità. Non vi è stata associazione benemerita del settore assistenza sanitaria che non abbia goduto di un aiuto nella lunga vita della Cassa. Personalmente chiesi che si ricordassero i due presidenti scomparsi - Silvio Carletti e Raffaello Collevati - con significativi interventi per il Sant'Anna ed il nuovo ospedale del Delta. L'arrivo della Fondazione consentì poi che le cifre salissero di molto con l'obiettivo di arricchire la Sanità ferrarese degli strumenti più moderni e più legati alle esigenze della nostra terra. Risonanza magnetica, nucleare, tomografia assiale computerizzata, cobaltoterapia, laboratorio di emodinamica, studi per la sclerosi multipla, studi sul Parkinson e Alzheimer sono alcuni dei progetti finanziati. E con essi autolettighe, defibrillatori, strumenti. Un impegno di grande importanza per sostenere congressi di varia natura, per l'approfondimento di ricerche specifiche nonché il sostegno che Cassa di Risparmio di Ferrara e Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara offrono per il Comitato dei sostenitori dell'Università. Tutti questi interventi non erano e non sono dettati da intenzioni pubblicitarie, ma perché questo è l'impegno che presero con la realtà ferrarese i fondatori della Cassa di Risparmio di Ferrara.