L'anno della svolta

Written by  Giovanni Bertoni

Le linee neoclassiche della sede della Cassa."L'esercizio appena trascorso ha rappresentato per noi un vero e proprio banco di prova delle capacità di reazione della struttura..."

Nel 1995, la Cassa di Risparmio di Ferrara si è dovuta confrontare con specifici argomenti inerenti il processo di incorporazione della Banca di Credito Agrario - che deve ancora trovare compiuta attuazione sotto il profilo gestionale e informatico - ai quali si sono sovrapposti temi di carattere generale - come la crescita delle sofferenze e l'erosione del margine reddituale della gestione del denaro - che hanno interessato tutto il sistema bancario.
L'esercizio appena trascorso ha, quindi, rappresentato per noi un vero e proprio banco di prova delle capacità di reazione della struttura. Una sfida mirata a completare in tempi ridotti la riorganizzazione dell'Azienda, al fine di difendere le quote di mercato dall'attacco della concorrenza, ponendo le basi per un'ulteriore crescita.


In questo anno, abbiamo definito alcune linee strategiche principali, alle quali si ispirerà il nostro futuro operato: assestamento degli effetti della fusione (per mezzo del completamento del riassetto territoriale, del piano di integrazione informatica, della parificazione tariffaria della clientela, dell'acquisizione di una cultura aziendale unitaria); dismissione degli immobili non strumentali finalizzata all'aumento del capitale disponibile e all'ottimizzazione dell'impiego di quest'ultimo; difesa delle quote di mercato; individuazione di nuovi prodotti e servizi atti a espandere l'offerta alla clientela e a creare nuove fonti di reddito per l'Azienda; monitoraggio e contenimento delle spese, al fine di riportare la Banca ai livelli di redditività precedenti la fusione.

In un quadro generale solo parzialmente favorevole, l'attività bancaria ha risentito - a livello di sistema, di una diffusa contrazione della raccolta diretta tipica che, per il nostro Istituto, ha evidenziato un calo di circa il 7%, bilanciata però dal forte sviluppo del comparto "pronti contro termine" e dalla giacenza di assegni circolari. In conseguenza, la raccolta diretta complessiva è incrementata del 15,5% rispetto al 1994.
La raccolta indiretta ha mantenuto un buon trend di sviluppo, arrivando a toccare i 4185 miliardi, con un incremento superiore al 9%, mentre la massa amministrata nel suo complesso ha superato i 6700 miliardi, con un tasso incrementale superiore agli undici punti.

Sul fronte degli impieghi, devo sottolineare l'impegno della Cassa di Risparmio di Ferrara a favore delle imprese: la ripresa degli investimenti produttivi ha portato il valore assoluto degli impieghi a 1273 miliardi, con un aumento molto vicino al 20%; di questi, il 54% del totale è stato conferito a imprese, contro il 42% dei privati e il 4% della pubblica amministrazione.

Nonostante lo sviluppo degli impieghi, la gestione del rischio si è mantenuta su ottimi livelli qualitativi: partite incagliate e sofferenze si mantengono ben al di sotto della media nazionale; al 31 dicembre scorso non esistevano posizione affidate costituenti "grandi rischi"; e la composizione dei crediti verso la clientela è adeguatamente frazionata, dal momento che i primi cinquanta clienti non arrivano al 30% degli impieghi. Nel corso dell'anno è proseguita l'opera di allineamento dei criteri di valutazione del rischio della clientela ex BCA agli standard estremamente prudenziali vigenti nella nostra Cassa.

Il nostro impegno nei confronti della "Ferrara che produce" si evidenzia anche dalla considerazione del fatto che, a fronte di un incremento del prime rate ABI di 2,125 punti, i nostri tassi d'interesse sono cresciuti di soli 1,43 punti, indice di un'attenzione particolare alle necessità delle imprese e ai problemi dell'occupazione. Il risultato lordo di gestione, che si incrementa del 4,36% rispetto al 1994, rappresenta una concreta e positiva inversione della tendenza della gestione tipica dell'attività bancaria.
Ma quello dei bilanci non è solo un momento di lettura di un passato che ci ha dato qualche soddisfazione, ma anche un momento di proiezione verso il futuro della nostra Azienda: un futuro che si delinea ricchissimo di opportunità, ma altrettanto denso di rischi. Il livello di concorrenza nel settore bancario si è innalzato in maniera molto consistente ed è perciò necessario correre sempre più velocemente per mantenere la stessa posizione.

 


Il presidente della Cassa di Risparmio di Ferrara, Giovanni Bertoni.Per questa ragione intendiamo delineare una nuova immagine della Cassa di Risparmio di Ferrara: quella di un'azienda dinamica, attenta a cogliere le nuove opportunità che si offrono in settori innovativi, sia della gestione tipica bancaria, sia nel comparto dei servizi. In quest'ottica, abbiamo concluso un importante accordo con la Deutsche Bank, descritto più in dettaglio nelle pagine seguenti. Ma questo accordo, che ha trovato ampio riscontro sulla stampa, è solo una componente di un disegno strategico globale che dovrebbe portare in tempi brevi la redditività della banca a un livello decisamente migliore di quello attuale rispetto al capitale investito dagli azionisti. Tale disegno strategico nasce dall'esigenza di dotare degli strumenti adeguati tutte le aree e le funzioni aziendali che devono competere vigorosamente sul mercato.

In questo piano strategico, un ruolo di primo piano spetta alla clientela, l'unico vero patrimonio aziendale, che dovrà essere sempre servita e curata in tutte le sue esigenze, al fine di conservarla fedele e soddisfatta ma che dovrà anche, sul fronte degli impieghi, essere ampliata nella fascia delle imprese medio-grandi che possono rappresentare una buona opportunità di utilizzo della nostra raccolta.

Questo "orientamento al cliente" rappresenta di per sé - nel sistema bancario - una vera e propria rivoluzione. Le banche hanno sempre mantenuto, nei confronti della clientela, un atteggiamento da "istituzione", con il quale mettevano in evidenza la propria superiorità e maggiore importanza rispetto a un utente che, spesso, aveva la sensazione di essere considerato un postulante. Il mercato è però maturato rapidamente e, con lui, anche i consumatori sono cresciuti culturalmente. Certi atteggiamenti - che appartengono al passato - devono lasciare il passo a una considerazione più moderna del cliente come chiave di volta dell'intero sistema.

 


Manifesto pubblicitario della Cassa.E, parlando di sviluppo della clientela, il primo e più evidente risultato della fusione è stato l'incremento delle quote di mercato e il rafforzamento della presenza sul territorio di tradizionale insediamento. Oggi, la Cassa di Risparmio di Ferrara presidia capillarmente la provincia di Ferrara, dove è presente in tutti i comuni, e quella di Rovigo, seconda area "storica" di attività. Per questa ragione, vediamo ulteriori possibilità di sviluppo solo attraverso un'espansione territoriale lungo gli assi Ferrara/Bologna e Ferrara/Padova.
Uno dei presupposti del successo di questa progettata espansione territoriale è avere a disposizione prodotti e servizi di ottimo livello. Vogliamo presentarci alla clientela vecchia e nuova come una banca globale, come l'interlocutore ideale per risolvere tutte le esigenze del privato e dell'impresa.


La Cassa, oggi, è dedita quasi esclusivamente alla gestione tipica; vogliamo che acquisisca una nuova personalità, che diventi un'azienda di servizi e consulenza finanziaria, in grado di assistere in modo completo famiglie, professionisti, imprese.
Ma niente di tutto questo sarà possibile se la banca non sarà economicamente efficiente, se non presteremo una grande attenzione ai costi e alle loro dinamiche. Questo ci costringerà, purtroppo, ad eliminare dalla nostra sfera d'azione anche tutte quelle attività ereditate dal passato che - pur dandoci grandi soddisfazioni - appaiono, piuttosto, di competenza della Fondazione.

La Cassa di Risparmio di Ferrara, con le azioni definite nel piano strategico, realizzerà completamente gli intenti della legge Amato, trasformandosi in impresa a tutti gli effetti. Questo significherà continuità nel ruolo di propellente per l'economia, le imprese e le famiglie della nostra provincia ma anche, e soprattutto, la garanzia di una equa retribuzione del capitale degli azionisti, che oggi sono già più di diecimila.