Allorché, prima del 1550, Giorgio Vasari diede alle stampe le Vite dei pittori, molti e vivaci furono i consensi che portarono alle imitazioni, come avvenne perfino nei Paesi Bassi, ma altrettante risultarono le contestazioni, talora infuocate, volte a deprecare una sottovalutazione o addirittura una cassazione di città e di indirizzi artistici, a cominciare dall'ambiente veneziano, troppo distante dai gusti dello scrittore aretino.
La geografia dell'arte italiana ne uscì incompleta ma le critiche al criterio adottato non erano tali da consentire dubbi sull'effettiva crescente conoscenza e coscienza di sé acquisita dal Paese sulla base di quel fondamentale contributo. Sia lavorando alla correzione cronologica o all'integrazione di quest'opera, sia avversandone decisamente la stessa impostazione o la deplorata sproporzione critica, per due secoli e più non ci sarà città o borgo d'Italia in cui non si ripercuota il riflesso delle indelebili pagine vasariane.
Questo esempio mi pare quanto mai significativo proprio per comprendere i caratteri costitutivi ed il temperamento creativo dei numerosissimi Consigli che reggono le sorti istituzionali e statuarie delle Fondazioni bancarie. Esse sono state concepite per custodire ed amministrare nel luogo d'origine i capitali formatisi con le attività del credito, oggi in costante dinamismo. Ogni Consiglio ha dunque un genius loci, una propria anima, sia che si muova nel campo della sanità, sia che operi nell'ambito dei servizi sociali, sia che sovrintenda alle necessità dell'educazione, sia che curi la miglior tutela e conservazione del patrimonio d'arte.
Entro questi quattro generalissimi settori il legislatore ha voluto leggere le tensioni civili, i problemi emergenti, le forze traenti della società italiana. Altri indirizzi potranno via via essere aggiunti ma dovranno essere compresi nell'ambito di quella volontà che in tali tensioni si configura.
Poiché i Consigli interpretano la città e l'area territoriale nelle loro autentiche origini e nella loro formazione socio-economica nonché culturale, si richiede nel loro quotidiano operare un rigoroso equilibrio idoneo a provocare l'assestamento degli indirizzi di scelta su di un piano generale, inteso a restituire un'immagine ampia ed equilibrata dello sforzo di investimento nei quattro ambiti delineati, rispettando anzi ribadendo le loro peculiarità culturali e scientifiche inserite nei modi di vita e di pensiero tipici della comunità italiana.
Intanto è già evidente che un Consiglio di Fondazione non può lavorare se non adottando criteri di prospezione e di proiezione. In altre e più semplici parole, la sua funzione basilare è quella dell'impulso e non quello dell'attuazione, che potrà realizzarsi raramente e solo in casi particolarissimi. La scelta, il tempo, la pulsione con cui si imprime vita a un progetto sono di sua insostituibile competenza.
Sarà poi la società civile a farlo proprio, a realizzarlo nell'interesse della comunità, ad operare attivamente per suscitare l'attenzione ed il coinvolgimento di sfere sempre più larghe, insomma a trasformare il progetto originario in un programma a respiro comunitario e sociale, cioè culturale nel senso più autentico della parola.
Ecco il motivo per cui al Consiglio spetta un'indagine approfondita dello spazio sociale, economico e culturale in senso ampio che la legge gli assegna. Se la sua attività è stata finora caratterizzata in prevalenza dalle piccole misure di sostentamento, incoraggiamento, affiancamento e talvolta anche di supplenza, oggi non è più ammissibile che proceda senza un progetto di fondo elaborato in base alla presica conoscenza delle situazioni e dei problemi e al tempo stesso accompagnato e seguito da un'azione nuova, tutta da inventare.
Cultura, arte, sanità, educazione sono tutti profili che puntano alla migliore qualità della vita ed esigono quindi grandi scelte non solo in ordine ad avvenimenti eccezionali di grande richiamo ma soprattutto alla realtà effettiva nella quale si è invitati ad operare giorno per giorno. È necessario quindi, per consentire una crescita civile e culturale dell'intera comunità nelle sue varie sfaccettature, che la Fondazione disegni una mappa delle esigenze e delle opportunità, puntando a centrare il successivo obiettivo, il complesso degli interventi.
La cultura di un territorio nasce dalla sua storia e viene alimentata ed incrementata attraverso una serie di iniziative, quali la tutela e il recupero del patrimonio artistico, i servizi sociali e sanitari, la ricerca e l'istruzione. Sta alle Fondazioni cogliere, accompagnare, seguire le voci che si levano come autentici segnali della vita ovunque pulsante.