Il salone offre una panoramica ampia e articolata del settore quanto a materiali, strumentazioni, attività di ricerca e ambiti operativi, ed è organizzato secondo tematiche inerenti tanto all'importanza quanto all'attualità dei problemi sia in campo ambientale che urbanistico e architettonico, come pure nell'ambito dell'arte e del design, e coinvolge tutte le discipline e gli operatori del restauro e della conservazione.
In tal modo, si pone come momento di scambio e di conoscenze, offrendo ai visitatori e agli addetti risposte concrete in merito a problematiche tipiche della nostro tempo: la città e il suo sedimento, la campagna con i segni della memoria, il patrimonio artistico, la sua tutela più qualificata; ma anche l'atelier dell'artista, del progettista, del designer, con gli utensili e i materiali della tradizione oppure dell'innovazione più avanzata; il laboratorio del restauratore, a cui la ricerca chimica e fisica offrono prodotti sempre più raffinati.
Completano e arricchiscono la prospettiva d'indagine spazi dedicati alla comunicazione dell'arte e del restauro, ai media, e, infine, alle strumentazioni che, dalla fotografia alla video informatica, avvalorano profondamente il processo storico e critico nel campo del progetto e del restauro. All'interno del salone e in diverse sedi espositive della città, inoltre, alcune mostre commentano e illustrano restauri, progetti e interventi.
Il salone si rivolge a due tipologie di pubblico: gli addetti ai lavori, tutti coloro che per competenze e qualifiche professionali operano nell'area dei beni culturali - storici dell'arte, operatori del restauro, addetti di istituti di ricerca o che agiscono nell'ambito della formazione professionale, produttori di materiali, editori specializzati, tecnici video e informatici negli ultimi tempi ampiamente coinvolti nel settore.
L'altro pubblico coinvolto dalla manifestazione è quello "non specializzato", interessato a un approccio alle problematiche del restauro più esauriente rispetto a quello fornito dai mezzi di informazione, spesso in forma divulgativa e non sufficientemente approfondita, a supporto delle grandi iniziative progettuali tese al recupero e alla fruizione di quei beni culturali che fanno dell'Italia uno dei poli di attrazione primari per qualità e quantità di opere e monumenti del passato.
Sia per il pubblico non specializzato che per gli addetti di settore, il Salone del Restauro vuole costituire un momento importante, soprattutto per il confronto e l'approfondimento di metodologie nel campo della conservazione.
Attraverso una serie di manifestazioni collaterali, infatti, il salone ha fra i suoi obiettivi quello di promuovere il dibattito su temi di importanza vitale per il settore.
Per quanto riguarda la presenza dell'ACRI, quest'anno, fondamentale è stata la riflessione sulle potenzialità della recente legge Ciampi che consentirà non solo di fare chiarezza sulle possibilità operative delle fondazioni bancarie, definendone la natura privatistica, ma anche riconoscendo loro il principio di autonomia, esaltandone il loro ruolo portante ed essenziale nel campo del restauro. A Ferrara, in campo urbanistico e architettonico, per anni le energie si sono concentrate sulla valutazione della bassa qualità della periferia rispetto al centro storico, sul censimento del patrimonio storico del centro e del territorio, nel tentativo di ridimensionare la distanza fra le due aree della città.
Si sono cercate soluzioni di continuità, avviando nuove relazioni di complementarità fra città e campagna, promuovendo l'utilizzo sociale di complessi architettonici esterni e delle aree a parco nella costa, nel tentativo di dare nuovo assetto territoriale alla provincia.
Per anni si è lavorato a una interessante proposta di riconversione non usuale né retorica o invasiva degli spazi. Ecco perché per chi, come Ferrara Fiere, è chiamato a "vendere" l'immagine del nostro territorio, il dialogo con gli ''acquirenti" si fa più facile e diviene più autentica un'esperienza come quella del Salone del Restauro.