Il sito fa conoscere la Pinacoteca in un "di fuori" illimitato, la proietta nella società e nella comunità scientifica internazionale. Ci rivolgiamo pertanto ad un'utenza ampia e differenziata alla quale cerchiamo di offrire pluralità, sviluppo e miglioramento dei contenuti e dei loro nessi reciproci nonché un apprezzabile equilibrio tra scientificità e divulgazione, tra gradevolezza e impegno. Era l'auspicio espresso da Salvatore Settis per i compiti del Web: "moltiplicare le informazioni, moltiplicare le connessioni, nel vivo nesso tra i risultati della ricerca specialistica e l'organizzazione delle informazioni per un pubblico più vasto" (Italia S.p.A. L'assalto al patrimonio culturale, Torino 2002, p.74).
Si è formato un ipertesto, uno strumento di gestione delle informazioni a struttura non lineare ma per associazioni, con possibilità di rapporti e di legami tra i nodi documentali. Il sito ripropone la storia della Pinacoteca dagli inizi ottocenteschi alla statalizzazione, agli ultimi cinquanta anni di continui e insperati incrementi, dovuti anche alle iniziative della Cassa di Risparmio e della Fondazione, al cui futuro sito, in corso di realizzazione, il nostro è linkato.
I rapporti dell'istituzione museale con il territorio, con il mondo, con la storia si espandono come cerchi concentrici nell'acqua: prima di tutto il legame con lo splendido monumento che ospita la Pinacoteca: l'estense Palazzo dei Diamanti e quindi con la straordinaria realizzazione urbanistica dell'Addizione Erculea di cui il palazzo è il fulcro, e poi con la città, con il castello, con le delizie, con le chiese da cui provengono tante opere conservate in pinacoteca. Ma le connessioni s'intrecciano oltre che nello spazio anche nel tempo: attorno al ruolo degli Este per la formazione di un patrimonio culturale unico. Sul naufragio di quel patrimonio nel momento della devoluzione del 1598, nel sito è organizzato un "archivio della dispersione" che tenta di rintracciare le fila di quanto un tempo era a Ferrara ed ora è nei musei e nelle collezioni del mondo.
Una breve visita guidata offre una suggestiva prospettiva su alcune opere fondamentali, capolavori ferraresi in Pinacoteca; alcuni dossier affronteranno nodi significativi dell'arte connessi alle opere esposte; per ora è stato redatto il dossier sulle Muse di Belfiore, ma altri se ne affiancheranno, sulla distrutta chiesa di Sant'Andrea da cui provengono tanti dipinti, sull'araldica estense, da cui tra l'altro è stato tratto il logo del sito, l'unicorno e la siepe di Borso d'Este, ma anche sulla musica e sul teatro a Ferrara per sottolineare il valore quasi multimediale della cultura estense. L'analisi della raccolta è affrontata approfondendo la funzione giocata dalle raccolte ottocentesche nel recupero del patrimonio disperso e nella struttura stessa del museo. Infine ogni singola opera è presente con scheda e immagine.
Una sezione è dedicata agli eventi, mostre, didattica, conferenze, ecc., passati, in corso, e futuri, e alla attività rivolta ai bambini (giallo al museo, favole al museo, visite gratuite per le scuole). Infine un interessante archivio delle pubblicazioni - curate da Soprintendenza, Pinacoteca, Cassa di Risparmio e Fondazione - ripercorre quasi cinquant'anni d'attività.
Il sito è realizzato dalla società Sol-tec Soluzioni tecnologiche di Milano, alla quale si deve l'analisi, la strutturazione dello story-bord, il progetto di comunicazione e l'interfaccia grafica. Sol-tec ha creato un'architettura modulare ed espandibile particolarmente adatta per un prodotto che si vuole soggetto a mutare nel tempo assieme all'avanzamento degli studi: una cornice tecnologica perfettamente rispondente ai contenuti che si sono voluti comunicare.
La soddisfazione per un lavoro ben avviato, anzi largamente realizzato (ma un sito di questo tipo è per sua natura un organismo mai finito) non fa dimenticare che senza uno stimolo influente non avremmo mai affrontato l'impresa, frenati dai piccoli e grandi problemi di gestione della Pinacoteca, bloccati dagli inciampi burocratici, scoraggiati dalle carenze di fondi e di risorse umane. Il merito dell'incitamento alla comunicazione in rete dei contenuti dell'istituzione museale appartiene alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara: un anno fa Piero Puglioli propose la visibilità e la valorizzazione sul Web poi concretamente sostenute da Sergio Lenzi e da Guido Reggio con il finanziamento di una parte consistente dei lavori. È con queste iniziative di qualità che la Fondazione si distingue non solo come ente finanziatore di proposte ma come elaboratore di proposte e concreto stimolatore d'avanzamento culturale.
Il museo virtuale farà dimenticare il museo reale? Non lo crediamo, sarà piuttosto un incentivo alla visita alla Pinacoteca e al miglioramento dei servizi al pubblico, fra i quali, tra l'altro ci sarà presto un "vecchio" e buon prodotto dell'era di Gutenberg: una guida a stampa delle collezioni museali.