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The Palace of the crossed destinies and a club neither young nor old Magagnini-Roverella Palace and Merchants Club: a piece of the history of Ferrara A few days before the proclamation of the Kingdom of Italy the 'Casino dei Negozianti' (Merchants Club) was founded in Ferrara: it was February 26th, 1861.  With the return to freedom following the plebiscite of 1860, Ferrara had expressed its adherence to the constitutional monarchy and began to seriously reflect on
Serafino Monini Ferrara and a leading engineer during extraordinary years The city of Ferrara made a qualitative leap forward in the early seventies and has since become known throughout the world. Certain moments of this process are extremely important: the imposition of limited and rigorous planning permission within the city centre since 1978;
“L’Isola del Tesoro” and “Estatebambini” Family Centres: avant-garde experiences in Ferrara In the summer of 1997, after several years devoted to the restoration of the city's nineteen- thirties monumental aqueduct, the Piazza xxiv Maggio centre opened as the new headquarters of two municipal services: the Family Centre and the Parent and Children Centre "L'Isola del Tesoro", an avant-garde experience which the city of Ferrara can certainly be proud of.
Culture and Business Towards a new model of "Ferrara city of art" Since the late eighties, Ferrara has been launched both nationally and internationally as a "city of art". This was an intelligent and forward-looking strategy in what has proved to be a period of particular economic difficulty for our area.
The Jewish cemetery in the Sesto di San Romano A new piece in the mosaic of the history of Ferrara and its Jewish Community I had just published an essay in which I lamented the lack of an updated and scientific study on Jewish cemeteries in Ferrara, when I was shown a deed from the State Archives of Modena inherent to the burial place used by the Jews in 1335.

Musei a Ferrara: problemi e prospettive

Written by  Redazione

Convegno 18 - 19 novembre 2 0 1 1
Museo Nazionale Archeologico di Ferrara *

Volendo guardare al futuro dei musei ferraresi non si può che puntare sulla creazione di un "sistema museale diffuso". Ferrara vanta infatti una variegata e Ambienti della Pinacoteca Nazionale in Palazzo dei Diamantiqualificata offerta al turista che voglia visitare la nostra città, ma ciò nonostante una serie di fattori fanno sì che il nostro turismo sia prevalentemente di tipo "mordi e fuggi".

La posizione geografica tra Venezia e Firenze, a causa della velocizzazione dei mezzi di trasporto, ha determinato la trasformazione di Ferrara da importante snodo logistico, ad una rapida tappa fra questi colossi turistici. Spesso chi si reca a Ferrara le dedica solo qualche ora, limitandosi a visitare il fulcro del centro storico: il Castello Estense, il palazzo dei Diamanti e la piazza principale con il Duomo. La mole imponente delle quattro torri del Castello che si ergono maestose dalle acque del fossato stupiscono sempre il visitatore e concorrono a rafforzare l'ideale di una città rimasta intatta, a testimonianza del suo glorioso passato. Lo stesso si può dire per il palazzo dei Diamanti che i visitatori possono raggiungere percorrendo il suggestivo corso Ercole I d'Este, o per il Duomo, con il suo magico racconto biblico che ne impreziosisce la splendida facciata. Ma il resto della città, quella più antica, di origine medievale, resta un tesoro che ancora troppo pochi visitatori si avventurano a scoprire.Volendo parlare con dati alla mano, i flussi turistici si concentrano prevalentemente su quello che possiamo denominare "l'asse Ercole I d'Este". Sommando i visitatori del Castello, del palazzo dei Diamanti (inteso sia come sede espositiva delle mostre di Ferrara Arte, sia come Pinacoteca Nazionale), del Palazzo Schifanoia. Il portalepalazzo Massari (Museo Boldini e Museo De Pisis) e del tempio di San Cristoforo alla Certosa, arriviamo a circa 300.000 presenze annue. A tale numero si contrappone però un dato completamente diverso: ci riferiamo alle 160.000 presenze che tutte le altre realtà museali della città, sommate insieme, costituiscono. Eppure guardando una pianta di Ferrara salta subito all'occhio che in questo novero sono comprese realtà uniche nel loro genere e dall'indiscutibile potenziale. Primo tra tutti citiamo palazzo Schifanoia, unica "delizia" estense esistente all'interno della cinta muraria, con i suoi straordinari affreschi commissionati da Borso ai grandi artisti dell'Officina Ferrarese (Cosmè Tura, Francesco del Cossa, Ercole de' Roberti e Baldassare d'Este). Ricordiamo poi l'esempio virtuoso del Museo Archeologico Nazionale, che negli ultimi tre anni è riuscito a raddoppiare il numero dei propri visitatori. Merito non solo del fatto di raccogliere la più importante collezione di vasi attici in Italia e di essere collocato in uno dei più bei palazzi ferraresi – progettato da Biagio Rossetti – ma frutto di un lungo iter che, dopo decenni di attesa, ha consentito di raddoppiare il percorso museale. Grazie al contributo della nostra Fondazione è stato restaurato il bellissimo soffitto della Sala del Tesoro, opera di vari pittori ferraresi tra cui spicca Garofalo. Il restauro poi dello splendido giardino rinascimentale ha completato la restituzione al pubblico del palazzo nella dimensione più prossima ai fasti originali. Senza contare che tutta la zona sud-orientale della città conta numerose chiese e complessi monastici di grande pregio architettonico e artistico, come la chiesa di Santa Maria in Vado o il monastero di Sant'Antonio in Polesine, oltre ad un contesto urbanistico di indiscutibile impatto, frutto dell'addizione di Borso (1451). Le premesse, dunque, per puntare ad una espansione dei flussi turistici anche in questa parte della città ci sono tutte dal punto di vista dell'offerta storico-artistica. Occorre però creare in quest'area urbana le infrastrutture utili all'accoglienza dei flussi turistici. In tal senso si è sostenuta da più parti la necessità di riconvertire l'area demaniale occupata dalla caserma Pozzuolo del Friuli in uno spazio

volto ad accogliere un parcheggio oltre a strutture recettive (ufficio informazioni, punti di ristoro, ecc.). Questa come altre proprietà demaniali rientrano in Palazzo Schifanoia. Un dettaglio della decorazione del portaleun'annosa questione che alla fine del 2009 si sperava avesse tratto nuovo impulso dalla sottoscrizione di una intesa per l'affidamento dello studio di fattibilità del Programma Unitario di Valorizzazione degli immobili pubblici a Ferrara, a cui parteciparono il Comune di Ferrara e l'Agenzia del Demanio, ma purtroppo l'attuale situazione economica ha segnato una pesante battuta d'arresto ed è attualmente impossibile fare ipotesi sullo sviluppo futuro di tale possibilità. Un altro problema che resta di difficile soluzione, anche per via della crisi economica, è il tentativo di appianare le difformità d'orario esistenti tra i vari musei e monumenti. Facendo un esempio concreto la Pinacoteca Nazionale, ma anche realtà particolari come la chiesa e il convento di Sant'Antonio in Polesine, sono visitabili in orari molto ristretti e ciò ne limita pesantemente la fruizione da parte del pubblico. Per contro bisogna ammettere che sono stati fatti anche alcuni notevoli sforzi per sfruttare gli alti flussi di determinati spazi espositivi a beneficio di altri solitamente trascurati dal pubblico, esemplare in tal senso l'istituzione del cosiddetto "bigliettone". La collaborazione o il cosiddetto "fare sistema" spesso si è rivelato possibile, come testimonia il recupero del tempio di San Cristoforo alla Certosa, in cui noi stessi siamo stati parte attiva insieme all'apporto determinante delle altre istituzioni coinvolte. Il restauro architettonico è iniziato nel gennaio 2004, promosso dall'Amministrazione Comunale che ha finanziato l'intervento con la partecipazione della Regione Emilia-Romagna e del Ministero ai Beni Culturali. Il progetto, coordinato dall'Ufficio Restauri del Servizio Beni Monumentali del Comune, è stato affidato a un team di professionisti, architetti, storici dell'arte e restauratori di comprovata fama e professionalità. La direzione dei lavori, in accordo con la Soprintendenza per il Patrimonio Artistico e Demoetnoantropologico di Bologna, ha sovrinteso al restauro degli arredi e delle opere (conclusosi nel settembre 2007), che è stato reso possibile grazie al sostegno della nostra Fondazione. Tale collaborazione tra l'Amministrazione Comunale e la Fondazione Cassa di Risparmio è stata formalizzata in una convenzione che ha definitivamente sancito il sostegno diretto e paritario tra le due istituzioni ferraresi.

Ambienti della Pinacoteca Nazionale in Palazzo dei DiamantiLa Soprintendenza bolognese, oltre ad aver messo a disposizione del progetto le sue competenze tecnico-scientifiche, ha autorizzato il ritorno a San Cristoforo di molte opere, che dagli anni Settanta del Novecento avevano trovato ricovero in Pinacoteca. Sempre la Soprintendenza si è fatta poi garante per la ricollocazione nei transetti delle due pale del Bastianino, asportate in epoca napoleonica, poi trasferite a Rovello Porro (Como), sotto la competenza della Pinacoteca di Brera, e oggi definitivamente restituite alla città di Ferrara. Solo in virtù dalla stretta collaborazione di tutti i soggetti menzionati si sono potute superare le problematiche inerenti alle due nature legate a San Cristoforo: quella di chiesa del principale cimitero cittadino e quella di museo. Grazie ad una accurata gestione degli orari, che rispetta le funzioni religiose officiate nella chiesa, San Cristoforo dalla sua riapertura è divenuto il terzo museo più visitato di Ferrara, dando inoltre modo ai turisti di apprezzare l'enorme polmone verde che l'Addizione Erculea ha inglobato nella cinta muraria. All'aspetto museale in questo caso si abbina anche un'attenzione all'ambiente, che è l'altro grande tema del nostro territorio. Molto è stato già fatto per Ferrara "Città d'Arte", anche grazie ad una amministrazione comunale che ha saputo coinvolgere nella sua organizzazione i musei statali della città. Dal canto nostro, in quanto Fondazione, abbiamo cercato di andare incontro alle richieste di sostegno, facendoci spesso parte attiva e tentando di non perdere mai di vista una progettualità a lungo termine. In una dinamica Casa Romei. Le decorazioni della loggia sul cortile maggiore (particolare)decrescente delle disponibilità pubbliche e private il miglior utilizzo delle stesse dovrà passare attraverso una attenta programmazione ed una condivisione delle esperienze e delle competenze di tutti i soggetti interessati. Infine occorre presentare verso l'esterno, in Italia e all'Estero, una dotazione di offerte turistiche complete e coordinate. Qui il novero degli attori si amplia e vanno ricompresi anche alberghi, ristoranti ed altre attività commerciali in forme tra loro integrate. Insomma un complesso "sistema città" fatto non solo di competenze culturali, ma anche di capacità che sappiano valorizzare gli aspetti economici: in conclusione le molteplici risorse per costituire, gestire e mettere a frutto un "sistema museale diffuso".

* Testo da cui è stato estrapolato l'intervento di Piero Puglioli, presidente Fondazione Carife