Editoriale

Written by  Alfredo Santini
Un numero speciale per un avvenimento speciale: i 170 anni dalla fondazione della Cassa di Risparmio di Ferrara. Fondata nel 1838 dal Conte Alessandro Masi e da altri "coraggiosi", nella sua Istruzione poneva a fondamento del suo operare le parole di un "Savio", secondo il quale «gli uomini imparano facilmente le arti di guadagnare, ma non studiano abbastanza l'arte di spendere». Come vedremo, la Cassa di Risparmio di Ferrara, prima, e la Fondazione Carife, poi, se hanno appreso quest'arte, lo hanno fatto ad esclusivo vantaggio della società civile di appartenenza.

Questo numero assai compatto per gli interventi che spaziano dalla storia della Cassa di Risparmio alla sua valenza economica e culturale, affiancata dalla creazione della Fondazione, vede le testimonianze non solo dei dirigenti della Cassa, della Fondazione e del direttore generale, ma anche una riflessione articolata sulla storia della Cassa (Santini) sul gruppo Carife (Murolo), sui progetti della Fondazione (Lenzi). A queste testimonianze si aggiungono in armonico sviluppo il contributo storico-economico di Franco Cazzola e di Patrizio Bianchi, che percorrono la storia economica del territorio nel periodo che va da 1838 a oggi. Non potevano mancare i contributi sulle tematiche a interventi culturali proposti e realizzatati dalla Cassa e dalla Fondazione (a cura di Andrea Emiliani e Gianni Venturi), sulla sanità (di Andrea Nascimbeni) e sulla istruzione (di Alessandra Chiappini) che sottolineano il ruolo fondamentale che l'istituzione nelle sue due componenti, Cassa e Fondazione, ha svolto e svolge nella città e nel territorio come recita la missione stessa a cui è chiamata. Insistere sulle esigenze culturali, sociali e umanitarie che, la Cassa e Fondazione soddisfano con impeccabile serietà ed eticità significa sottolineare un radicamento dell'istituzione che va al di là dei suoi compiti. L'affezione che la città porta alla sua Cassa ampiamente sottolineata da questi interventi permette di poter celebrare con consapevole fierezza il ruolo da essa svolto nei 170 anni della sua esistenza. Lo sottolineano gli scritti di Gaetano Tumiati, che parla del mito della Cassa agli occhi di lui bambino, negli anni Venti e Trenta del Novecento, e quello di Roberto Pazzi, lo scrittore ferrarese le cui origini sociali portano il segno dell'Istituzione dove ha lavorato suo padre nell'affettuosa e consapevole coscienza che la Cassa (e ora la Fondazione assieme) rappresentano quella nuova Signoria estense che, va aggiunto, agisce senza la crudeltà e la tirannia dei "primi" ferraresi Estensi.