Il caso Ferrara

Scritto da  Paolo Canton

Uno dei paesaggi fantastici degli affreschi della Sala Rossa di Palazzo Muzzarelli Crema.Quale funzione ha svolto, e quale intende svolgere, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Ferrara sul proprio territorio.

 

Personalmente, non ho mai creduto a chi si presenta in piazza con tanto di banda e grancassa. Ma in questa società ossessionata dalla comunicazione, pare che esista solo ciò che viene esibito e che una cosa sia tanto più vera e reale quanto più viene esposta, messa in mostra. Così, la nostra attenzione viene travolta dal gran frastuono delle notizie (ma quante ci interessano davvero?) e si finisce per trascurare cose che sono assolutamente reali e che, in completo silenzio, condizionano in maniera radicale le nostre esistenze.

 


Mi pare di poter affermare che pochissimi tra i lettori di questo articolo sanno che cosa sia la Fondazione della Cassa di Rispamio di Ferrara e quale attività svolga. E, in fondo, è normale che non lo sappiano, perché la Fondazione non manifesta la propria presenza se non con le azioni - al punto di non avere neppure una targa all'ingresso che segnali a chi si trova a passare per via Cairoli il proprio domicilio - forse per naturale pudore, forse ritenendo che i ferraresi non abbiano bisogno di essere imboniti o galvanizzati.

D'altra parte, a Ferrara molte cose - dalle piccole attività sportive, alla presenza di Claudio Abbado e della Chamber Orchestra of Europe, alla stagione delle grandi mostre, per passare attraverso le decine di associazioni culturali, di centri di assistenza, di associazioni di volontariato - si realizzano anche grazie al contributo e all'impegno della Fondazione e della Cassa di Risparmio Spa.

In questo, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Ferrara non fa niente di più, né niente di meno, di tutte le altre istituzioni analoghe che operano nelle diverse aree di competenza. Ciò che distingue, invece, questo operato da ogni altro è il preciso intento di dimenticare la diffusa abitudine di distribuire sovvenzioni a pioggia, per favorire una politica organica volta a coinvolgere una molteplicità di operatori in progetti finalizzati di ampio respiro. Si tratta di un vero e proprio salto di qualità, che rappresenta il frutto di una serie di approfondimenti effettuati con le istituzioni e con studiosi particolarmente qualificati.

Nelle pagine di questa rivista sono già stati esposti, a grandi linee, obiettivi e modalità di progetti e ricerche che, come altre analoghe che verranno condotte in seguito, costituiranno la base per la razionalizzazione degli interventi della Fondazione nei settori che per statuto le competono: cultura; ricerca scientifica; istruzione; sanità; promozione dello sport; oltre all'assistenza, beneficenza e tutela delle categorie sociali più deboli.

 

Uno dei soffitti decorati con motivi tardo-ottocenteschi che convivono con gli affreschi a tutta parete e fascia relativi alle sistemazioni precedenti.In tal modo, la Fondazione si propone, in maniera innovativa, come promotrice attiva di un tavolo di discussione e di intervento per favorire la crescita economica, sociale e culturale della città, forte anche dell'impegno svolto quale azionista di maggioranza della Cassa di Risparmio di Ferrara Spa.
Non è il caso di scendere nel dettaglio dei singoli interventi, che spaziano dal progetto per la costituzione di alcuni centri di servizio per le associazioni di volontariato alla realizzazione di un parco attrezzato con finalità di recupero e socializzazione dei ragazzi disabili, dall'istituzione di borse di studio per giovani laureati ricercatori alla conferma nell'impegno per il recupero e la promozione del ricchissimo patrimonio artistico di Ferrara e della sua provincia.

Ciò che mi preme invece di sottolineare, da osservatore non coinvolto, è la novità dell'approccio al perseguimento dei fini di interesse pubblico e di utilità sociale che costituiscono l'oggetto statutario delle Fondazioni.
Troppo spesso, infatti, i fondi disponibili per le erogazioni di tali istituzioni si disperdono in mille rivoli non coordinati, sulla scorta del naturale desiderio di essere sempre presenti e di aiutare chiunque lo meriti e ne abbia il bisogno; ma questo fatto, per se stesso positivo, arreca in via indotta un grave danno, limitando il potenziale di realizzazione di progetti di dimensioni ponderose che possono avere una positiva ricaduta direttamente sul territorio. Forse qualcuno avrà da soffrire per questa svolta, che oserei definire epocale, potendo venire a mancare in qualche caso quel supporto che fino a ieri era forse dato per garantito; ma ciò accadrà solo in vista di un beneficio più alto, più diffuso e più profondo per l'intera collettività.

Paolo Canton
Giornalista e consulente editoriale