L'editoria delle Casse Risparmio e delle Banche del Monte

Scritto da  Gianni Venturi

Alcune pubblicazioni delle Casse di Risparmio.Far parlare il libro: questo l'obiettivo della mostra organizzata a Casa Cini.

Lo studioso o il bibliofilo che ha la fortuna di consultare i tre cataloghi dell'editoria promossa dalle Casse di Risparmio e Banche del Monte (pubblicati dall'ACRI rispettivamente nel 1985, 1990 e 1993) ha la sensazione di sondare un universo sommerso del sapere, un'enorme porzione di pubblicazioni che, pur apparendo solo in seconda battuta sul mercato librario, hanno concorso nel tempo a fondare la storia dell'arte - e non solo quella - italiana.


E che libri importanti, a volte basilari, della nostra cultura debbano rimanere interdetti nella maggior parte allo studioso è un singolare fenomeno italiano che è stato oggetto di discussioni e polemiche. Ma la formula è sicuramente vincente. Se si sfogliano i tre cataloghi, ci si accorge che il primo (1985), che raccoglie le pubblicazioni dagli esordi fino alla data di pubblicazione, raccoglie 1514 titoli; che il secondo, che raccoglie le pubblicazioni 1985-1988, consta di 571 titoli; che il terzo, che spazia dal 1989 al 1992, ne conta altri 570.

In altri termini, in sette anni si è pubblicato un numero superiore ai due terzi di ciò che si era edito nei quasi settant'anni precedenti! Si potrebbe congetturare di un caso di ipertrofia libraria; si potrebbe pensare, con un facile sorriso, a lussuose edizioni che invadono le case dei manager e dei clienti importanti delle banche, con l'unico scopo di ornare e rendere pensosamente credibili le scaffalature di tante stanze, pubbliche e private; ma non sarebbe del tutto vero, e non spiegherebbe l'importanza di quei libri, scritti in funzione di un disegno culturale nobilmente valido: un merito che molto spesso le pubblicazioni delle Casse di Risparmio possono arrogarsi.

Non pare fuori posto che, nell'ambito della mostra sulla leggenda del collezionismo a Ferrara si sia pensato di testimoniare questa fondamentale attività delle Casse di Risparmio e delle Banche del Monte, non solo esponendo tutti i libri che la Cassa di Risparmio e la Fondazione della nostra città hanno sponsorizzato nel tempo, ma anche quelli che nell'ormai notevolissimo patrimonio editoriale delle Casse italiane riguardano la storia del collezionismo e dei musei, con un'appendice sui volumi che celebrano i centenari delle Casse di Risparmio e delle Banche del Monte. Il perché di questa scelta può facilmente dedursi solo se si ricollega questa esposizione al senso della mostra maggiore sulle collezioni ferraresi.

Il taglio trasversale è reso necessario non solo dall'impossibilità di esporre tutto il prodotto, ma dalla volontà di testimoniare lo stretto legame tra collezionismo e museo. Se si pensa al caso ferrarese, la concordanza è capitale: non solo le collezioni sono ospitate all'interno della Pinacoteca Nazionale, ma la Cassa di Risparmio può giustamente vantare tra le edizioni da lei sponsorizzate l'impeccabile catalogo generale della Pinacoteca, mirabilmente curato da Jadranka Bentini, con l'introduzione di Andrea Emiliani e la consulenza scientifica di Federico Zeri.

Ma, al di là del caso specifico, occorre ed è necessario che la mostra si preoccupi di rendere visibili i libri. Questa non paradossale affermazione nasce dalla obiettiva difficoltà di fare una mostra di libri e sui libri; libri, cioè, che vengono esibiti senza la possibilità di toccarli, sfogliarli, utilizzarli: lussuose spoglie di un sapere che potrebbe respingere il visitatore e, nello stesso tempo, vanificare la carica di informazione e di messaggio che tradizionalmente il libro comporta.

Ecco allora la necessità di far parlare il libro, di proporlo in una conversazione intellettuale tra riguardante e oggetto, non potendo il libro concorrere sul piano della visualità con altri prodotti creati per quello scopo, indicarne la funzione e il percorso mentale.
Si è pensato, perciò, per il caso delle edizioni della Cassa di Risparmio di Ferrara e della Fondazione, di ricostruire un ambiente adatto per la lettura nei saloni di Casa Cini; un ambiente raffinato che utilizzerà mobili, quadri e suppellettili delle collezioni della Cassa e che ricostruirà un luogo fisico di grande impatto visivo, capace di custodire degnamente quei luoghi della memoria storica e artistica affidati ai libri.

 

 

Pubblicità delle attività della Cassa.Una cornice degna per l'ormai celebre e introvabile collana dei pittori ferraresi del Rinascimento, che annovera testi capitali quali il Bastianino di Arcangeli, o l'altra sui secoli della pittura ferrarese. E, accanto alle glorie di un'editoria di altissima qualità, le recenti e capitali edizioni degli ultimi anni, quali l'insostituibile Artisti a Ferrara in età umanistica e rinascimentale di Adriano Franceschini, eroico raccoglitore delle memorie storiche e archivistiche della civiltà rinascimentale estense, e la collana che raccoglierà il corpus integrale della miniatura estense, realizzato in collaborazione con l'Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara e che già annovera il classico libro dello Hermann sulla miniature estense.  A rendere conto di una stagione particolarmente felice, la stanza sarà arredata dagli specimen delle illustrazioni del facsimile della Bibbia di Borso d'Este, la colossale impresa intrapresa dall'editore Panini sotto gli auspici della Fondazione.

Il luogo di lettura che al visitatore apparirà come luogo delle meraviglie di una stagione estense - ma non solo di quella - su cui si è esercitata la pietas del moderno mecenate. Se, per ovvi motivi, la visibilità della stanza ferrarese sarà di più facile comprensione e di spettacolare impatto, quella delle altre due sale che ospiteranno la produzione editoriale delle Casse italiane nella specifica direzione dei musei e delle collezioni si affiderà all'uso mirato di pannelli esplicativi, di gigantografie e di bacheche che ospiteranno i libri.

Si potranno così ammirare e capire - in un auspicabile commento visivo e sonoro che dovrebbe brevemente spiegare l'importanza delle opere esposte - imprese fondamentali sponsorizzate dalle Casse, quali l'edizione di tutti i musei minori di Firenze, il fondamentale primo volume del catalogo dell'Ambrosiana di Milano e tante altre, comprese due iniziative che non rientrano nel piano espositivo: i volumi sulla pittura delle Marche a cura di Pietro Zampetti - la cui edizione ha visto consorziarsi molte Casse marchigiane - e il corpus dei disegni di Michelangelo.

Se lo scopo che ci siamo prefissi - i libri che parlano - si sarà realizzato, allora potremo dire che ancora una volta l'immensa carica di conoscenza che l'immaginario collettivo ha affidato al libro non verrà delusa, né sostituita dai più recenti e inevitabili mezzi di comunicazione del sapere. E che il moderno mecenate ancora una volta ha saputo far quadrare i conti.