Ma soprattutto, ha detto il grande scienziato dei trapianti, occorre che ognuno guardi al proprio passato, alla storia della propria famiglia, della città, della nazione, come a un patrimonio "genetico" di tradizioni e ricordi da studiare e valorizzare.
Una grande lezione umana, fonte di meditazione anche per una comunità come quella ferrarese, che ha un patrimonio d'arte e cultura non sufficientemente valorizzato, mentre ampio e qualificato è lo sforzo di promuovere mostre e rassegne su artisti europei, come per esempio Gauguin.
«Non c'è legame più sicuro con il proprio mondo che l'arte», scriveva Goethe, ricordando come il patrimonio artistico di un popolo costituisca il serbatoio dei valori più autentici dai quali attingere forza, ingegno, prestigio per la promozione sociale autentica. È in questa chiave che Ferrara dovrebbe indirizzarsi per portare alla luce del grande pubblico e dei media le sue ricchezze note, e quelle nascoste.
Come ha fatto Rimini, con la splendida mostra sul Trecento riminese che rievoca l'opera dei maestri e delle loro botteghe operanti tra la Romagna e le Marche, così Ferrara potrebbe rivalutare le sue grandi collezioni artistiche, segno di una creatività d'impronta europea che l'epoca che viviamo - densa di stimoli internazionali - quasi le impone di mostrare.
Ricostruire, per esempio, le testimonianze - anche abitative - delle collezioni Costabili, o di quella facente capo alla famiglia Massari, o della celebre Sacrati-Strozzi (di quel Massimiliano protagonista del Risorgimento ferrarese), senza tralasciare la collezione Vendeghini-Baldi e le raccolte novecentesche - soprattutto quella di Vittorio Cini, abitualmente custodita nella sede dorata di Venezia.
L'idea è quella di ridare lustro all'"officina ferrarese", momento alto della scuola artistica italiana, con i suoi Cosmé Tura, Ercole de' Roberti, Dossi. Ora giunge la bella notizia che da febbraio a maggio del 1996, presso il palazzo dei Diamanti si terrà una rassegna dal titolo La leggenda del collezionismo. Le quadrerie storiche ferraresi, straordinaria occasione per rivisitare questo mondo vitale di grande valore del quale la città deve farsi vanto.
Finalmente, quindi, La leggenda del collezionismo ferrarese verrà alla luce, ci auguriamo confortata dall'interesse degli appassionati della città, a cominciare dalle scuole che dovrebbero cogliere questa occasione per portare i ragazzi alla conoscenza di un pezzo fondamentale della vicenda storica cittadina, interpretata attraverso l'amore per la figura e il bello, e declinata nei secoli senza timore di confronto con scuole pittoriche più blasonate.
Orgoglio e ammirazione per il patrimonio artistico sono indice di emancipazione culturale; l'Europa, il mondo intero dell'arte e della civiltà passano anche attraverso mille forme artistiche espresse nei secoli dai nostri concittadini.