Le celebrazioni hanno visto snodarsi un intenso e lungo programma di incontri e di visite, che per due semestri fino alla primavera del 1997, ha messo a fuoco e approfondito, oltre alle personalità dei massimi artisti dell'Officina Ferrarese, l'articolato e complesso tema delle arti a Ferrara nella seconda metà del Quattrocento.
Infatti i pittori e le botteghe artistiche che lavoravano per la committenza ducale, per la nobiltà e per il clero ferrarese creavano, assieme ai dipinti e ai cicli pittorici che decoravano i palazzi pubblici, le residenze civili e i complessi religiosi, anche splendidi prodotti delle arti suntuarie, come arazzi, ricami, medaglie, ceramiche, miniature, ecc, e queste varie produzioni si influenzavano a vicenda e si intersecavano fra loro dando vita a un tessuto particolarmente fecondo e originale, alla "Officina Ferrarese", per citare la celebre definizione coniata da Roberto Longhi. E proprio una di queste arti, forse la più grande, la miniatura - con la sua tecnica raffinata e colta di illustrazione del libro antico -, concluderà le celebrazioni del centenario dei maestri Cosmé Tura ed Ercole de' Roberti nella primavera del 1998, con una grande mostra, La Miniatura a Ferrara, dal tempo di Cosmé Tura all'influenza di Ercole de' Roberti, che si svolgerà dall'1 Marzo al 31 Maggio presso Palazzo Schifanoia.
Grande fu l'influenza di Cosmé Tura e di Ercole de' Roberti sui miniatori del tempo del duca Borso (1450-1471) e del suo successore Ercole I d'Este (1471-1505) e secondo alcuni critici questi pittori si impegnarono direttamente anche nell'illustrazione miniata; sull'inedito rapporto fra pittura e miniatura si concentra la mostra, che esporrà accanto a più di cento codici miniati anche importanti tavole dipinte dei maestri della scuola ferrarese provenienti dalle Pinacoteche Nazionali di Ferrara e Bologna, dalla Collezione Cini di Venezia, dal Museo Poldi Pezzoli di Milano, dalla Galleria Colonna di Roma, eccetera.
La cornice degli affreschi del Salone dei Mesi dove operarono Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti sotto la sapiente guida di Cosmé Tura costituirà una sorta di "mostra nella mostra", esaltando le opere esposte con un rimando continuo ai dipinti e alle decorazioni della sede espositiva. Non è secondario, infatti, l'intento di valorizzare e promuovere il patrimonio artistico ferrarese del Rinascimento ancora conservato nella città, dopo le tragiche dispersioni successive alla fine della signoria estense, quando i duchi si trasferirono a Modena, nuova capitale, cedendo Ferrara allo Stato della Chiesa nel 1598. E la conclusione delle celebrazioni di Cosmé e di Ercole coincide significativamente con le manifestazioni in ricordo del 1598, una data che costituisce una sorta di "spartiacque" nella storia di Ferrara.
Furono da allora disperse importanti opere pittoriche ed anche libri miniati, ma fortunatamente restarono nella città i codici dei monaci olivetani di San Giorgio, la Bibbia in tre volumi e i grandi corali della Certosa, voluti da Borso d'Este, conservati nel Museo Schifanoia, i magnifici corali del Duomo e i codici e gli statuti, che illustrano documenti civili, conservati nella Biblioteca Ariostea.
Questo straordinario, ma semisconosciuto, patrimonio di grande qualità artistica sarà esposto nelle sale di Palazzo Schifanoia, inserito in un progetto espositivo che intende focalizzare essenzialmente la miniatura del tempo di Borso e di Ercole I, caratterizzata dalla variopinta ricchezza narrativa di un linguaggio completamente rinnovato sulle orme della contemporanea pittura ferrarese dei grandi maestri, fino a giungere al preludio di quella squisita "maniera moderna" dei prestigiosi libri liturgici eseguiti per la corte sull'inizio del Cinquecento, durante il ducato di Alfonso I (1505-1534).
Per realizzare questo ambizioso disegno, numerosi manoscritti e incunaboli miniati vengono prestati dalle più importanti istituzioni italiane e straniere: da Modena, Padova, Venezia, Roma, Montecassino, ecc, a Varsavia, Zagabria, Innsbruck, Basilea, Parigi, New York, Los Angeles, ecc., per cui sarà possibile ammirare opere di assoluto prestigio come il Messale di Borso, conservato a Modena, o il Breviario di Borso oggi a Parigi, il Codice di Giorgio d'Alemagna della Biblioteca Apostolica Vaticana, i fogli attribuiti a Cosmé Tura del Metropolitan Museum di New York, il Libro d'Ore Faletti del Paul Getty Museum di Malibù, accanto a molti altri capolavori.
Il catalogo, pubblicato dall'editore Franco Cosimo Panini, prevede la pubblicazione e l'illustrazione a colori di tutte le opere in mostra, con schede redatte da un folto gruppo di studiosi italiani e stranieri, coordinati da Giordana Mariani Canova coadiuvata da Federica Toniolo, e una serie di saggi a firma, oltre che della stessa Mariani Canova, di Gianni Venturi, Enrico Peverada, Ranieri Varese, Ernesto Milano e Anna Maria Visser.
Sarà un'occasione unica per ammirare riuniti insieme codici miniati e dipinti che convergono a Ferrara dai musei e dal silenzio delle biblioteche e degli archivi, dove torneranno, per essere riposti lontano dalla luce, dopo i tre mesi del fulgore della mostra La Miniatura a Ferrara, dal tempo di Cosmé Tura all'influenza di Ercole de' Roberti, voluta dal Comune di Ferrara, con il concorso della Fondazione Cassa di Risparmio, a cui offre sostegno anche la Navale Assicurazioni, con un progetto scientifico elaborato nell'ambito dell'Istituto di Studi Rinascimentali, dai Musei Civici di Arte Antica, a cui hanno aderito la Biblioteca Ariostea, il Museo del Duomo, la Soprintendenza ai Beni Storico Artistici di Bologna, la Biblioteca Estense di Modena, l'Università di Ferrara e l'Università di Padova.