Con coerente continuità

Scritto da  Giorgio Chiappini

Portone di ingresso della sede dell'Università degli Studi di Ferrara.Cinque anni di interventi della Fondazione a favore di sanità, ricerca scientifica e istruzione.

Organizzare il futuro di una città, in questo caso la nostra città, significa certamente conoscerne le potenzialità, e accrescerle, ma anche creare le condizioni praticabili per sviluppare e, magari anche suggerire, la logica di un processo evolutivo. Così, a realtà già attive, che necessitano semplicemente di trovare ulteriori concretizzazioni, si aggiungono risorse insospettate, meno note e, pure, altrettanto preziose cui è sufficiente offrire una prima occasione per farsi conoscere e apprezzare.

 

Il ruolo della Cassa di Risparmio di Ferrara, prima, e della Fondazione, poi, è stato ed è quello, da un lato, di valorizzare l'esistente, dall'altro, di far emergere nuove possibilità. Un doppio ruolo, quindi, tanto più significativo se in campo vi sono obiettivi fondamentali dello sviluppo civile relativi a sanità, istruzione e ricerca scientifica.


L'Italia è agli ultimi posti negli investimenti per la ricerca. Eppure, qualificati ricercatori, spesso costretti ad emigrare per poter lavorare, offrono ogni giorno un contributo al nostro paese. All'alba del centosessantesimo anniversario della Cassa, e a cinque anni dall'istituzione della Fondazione, il passaggio delle consegne è ormai più che consolidato nell'ottica di una rigorosa, coerente continuità. Continuità di senso e di progetti in cui, non perdendo di vista l'obiettivo finale (l'organizzazione del futuro della nostra città), ci si è costantemente preoccupati di favorirne, nei fatti, il raggiungimento. Perché è pur sempre vero che "il futuro è adesso".

L'interpretazione delle istanze e della volontà di progresso del suo territorio è, da sempre, elemento costitutivo, genetico, della Cassa di Risparmio di Ferrara  e del suo farsi espressione della cultura locale. Con le punte di eccellenza che a Ferrara sono riconosciute,   ben oltre i confini cittadini (e ci riferiamo al patrimonio medievale e rinascimentale, per non dire dei "grandi eventi"), come anche con l'attenzione alla produzione strettamente locale di sapere e di cultura senza il cui apporto si rischia una poco auspicabile discontinuità.


Il Centro di Biomedicina sportiva rappresenta una di queste realtà all'avanguardia.Se si ripercorre l'impegno della Cassa sul fronte, per esempio, dell'assistenza sanitaria e si ricorda quello messo in opera dalla Fondazione negli ultimi anni, la coincidenza è perfetta.
Dalle centomila lire destinate al nuovo ospedale nel 1916 o dalle ottocentomila erogate nel 1932 per l'acquisto del nuovo elettrocardiografo (per non citare che un paio di esempi dell'opera della Cassa) si passa, in anni recenti, ai contributi della Fondazione in favore di alcune "punte di diamante" della nostra Azienda ospedaliera, come la Clinica Chirurgica dell'Università (acquisto di attrezzature specifiche per gli interventi di chirurgia miniinvasiva videoassistita), il Centro trapianti di midollo osseo per il trattamento delle leucemie (di cui si è assicurato il varo), la Scuola nazionale di riabilitazione dell'Istituto San Giorgio (per attività di ricerca e corsi di formazione rivolti sia ai medici, sia al personale paramedico), il Centro studi biomedici applicati allo sport (per il quale il contributo è stato sia alla creazione, sia all'attività di ricerca).

 

A questo si aggiungono le borse di studio erogate a favore dell'Usl 31 e della stessa Azienda ospedaliera dell'Arcispedale Sant'Anna e il contributo all'acquisto di attrezzatura per vari Istituti e Cliniche universitarie, tra cui il Centro per lo studio del meccanismi biologici della menopausa e dell'osteoporosi. Oltre che ricerca specialistica, la sanità è essenzialmente servizio capillare e integrato. Le indagini diagnostiche sono al centro di costanti perfezionamenti. Il che significa assicurare alla più vasta fetta di popolazione sul più ampio territorio possibile l'accesso a strumenti diventati ormai indispensabili.



L'entrata principale dell'Arcispedale Sant'Anna.E' così che la Fondazione ha provveduto all'acquisto di una Tac (tomografia assiale computerizzata) per le zone del Basso Ferrarese e si sta adoperando perché se ne agevoli l'acquisto ad Argenta. Se si affacciano macchinari nuovi, restano irrinunciabili anche mezzi tradizionali che, a loro volta, si arricchiscono di strumentazioni via via più sofisticate. La Fondazione ha anche qui contribuito all'acquisto di autolettighe completamente attrezzate per il pronto soccorso a destinazione pubblica (Azienda ospedaliera) e privata (associazioni di volontariato).

Era il 1923 quando la Cassa di Risparmio di Ferrara intervenne finanziariamente per evitare la minaccia di chiusura dell'Università di Ferrara. Alla crescita del nostro Ateneo la Fondazione ha contribuito su più versanti: dal cospicuo stanziamento quinquennale per l'attivazione della nuova facoltà di Economia, che inaugura il suo primo anno accademico con il corso di laurea in Economia delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali, al supporto per le attività del Consorzio Ferrara Ricerche, fondamentale "snodo" e punto di incontro tra sapere scientifico e traguardi produttivi.

 

Il contributo della Fondazione ha permesso di dotare di attrezzature per varie tipologie di interventi l'Ospedale S. Anna e ha finanziato la ricerca attraverso borse di studio.Di fronte alle mutate esigenze del mercato del lavoro, sulla via di una specializzazione sempre più accentuata, sono state rese disponibili settanta borse di studio biennali post-dottorato e venti borse di studio da ripartire, sulla base di progetti, tra i vari istituti di ricerca.
Ancora, la Fondazione è stata tra i "partner" più significativi nella realizzazione del Diploma universitario triennale in Biotecnologie agro-industriali, che rappresenta una "testa di ponte" tra produzione di base e trasformazione industriale attivato dalla Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali e nel contributo alla costituzione del Polo dell'acustica e del rumore (un centro di sperimentazione operante presso la facoltà di ingegneria che raccoglie adesioni da tutta Italia e dall'estero).

 

Certo, il territorio dell'istruzione è fatto di realtà diversificate e conosce segmenti di utenza che vanno dall'infanzia alla terza età, in un progetto formativo che si dipana nell'arco di tutta la vita. A questo "passaggio" e alle sue diverse esigenze la Fondazione ha dedicato attenzione e sostegno; si pensi, per esempio, alle mini-guide turistiche (Scuola media "Torquato Tasso") con cui si sono voluti formare i ragazzi alla conoscenza e al rispetto del patrimonio artistico mediante quella "chiave" decisiva che è il coinvolgimento diretto, o al contributo per le innumerevoli attività dell'Utef (Università della terza età per l'educazione permanente).

 

L'impegno della Fondazione è anche molto profondo nel campo dell'istruzione.Il sapere passa per le aule scolastiche e universitarie, ma ha un suo veicolo insostituibile nel libro. Nella nostra città, la Biblioteca comunale "Ariostea" offre un patrimonio librario invidiabile, accanto a un sistema di ricerca dei volumi del tutto all'avanguardia. Proprio a questo sistema informativo, che soccorre l'utente nella ricerca dei volumi da consultare, facilitandone l'individuazione, la Fondazione ha dato il proprio apporto concreto. C'è poi il sapere musicale, cui il Teatro comunale offre splendide occasioni e grandi nomi grazie al cartellone di Ferrara Musica, ma che necessita di frequentazioni e approfondimenti continui.

 

Gli interventi della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara a favore delle manifestazioni curate dal Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" vanno in questa direzione, alla ricerca di una cultura musicale diffusa e quanto più possibile "agita" dagli stessi cittadini.

La cultura di un territorio nasce dalla sua storia e da un insieme di fattori che contribuiscono a migliorarla, tra cui i servizi sanitari e sociali, la didattica, la formazione al lavoro, l'educazione permanente. Il futuro di una città, della nostra città, è fatto di tutte queste voci. Che la Fondazione sa ascoltare. E accompagnare.