Ferrara, città amata e cantata in versi e in prosa per tutta la vita, ha subìto per opera dell'arte di Giorgio Bassani una sorta di mutazione antropologica di cui non so quanto i suoi stessi concittadini si rendano conto. Da città di meravigliose pietre e palazzi è diventata, nella memoria del mondo, una metafora poetica della persecuzione per la diversità. Il giardino dei Finzi Contini, Le storie ferraresi, Gli occhiali d'oro, che altro sono, infatti, se non opere di natura morale, che denunciano negli elegiaci modi di una rivelazione proustiana del "pio passato", la paura di chi non ci replica, di chi è altro da noi, di chi non vive a modo nostro?Ma la perenne validità della poesia di Bassani è purtroppo legata alla perennità del male, perché la ferita rimane aperta e versa sangue sempre, laddove ebrei, omosessuali, neri, emigrati del Terzo Mondo continuano, nella sofferenza della loro persecuzione, il destino di Micòl Finzi Contini, del dottor Fadigati, di Geo Josz, dimostrando che i problemi che non si risolvono diventano misteri. Primo fra tutti è mistero l'intolleranza per chi non è uguale a noi. La tragica modernità di Bassani si inscrive, pertanto, da una parte, in una stagione storica delle più buie, di cui rimane monumento; dall'altra, nella sua inappartenenza alla Storia, perché attuale in tutti i tempi e in tutte le stagioni; cosi come "il dolore è eterno/ha una voce e non varia", quel che ci ricorda un altro grande scrittore ebreo, Umberto Saba, che seppe fare della sua città, Trieste, come Bassani della sua Ferrara, un simbolo poetico universale.
Quella di Giorgio Bassani è una figura tutta particolare nel panorama intellettuale e civile del nostro paese. Accanto all'impegno dello scrittore e dello studioso, egli dedica lunghi anni della sua vita in difesa del patrimonio naturale, storico e artistico italiano. Fondatore di Italia Nostra nel 1955, ne diviene presidente nazionale nel 1960 e onorario nel 1980.
Una tensione morale e politica - patriottica, come amava dire - che non lo abbandonerà mai e che contribuirà al formarsi nella società italiana di una coscienza ambientale moderna. Nei prossimi numeri, la rivista illustrerà adeguatamente questo lavoro che Bassani considerava "fra quelli che meglio mi sono riusciti, cui sono più legato".
Per i problemi di Ferrara, l'attenzione di Bassani è diretta e incisiva (fra l'altro, è consigliere comunale nel 1960-62). Ricordiamo fra i suoi interventi, tutti di altissimo livello, quelli per la difesa del centro storico, per il recupero delle mura e per il sorgere del Parco Delta, luoghi comunque protagonisti nella sua opera letteraria. (P.R.)