Ferrara dopo la Devoluzione

Scritto da  Sergio Raimondi

La Chiesa di San Carlo a Ferrara, opera di Giovan Battista Aleotti.Giovan Battista Aleotti, un grande intellettuale del Rinascimento ferrarese.

Aleotti nacque ad Argenta nel 1546, da famiglia benestante, ma non nobile, anche se non manca chi lo vorrebbe figlio di semplice muratore e non di un capo mastro imprenditore. La qual cosa obbligherebbe a pensare che la sua vasta formazione culturale e professionale dovrebbe essere partita dal tirocinio autodidatta di un giovane manovale e non, come è più probabile, dalla privilegiata frequentazione di qualche scuola (come quella dei Gesuiti, nella loro breve presenza ad Argenta) e più ancora dalla frequentazione di qualche famiglia mecenate ferrarese (probabilmente i Bentivoglio). Per questo, come per altri aspetti della sua vita, a tutt'oggi non esistono fonti attendibili da cui ricavare dati sulle sue origini, sul suo iter formativo e professionale (compresa la questione se abbia o no conseguito un diploma di laurea), sul trasferimento a Ferrara fra gli anni Sessanta e Settanta del Cinquecento.


Non sono certo mancati biografi dell'Aleotti, dal momento che chiunque ha voluto narrare la storia di Ferrara ha dovuto, per forza, citare anche lui. Il primo è stato Luigi Napoleone Cittadella, nel XIX secolo, appassionato studioso di storia ferrarese, che ne ha delineato un convincente profilo, indicando anche le opere realizzate e il ruolo effettivamente svolto come architetto, ingegnere idraulico e militare, cartografo, scenografo teatrale, cultore di storia e di letteratura, filosofia, musica. Su tali argomenti l'Aleotti realizzò un'infinità di disegni e di progetti e dissertò con un gran numero di trattati, in gran parte, a tutt'oggi, ancora inediti, così come la maggior parte degli appunti e del nutrito epistolario. Non poco di questo materiale, quando ancora esiste, è di difficile consultazione perché ha subito la stessa sorte toccata a tanta parte della documentazione storica e del patrimonio artistico ferrarese, sparpagliato un po' ovunque, nel mondo.


La tomba dell'Ariosto.Con il proposito di approfondire questi aspetti, nel 1994 si è costituito un gruppo di ricerca formato da docenti delle Università di Ferrara e Bologna, unitamente all'Istituto Ferrarese di Studi Rinascimentali. Quali fossero i reali rapporti dell'Aleotti con i Bentivoglio e, per mezzo loro, con il duca non è dato sapere. Ma la preparazione tecnica e la vasta cultura acquisita e dimostrata, stanno a testimoniare una frequentazione e un'applicazione ben più complete e metodiche, probabilmente anche concluse con un diploma di laurea. La qual cosa è implicita, anche se non documentabile, in quanto solo così si spiega il fatto che, nel 1575, l'Aleotti fu stipendiato, come ingegnere architetto, dalla corte e dalla municipalità e, successivamente, dallo stesso governo papalino.

 

 

Il nostro aveva già data dimostrazione delle proprie capacità prima della nomina ducale allorché, poco più che ventenne, si era fatto apprezzare a corte come cartografo e più ancora quando, dopo il devastante terremoto a Ferrara e nel ferrarese, del 1570, si era prodigato nell'opera di recupero di importanti fabbricati, come il Palazzo della Ragione, il Monastero di San Bartolo, le due torri nel porto di Magnavacca ed il Palazzo delizia delle Casette a Comacchio, poi ancora le torri del Castello di Ferrara e la facciata del Palazzo Avogli-Trotti. In quegli stessi anni aveva anche progettato un piano di bonifica idraulica delle valli di Gualtieri, nel Parmense, di proprietà dei Bentivoglio.

Alcuni anni dopo progetterà un dispositivo militare per difendere la spiaggia olandese di Anversa (su committenza di Alessandro Farnese, impegnato come alleato del re di Spagna contro la Lega dei Protestanti). L'occasione suggerirà all'Aleotti di ideare anche un tipo particolare di barche che, appaiate, avrebbero potuto essere utilizzate come piattaforme mobili per azioni belliche lungo le rive dei fiumi. Tali progetti hanno poi trovata concreta applicazione anche nella flotta fluviale degli Estensi.


Palazzo Paradiso.Nel 1579 l'Aleotti fu chiamato a restaurare la Fortezza di Montalfonso in Garfagnana e, a Ferrara, completerà il cubo terminale del campanile del Duomo. Nel 1580, il duca Alfonso II lo incaricherà di completare l'avviata bonifica del Polesine di Ferrara, a partire dalla Villa di Guarda e dall'argine di Brazzolo giù fino all'Adriatico.
Con l'occasione l'Aleotti progetterà anche una grande chiavica nell'area retrostante, l'allora zona portuale di Mesola, manufatto che alcuni ancora oggi individuano nella Torre dell'Abate. Dopo aver costruito a Ferrara la Loggia Grande della Palazzina di Marfisa, l'Aleotti disegnerà e inizierà il Castello Bentivoglio a Gualtieri, mentre, nel 1582, attiverà i primi libri di estimo, riportanti il valore presunto dei terreni bonificati, costruirà i Baluardi dell'Amore, di San Pietro e quello comunemente detto "senza nome".

 

Nell'anno successivo, progetterà a Ferrara il Palazzo dei Bentivoglio e attiverà una serie di giardini nelle adiacenze del Baluardo di San Benedetto e della Castellina, utilizzando a tal fine un complicato sistema idrico da lui stesso concepito per alimentarli e per alimentare altresì le fontane della città, servendosi delle acque del Volano.

È di quell'epoca anche la costruzione delle Mura di San Giacomo, mentre nel 1597, dopo aver progettato i giardini di Campogalliano nel Modenese, costruisce l'Oratorio della Rotonda presso Castel Tedaldo. Va ricordato che, proprio poco dopo l'avvenuta "devoluzione" del 1598, cioè il trapasso dei poteri dal duca Cesare d'Este a papa Clemente VIII, l'Aleotti rifiuterà un'allettante proposta di Venezia, di trasferirsi nella città lagunare per costruire nuove difese e allestire nuovi impianti idrici. L'Aleotti accetterà invece la riconferma di pubblico ingegnere della Camera Apostolica e della municipalità ferrarese; proprio in tale veste predisporrà uno studio idrografico di tutta la complessa rete dei fiumi e dei canali del ferrarese e una pianta topografica del territorio, tanto precisa e completa da essere utilizzata dai cartografi fino a oggi.

Nel 1600, progettò la cappella di Santa Giustina e la facciata del Palazzo Costabili; poco dopo, costruì ad Argenta la Chiesa di Santa Caterina Martire. Nel 1602, fu nominato "architetto della Fortezza di Ferrara" ed elaborò un piano per rendere nuovamente navigabile il Po di Panaro (che però resterà lettera morta).


La Chiesa di San Carlo.Nell'anno successivo costruisce a Ferrara la Torre dell'Arengo (oggi dell'Orologio) e la Torre del Mercato, oltre che l'Oratorio di Santa Margherita e, a Parma, la Chiesa di Santa Maria del Quartiere. Due anni dopo, costruirà il Teatro dell'Accademia ferrarese degli Intrepidi. Successivamente progetta a Ferrara il Campanile di San Francesco, il Ponte del Canale Panfilio e il Portale di San Paolo e a Faenza la Piazza e la Torre dell'Orologio. A Comacchio collabora al famoso Portico dei Cappuccini e, nel 1608, dirige importanti lavori di ampliamento della Fortezza ferrarese, conclude la facciata del Palazzo Paradiso e interviene sul Palazzo Pareschi e sull'Oratorio di San Apollinare.
Nel 1610 realizza la tomba dell'Ariosto, la Torre nel Palazzo dell'Università e il monumento funebre dedicato al marchese Bentivoglio.

 

Nel medesimo periodo studia una serie di macchine teatrali per la messa in scena di varie opere, a cominciare da quelle del ferrarese Guarini, allestimenti scenografici vivacizzati con lo stesso sistema impiegato per animare le fontane dei suoi giardini.

Sempre nel 1610, su disegno del Balestri, dirige ad Argenta i lavori della Chiesa della Celletta e progetta l'Oratorio di Santa Croce, nonché a Ferrara quello di Santo Spirito e le Chiese dei Cappuccini, di Santa Barbara e di San Carlo. A Ferrara è altresì di sua ideazione il Teatro ricavato nella "Sala Grande" del Palazzo di Corte. Tra il 1615 ed il 1620, costruisce a Parma il famosissimo Teatro Farnese, conosciuto e ammirato in tutto il mondo. Nello stesso periodo l'Aleotti, a integrazione del progetto di Pompeo Targone, completerà a Ferrara la Chiesa della Fortezza e costruirà il campanile di San Benedetto, la Chiesa di Santa Francesca Romana e la Cappella centrale della Chiesa di Sant'Andrea (dove poi si farà seppellire, in un monumento funebre da lui stesso disegnato). Nel 1622 l'Aleotti costruirà poi, a Scandiano di Reggio Emilia, il Torresino della Rocca, e provvederà alla regolamentazione delle acque del Trebbia, fra Parma e Piacenza, e completerà le opere di bonifica delle valli di Zelo e Stienta, della famiglia Bentivoglio. Giovan Battista Aleotti si spense a Ferrara nel 1636, novantenne. Con la sua morte scomparve una figura di intellettuale umanistico rinascimentale fra le più significative e poliedriche.