Il San Gerolamo penitente del Bastianino

Scritto da  Anna Maria Visser Travagli

Bastianino, San Girolamo penitente, Ferrara, Chiesa della Madonna della Porta di Sotto, detta della Madonnina (il dipinto è fotografato durante le fasi preliminari del restauro).Breve storia dell'opera recentemente restituita alla città grazie a un restauro a cura dei Musei Civici di Arte Antica.

 

E' certamente fra le opere meno celebrate del Bastianino questo San Girolamo nel deserto della Chiesa della Madonnina, come giustamente segnala Jadranka Bentini nel catalogo della memorabile mostra dedicata al maestro, realizzata a Ferrara nel 1985.
La figura del santo eremita è raffigurata con straordinaria efficacia nel gesto meditativo di contemplazione del Crocifisso, in bilico fra la compostezza classica della composizione e l'urgere di una potenza "eroica" nella posa, che sfonda lo spazio verso lo spettatore con spregiudicatezza, mettendo in primo piano il piede nudo dell'eremita.


È un Bastianino che ha già visto il Michelangelo della Cappella Sistina e che ne è rimasto conquistato, ma che filtra questa esperienza fondamentale per la sua formazione artistica attraverso la tradizione dell'arte ferrarese: il "gigantismo" di Dosso Dossi e il "classicismo" di Girolamo da Carpi, soprattutto. Francesco Arcangeli, infatti, colloca l'opera nell'ambito della produzione giovanile del maestro e la Bentini lo assegna ad anni appena posteriori al 1565.

Tutte le fonti locali ricordano il San Girolamo nella chiesa della Madonna della Porta di Sotto, detta comunemente la Madonnina. La chiesa, dedicata alla Visitazione della Beata Vergine, fu costruita per dare degna sede a un'immagine molto venerata della Madonna, che in origine era dipinta presso la Porta di Sotto. Quando, nel 1510, il duca Alfonso I d'Este fece abbattere la torre che sovrastava la porta per costruire il Baluardo della Montagna, detto il Montagnone, l'immagine andò distrutta; ma fu notato che i mattoni su cui era dipinta non solo non si erano scomposti, ma essendo caduti nel pantano della fossa, il volto della Madonna non si era imbrattato.

Il duca allora ordinò che l'immagine fosse murata in uno sperone del nuovo baluardo. Solo successivamente, grazie alla devozione popolare, fu costruita la chiesa che accolse il volto della Madonna ritenuto miracoloso, dov'è tuttora conservato. Secondo il Guarini, la chiesa fu costruita nel 1526; secondo lo Scalabrini, invece, risale al 1531; dopo il terremoto del 1570, avendo subìto danni, la facciata fu rifatta su disegno di Alberto Schiatti, molto attivo a Ferrara in quegli anni, che ricostruì anche la chiesa di San Paolo distrutta dal terremoto.

La nobile chiesa della Madonnina, a tre navate, si trova in una posizione urbanistica di particolare rilievo, al termine della direttrice di Porta Romana, che traguarda la chiesa di San Giorgio antica cattedrale, e con alle spalle la mole imponente del Baluardo della Montagna, dal disegno squadrato, inconfondibile, come ci mostra la pianta del Bolzoni. Conservava e conserva tuttora importanti opere d'arte, oltre al San Girolamo del Bastianino: basterà ricordare la Pietà dell'Ortolano, oggi conservata a Roma presso la Galleria Borghese.

Nel 1631 la chiesa fu affidata ai chierici dell'ordine di San Camillo, che abitarono nell'annesso convento fino alle soppressioni napoleoniche. Nel 1813, il Comune di Ferrara la acquistò e la riaprì al culto; oggi è Parrocchia.
Il dipinto del Bastianino, prima collocato nella cappella dell'illustre famiglia Recalchi, quindi sulla parete del presbiterio, fu prelevato per essere esposto alla mostra dedicata all'artista, organizzata a Palazzo dei Diamanti nel 1985.

Al termine della mostra, l'opera fu riconsegnata, il 28 Novembre, al Comune, che l'aveva prestata e fu ricoverata in Palazzo Schifanoia, in attesa di essere ricollocata nella Madonnina. Nella stessa notte, nella chiesa si verificò un furto: fu rubato il dipinto attribuito al Venturini, la Presentazione di Maria al Tempio, un dipinto raffigurante l'Educazione di Maria, una Via Crucis e opere di devozione di interesse minore. Nulla fu più ritrovato.

Era evidente che il bersaglio era invece il San Girolamo del Bastianino, che non fu restituito alla chiesa, visto il pericolo, in attesa di predisporre un impianto antifurto.
Ben presto la tavola, delicatissima, come tutte le tavole dipinte del Bastianino, mostrò inequivocabilmente segni di alterazione pericolosi per la conservazione dell'opera; questa fu allora affidata d'urgenza a Pietro Tranchina,  per un primo intervento di manutenzione conservativa.

Il restauro vero e proprio, particolarmente complesso e impegnativo, ha potuto aver luogo solo ora, dopo quindici anni, grazie all'interessamento dell'associazione Ferrariae Decus e all'erogazione del finanziamento da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara. Un importante recupero di un'opera del Bastianino che arricchisce ulteriormente le realizzazioni di questo anno giubilare.