Il Centro Spin Off dell'Ateneo

Scritto da  Patrizio Bianchi, Laura Ramaciotti

Un'immagine dell'ateneo ferrarese.Università e sistema produttivo per una nuova cultura imprenditoriale.

L'università è molto cambiata in questi anni e sta cambiando in questi giorni. Anzitutto, la struttura dei corsi è stata aggiornata e dalle tradizionali lauree quadriennali si va verso formule più articolate, che vedono corsi triennali e poi diversi stadi di specializzazione.

E', questo, un modo per allinearsi con quanto avviene in tutti i paesi avanzati dove l'università non è un blocco compatto in cui si entra attraverso barriere sempre più complicate e poi al suo interno ci si disperde, ma una struttura educativa a diversi stadi; per un verso sempre più integrata con le scuole superiori e per l'altro sempre più legata a un mercato del lavoro via via più complesso, che pretende livelli di preparazione diversi dal sistema educativo, ma che richiede anche all'università una varietà di prestazioni che vanno molto al di là della pur importante preparazione dei nostri giovani.

Un'area per noi del tutto nuova, ma ben consolidata in altri sistemi educativi, è, a questo proposito, quell'ampio insieme di iniziative che in gergo tecnico si chiama Spin Off.
Che cosa significa Spin Off? Letteralmente vuol dire "tirar fuori"  e questo è anche il senso di un'operazione sempre più necessaria in regime di autonomia universitaria, cioè in una situazione in cui l'università non è più un pezzo di una burocrazia centrale, ma deve essere una istituzione con autonomia propria, parte di una comunità locale, di cui costituire la finestra su un mondo in rapidissimo cambiamento.

Dentro le università ci sono, infatti, vaste attività di ricerca che sono orientate - così come deve essere - allo spostamento in avanti della frontiera della conoscenza, che contengono nello stesso tempo al loro interno porzioni di conoscenza che possono essere a loro volta distaccate e consolidate nella loro capacità applicativa, potendo diventare in tempi brevi il cuore di un'impresa ad alto potenziale innovativo. Si tratta, allora, di verificare, con occhio attento allo sviluppo industriale, l'immenso parco delle competenze presenti nell'università, e svolgere il mestiere difficile e delicato di "levatrice" di queste competenze, potendole indirizzare, almeno in parte, verso ricadute produttive.

Vi è, in tutta Europa, oltre che, ovviamente, negli Stati Uniti, una ricca messe di esperienze in questo ambito, dalla nascita delle prime società di software e computer nelle cantine delle università della California fino alle imprese di genetica nelle università inglesi.

Bisogna domandarsi se, anche per il nostro ateneo, è possibile questa azione di "tirar fuori" dalla nostra attività di ricerca nuove iniziative produttive. La risposta è certamente sì, anche se con tutte le difficoltà di una situazione storica in cui l'università era un corpo rivolto spesso al proprio interno e le imprese nascevano da tecnologie consolidate, anch'esse in realtà parte di un sistema produttivo spesso più orientato a riprodursi che a favorire salti innovativi.

 

Un'immagine dell'ateneo ferrarese. Tuttavia l'esperienza del consorzio di Ferrara Ricerche ci permette di avere una storia breve, ma intensa, cinque anni di crescenti buoni risultati nelle relazioni fra università e imprese, anche molto lontane da questo territorio, con un numero di contratti ormai di grande dimensione e un numero di laureati e dottorati che si sono formati in questo ambito di relazioni fra ateneo estense e imprese nei settori più avanzati.
Un'esperienza che ha anticipato una via che poi la riforma ha indicato come la via maestra per un sempre più necessario radicamento delle università nel territorio.
In questa vasta area di cooperazione industriale si sono create le condizioni perché l'università di Ferrara e un'impresa potessero avviare una nuova società nell'ambito dei settori ambientali, che ha potuto sviluppare industrialmente le notevoli capacità di ricerca e applicazione presente in questo ambito scientifico nella nostra università; così com'è oggi in via di realizzazione una nuova iniziativa nell'ambito delle tecnologie per il controllo delle acque e lo sviluppo di alcune produzioni ittiche.

E ancora altre iniziative si stanno delineando nei diversi ambiti in cui questa università ha una sua eccellenza: dalla salute alla scienza della terra, dalla fisica alla farmacologia.

A questo fine, il rettore ha nominato da tempo una commissione che definisse le condizioni per poter svolgere al meglio questa funzione di promozione di nuove attività produttive derivate dalla ricerca universitaria, pertanto è stato promosso un punto di aggregazione delle competenze che svolga le funzioni di riferimento per la molteplicità di relazioni con imprese, istituzioni di ricerca, dipartimenti, organizzazioni internazionali e mondo bancario. Questo punto è stato posto presso la facoltà di Economia, dove esistono competenze specifiche per permettere ai nostri scienziati e tecnologi di imparare a valutare le loro ricerche anche sotto la prospettiva del mercato e dell'industria.

Il Centro Spin Off di ateneo ha avviato una relazione molto importante con il Centro per le prospettive Tecnologiche dell'Unione Europea di Siviglia, che è il luogo in cui si seguono le esperienze più avanzate in Europa, permettendoci, così, di essere inseriti fin da subito in una rete europea di esperienze dinamiche, e d'altra parte si è legato all'esperienza emiliana in cui la regione si propone di costituire una rete fra università locali.

Tali esperienze, però, per avere successo, debbono far crescere una cultura imprenditoriale presso i ricercatori universitari e i laureati, i quali debbono poter considerare che un esito dei loro studi può essere la promozione di un'iniziativa produttiva; d'altra parte, occorre che le nostre imprese si basino anche su una nuova cultura di innovazione per non pensare al rapporto con l'università solo come a uno sportello in cui a bisogni immediati di un processo o di un prodotto si risponde con atti altrettanti immediati.

In questa nostra prospettiva, invece, l'innovazione è un cammino lungo, in cui un'università e un sistema produttivo locale iniziano a intendersi fra loro, uniti nell'esplorazione di spazi sempre nuovi, attraverso un'osmosi ininterrotta e la continua capacità di sfidarsi nella trasformazione della ricerca in una nuova produzione e, quindi, in nuova occupazione.
Altrettanto cruciale è l'apporto di un sistema bancario e finanziario che deve potersi assumere impegni verso l'innovazione, come possibilità di spostare più avanti la frontiera della nostra industria, nella convinzione che un sistema produttivo locale deve potersi muovere verso livelli di conoscenza più alti per potersi rigenerare continuamente, in un'aperta concorrenza in cui non vi sono più protezioni o rendite.