Editoriale - 'Ferrara voci di una città'
Scritto da Alfredo Santini
Questo numero di "Ferrara. Voci di una città" è caratterizzato da testi che rievocano la storia della città in ambiti non sempre facili a definirsi o a essere indagati.
È, naturalmente, l'evocazione della figura di Lucrezia che apre le celebrazioni del prossimo anno e che per la penna di Elettra Testi ci appare in tutta la sua ambiguità, fra storia e leggenda. Ma è pure la vicenda, degna di commento machiavelliano, sul conflitto fra potere e virtù di un testo poco conosciuto, la Michaelida di Ziliolo Zilioli, indagata da Gianni Venturi, o la singolare leggenda dimenticata riproposta da Giorgio Franceschini. Dai tre testi intessuti di violenza e di sangue si conferma la spietatezza del potere e l'implacabilità della vendetta.
È, naturalmente, l'evocazione della figura di Lucrezia che apre le celebrazioni del prossimo anno e che per la penna di Elettra Testi ci appare in tutta la sua ambiguità, fra storia e leggenda. Ma è pure la vicenda, degna di commento machiavelliano, sul conflitto fra potere e virtù di un testo poco conosciuto, la Michaelida di Ziliolo Zilioli, indagata da Gianni Venturi, o la singolare leggenda dimenticata riproposta da Giorgio Franceschini. Dai tre testi intessuti di violenza e di sangue si conferma la spietatezza del potere e l'implacabilità della vendetta.
Le indagini di Costanza Cavicchi su Girolamo da Carpi possono essere messe a riscontro con il testo di Pierluigi Cervellati che sul rapporto Ferrara-campagna immagina e costruisce scenari sul futuro della nostra città e sul necessario rapporto con il territorio. La Ferrara contemporanea è presente nella descrizione condotta da Vittorio Emiliani degli anni liceali trascorsi all'«Ariosto» e degli incontri con professori e compagni divenuti figure familiari, nell'immaginario ferrarese del secolo appena trascorso.
Concludono la pubblicazione lo scritto poco conosciuto di Govoni, una specie di biografia in minore proposta da Sergio Raimondi; il ricordo di un fine violinista come Aldo Ferraresi; i resoconti della mostra sulla pittura norvegese ai Diamanti, e della digitalizzazione delle mappe dell'Ariostea, rispettivamente di Maria Luisa Pacelli e di Paola Zanardi.
L'autorevolezza e la piacevolezza degli interventi mi sembra facciano di questo numero un esempio di un tipo di diffusione culturale seria che è al fondo degli interessi della Fondazione e della Cassa di Risparmio: divulgare l'immenso patrimonio della cultura ferrarese come recupero e conoscenza di ciò che ci fa essere ferraresi e non altri nell'essenza della nostra identità.
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Pubblicato in
Num. 15