Editoriale - 'Ferrara - voci di una città'
Scritto da Alfredo Santini e Sergio Lenzi
Un legittimo sospetto potrebbe nascere a chi sfoglia questo numero di Ferrara. Voci di una città dedicato interamente al decennale della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e della trasformazione in Società per Azioni della Cassa; quello, cioè, di una celebrazione delle magnifiche imprese condotte in porto dalla Fondazione e dalla Cassa di Risparmio di Ferrara di cui detiene la maggioranza azionaria di controllo.
Non nascondiamo che la consapevolezza di ciò che è stato fatto ci riempie di giusto orgoglio, ma per questo - come gli articoli della rivista vogliono dimostrare - non si deve dimenticare che dietro i fatti si cela un progetto pensato e non casuale di altissima qualità che tiene in debito conto le esigenze culturali, sociali ed economiche della città di Ferrara.
Non nascondiamo che la consapevolezza di ciò che è stato fatto ci riempie di giusto orgoglio, ma per questo - come gli articoli della rivista vogliono dimostrare - non si deve dimenticare che dietro i fatti si cela un progetto pensato e non casuale di altissima qualità che tiene in debito conto le esigenze culturali, sociali ed economiche della città di Ferrara.
Vorremmo che questo numero risultasse non tanto un riepilogo di operazioni nuove, vivaci, al passo con i tempi e, insieme, capaci di ricostituire il tessuto della storia che è il più gran bene lasciatoci da un'eredità culturale di primissima importanza, quanto una spinta forte a continuare su di una strada che ci sembra - ed è consolidata opinione della città - non vada abbandonata, ma percorsa con maggior fiducia. Il destino - e l'impegno - delle Fondazioni è questo, com'è stato dimostrato dai risultati che ora possiamo esibire, e non altro.
In dieci anni, non solo è cresciuto l'Istituto cittadino che è la banca della città e del territorio, ma la sinergia con la Fondazione ha provveduto, là dove era possibile, a medicare gli insulti del tempo e a promuovere interventi sociali, scientifici, umanitari e culturali di alto profilo, capaci di attirare il consenso della città, che infatti ha premiato con la fiducia sia la Cassa sia la Fondazione. Si potrà poi discutere delle scelte, mai della legittimità che le ha prodotte.
Ricomporre il mosaico di un'eredità storica straordinaria, concorrere al benessere del territorio, dare e ricevere fiducia: questo è un compito che pensiamo di avere assolto e che qui illustriamo. Gli antichi, allorché vollero esprimere il concetto di dono, dato e ricevuto, inventarono le Grazie, le tre fanciulle pudiche e nude che ricevendo il dono, discretamente, lo restituiscono in altra forma. Il dono ricevuto dal risparmio dei ferraresi, possano Fondazione e Cassa restituirlo alla città che lo ha incentivato e permesso in forma di vivibilità e memoria recuperata.
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Pubblicato in
Num. 16