Il ruolo della scienza

Scritto da  Pietro Dalpiaz

La Fondazione supporta la ricerca scientifica e contribuisce a dotare gli ospedali cittadini delle apparecchiature più sofisticateSostenere e finanziare la ricerca come fattore determinante di sviluppo.

Il metodo scientifico sviluppato, e inizialmente compreso dalla sola civiltà europea, ha permesso all'uomo di svilupparsi, di eliminare i problemi endemici legati alla scarsità di alimenti, di raddoppiare la vita media, ha creato condizioni di vita invidiabili, ha contribuito all'affermazione della democrazia, alla realizzazione del sogno cristiano dell'eliminazione della schiavitù e ha dato alla nostra civiltà un vantaggio enorme che in parte conserviamo ancora.

Il metodo scientifico non è segreto e è a disposizione della collettività, ma lo si può acquisire solo se si possiede un certo livello culturale, se ci si applica con passione e se si è disposti a vivere in una società aperta e senza privilegi. La società prodotta da questo metodo ha bisogno di un alto numero di persone di alto livello culturale e tecnicamente preparate. Se si applicano discriminazioni di censo o di sesso, non si raggiunge il numero critico di persone competenti e il sistema non decolla.


Ai nostri giorni, le applicazioni della scienza si stanno sviluppando enormemente, perché il cumulo delle informazioni scientifiche raccolte sta dando frutti, collegando le informazioni delle diverse discipline e producendo una valanga di applicazioni, ormai evidenti nello sviluppo delle nuove tecnologie.

Il recente spettacolare sviluppo che Internet ha avuto per merito dell'introduzione del Web da parte del CERN di Ginevra, credo avrà un effetto analogo a quello dell'introduzione della scrittura da parte dei Sumeri, delle vocali da parte dei Greci e della stampa da parte degli Europei. Infatti, questo nuovo modo di comunicare permette a chiunque di diffondere una propria idea e a tutti di scegliere con facilità i concetti, le idee e i fatti che si desiderano conoscere, per disporne in tempo reale.

I vantaggi legati ai progressi culturali sono sempre stati enormi, ma non durano indefinitamente. Una minore tensione innovativa, la convinzione sbagliata di avere delle garanzie, la speranza di utilizzare le scoperte fatte da altri e l'ignoranza delle ragioni che hanno prodotto lo sviluppo, possono portare a una rapida decadenza.
Nel caso specifico dell'Italia, il lavoro fondamentale fatto dai nostri antenati, con l'introduzione del metodo scientifico, non è stato sfruttato fino in fondo per infinite circostanze negative. È stato, invece, fortunatamente recepito in altre parti d'Europa e di li è ritornato da noi in tempi assai recenti, trasformando in modo positivo anche la nostra società. Ma di questo, nel nostro Paese, manca una diffusa consapevolezza.

In Italia, la ricerca scientifica è praticata principalmente nelle università e in pochi altri enti di ricerca, comunque legati all'università. Se analizziamo la percentuale di risorse che il nostro paese dedica alle università e alla ricerca scientifica rispetto agli altri paesi sviluppati, c'è da rimanere sbalorditi: a essere ottimisti sono inferiori di un terzo. Questo è un chiaro segnale che da noi le idee in questo campo sono ancora assai confuse.

La città di Ferrara ha costantemente voluto e sostenuto la sua antica università, anche in tempi difficili. In questo periodo, che si caratterizza, a mio parere, per una particolare mancanza di visione, tra le poche istituzioni locali che sostengono l'università e la ricerca nel nostro territorio, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Ferrara si distingue per costanza d'impegno e spirito mecenatistico.

La Fondazione supporta la ricerca scientifica e contribuisce a dotare gli ospedali cittadini delle apparecchiature più sofisticate.Ha sostenuto l'acquisto di strumentazione scientifica indispensabile per molti progetti, principalmente di ricerca biologica e medica, discipline particolarmente sofferenti per quanto riguarda i finanziamenti. Ha sostenuto finanziariamente la realizzazione in città di numerosi convegni scientifici nazionali e internazionali, contribuendo a inserire i nostri giovani nella ricerca scientifica.
La Fondazione della CRF contribuisce da anni, insieme all'università, a un consistente piano di borse di studio di post dottorato per giovani ricercatori appartenenti a tutte le discipline.

La recente costituzione della facoltà di economia, presso la nostra università, ha avuto un contributo finanziario pluriennale piuttosto consistente ed essenziale da parte della Fondazione.
Possiamo, ormai, considerare il Consorzio Ferrara Ricerche un'importante istituzione di ricerca ferrarese che riversa sull'università circa cinque milioni di euro all'anno di contratti di ricerca, provenienti principalmente da istituzioni private. La Fondazione CRF partecipa attivamente alla formazione del Consorzio, insieme all'università e ad alcune imprese ferraresi.

Recentemente, la Cassa di Risparmio di Ferrara è entrata in una società a maggioranza privata a cui partecipa l'università per la produzione di uno strumento per misurare l'inquinamento ambientale che si basa su sensori sviluppati in un laboratorio del dipartimento di fisica della nostra università. Una dimostrazione diretta degli effetti positivi per lo sviluppo economico locale che può avere la collaborazione di diverse istituzioni.

C'è da augurarsi che questo importante impegno della Fondazione CRF non svanisca nel tempo e che, anzi, si rafforzi e che sia imitato da altre istituzioni, anche perché i segnali che possiamo vedere intorno a noi in questo senso non sono incoraggianti e la ricerca scientifica ha ancora dei compiti molto ardui per il futuro, ma essenziali per la nostra sopravvivenza.

Perché sarà la ricerca a darci la possibilità di rimanere competitivi in ambito europeo e internazionale, impedendo quel decadimento che ha coinvolto molte civiltà. E per questo è necessario che la gente comprenda da dove viene il benessere di cui gode.
Perché sarà la ricerca a darci la possibilità di creare un modello di sviluppo sostenibile per l'intera umanità. Il modello di sviluppo della civiltà occidentale non è sostenibile nemmeno per tutta la popolazione mondiale attuale. Solo la ricerca potrà dare la possibilità di risolvere questo problema, altrimenti il periodo di pace e di benessere di cui godiamo non durerà a lungo.
L'obiettivo è molto impegnativo, e potremo raggiungerlo solo se le nostre istituzioni considereranno prioritari questi problemi. I segnali che vediamo in Italia non sono confortanti.

Come ho già detto, gli investimenti per università e ricerca sono da noi meno di un terzo di quelli normali nei paesi sviluppati. Sui nostri giornali si leggono spesso interventi di Soloni che, scimmiottando modelli stranieri, e con spirito solo mercantile, ci raccontano che l'università è un'azienda che deve solo soddisfare i propri clienti, che sarebbero gli studenti. Va ricordato che l'istituzione universitaria è nata in queste regioni, nel medioevo, per formare professionisti di alto livello. Scuole di questo genere esistevano anche in Cina, nei paesi arabi e in molti altri luoghi.
Ma in pochi secoli le nostre università, cresciute nelle piccole città-stato dove la libertà di parola non era ignota, hanno inventato e sviluppato il metodo scientifico, diventando un potente fattore di sviluppo sociale. Nell'ultimo secolo, il nostro modello universitario ha soppiantato in tutto il mondo qualsiasi altro tipo di scuola superiore.

La Fondazione supporta la ricerca scientifica e contribuisce a dotare gli ospedali cittadini delle apparecchiature più sofisticate.Questo modello universitario è stato il regalo più prezioso che ci ha lasciato il medioevo, per questo è un errore imitare il modello universitario di tipo mercantilistico applicato dai recenti governi conservatori in Inghilterra. Hanno risparmiato il 25% dei finanziamenti, ma, in questo modo, in pochi anni hanno ridotto la scienza inglese da star di prima grandezza a semplice comparsa. Un'università che non consideri tra i principali obiettivi la ricerca non è un'università, e va ricordato che le migliori università americane hanno come unico obiettivo la ricerca scientifica.

La formazione di alto livello è solo una conseguenza ineludibile. Se in America l'insegnamento universitario è ottimale e rispettoso degli studenti, ciò è dovuto anche a un'organizzazione efficiente, cosa nella quale noi italiani non eccelliamo da millenni. In questo dovremo impegnarci a fondo. Dobbiamo, però, fare attenzione a parlare di riforme. Dalle nostre parti, spesso queste hanno un risvolto amaro. La tanto richiesta autonomia universitaria, che si sta introducendo da un decennio, ha prodotto qualche risultato positivo, ma l'introduzione di concetti aziendalistici, basati su criteri arbitrari o imposti da occasionali maggioranze, in un contesto decennale di bilancio economico costante, sta iniziando a produrre seri danni a una struttura globalmente sottofinanziata e già in origine debole.

Il rinascimento è stato opera di uomini che avevano una fortissima coscienza della propria identità, capaci di creare con fantasia e coraggio, e che non avevano bisogno di copiare modelli. A noi basterà ispirarci all'atteggiamento di questi grandi antenati. Se così faremo, assumendoci le nostre responsabilità, avremo sicuramente successo nel difficile compito di garantire un futuro prospero e pacifico alle future generazioni, grazie anche allo strumento della ricerca scientifica.