Questi dieci anni rivoluzionari possono essere logicamente suddivisi in tre fasi, corrispondenti a tre mandati di presidenza, caratterizzati da orientamenti molto precisi e orientati al conseguimento di obiettivi e risultati di volta in volta definiti dal consiglio di amministrazione.
In corrispondenza con la presidenza dell'avvocato Silvio Carletti, la Cassa di Risparmio di Ferrara ha perseguito due obiettivi principali: da una parte, l'adeguamento della struttura societaria e organizzativa alle nuove regole dettate dal Testo Unico approvato nel 1993, a complessiva riforma del settore creditizio; dall'altro, il rafforzamento della propria presenza sul territorio, per prepararsi a fronteggiare i prevedibili attacchi di una concorrenza sempre più agguerrita, e certamente attratta dalle potenzialità di un mercato in crescita, come quello ferrarese.
Silvio Carletti ha, dunque, guidato la banca in un difficile momento di transizione, che ha comportato la scissione delle attività creditizie da quelle cosiddette no-profit, con la costituzione della banca in società per azioni e la nascita di un nuovo soggetto giuridico, la Fondazione, titolare delle azioni stesse e autonoma erogatrice di fondi per interventi sul territorio a favore delle categorie deboli, a sostegno dell'istruzione e della formazione, a tutela del patrimonio artistico e culturale.
Detto così, e con il senno del poi, pare semplice. In realtà si è trattato di un vero e proprio shock culturale, dal momento che la Cassa di Risparmio di Ferrara, come tutte le istituzioni creditizie della stessa natura, aveva sempre esercitato il credito con un occhio di riguardo allo sviluppo, nel senso più lato del termine, del territorio.
Nel 1993, invece, si trovava per la prima volta a doversi considerare esclusivamente come fonte di reddito per un "padrone", la Fondazione", che avrebbe poi erogato IN tutta autonomia, i fondi generati dall'attività bancaria, per soddisfare i propri scopi istituzionali. Al fine, appunto, di facilitare il superamento di questo shock, per un certo periodo Silvio Carletti ha potuto ricoprire la carica di presidente in entrambi i consigli di amministrazione, optando poi per quello della Fondazione nel momento in cui la legge ha imposto la scelta.
Nel medesimo periodo, però, la Cassa di Risparmio di Ferrara ha anche affrontato con estrema decisione e - bisogna pur dirlo - con grande successo, il problema del mantenimento delle quote di mercato a livello locale. A fronte della recrudescenza della concorrenza fra istituti di credito e della liberalizzazione del piano sportelli, la Cassa ha saggiamente deciso di rafforzare la propria base sul mercato tradizionale, prima di avventurarsi in territori nuovi e sconosciuti. L'occasione si è presentata nel momento IN cui la Banca di Credito Agrario di Ferrara è stata posta IN vendita sul mercato. Si trattava di una banca IN condizioni strutturali e patrimoniali di disagio, ma con una consolidata presenza sul territorio ferrarese. Acquistarla significava non solo tutelare la propria posizione dominante sul mercato locale, ma anche raggiungere dimensioni tali da permettere di sfruttare consistenti economie di scala (anche a vantaggio della clientela) e intervenire a sostegno dell'occupazione locale.
Una scelta coraggiosa, quella della Cassa, che ha rafforzato le fondamenta su cui costruire il futuro della banca, lanciando una sfida di crescita che avrebbe trovato, negli anni seguenti, un'espressione anche al di fuori del territorio tradizionalmente presidiato.
Con la nomina di Giovanni Bertoni alla presidenza, la Cassa di Risparmio entra in una nuova fase, che potremmo definire di consolidamento delle posizioni acquisite. In particolare, nel 1996 il consiglio di amministrazione della Cassa, rilevava la necessità di una "modernizzazione" e, in particolare, di un miglioramento della qualità dei prodotti e dei servizi offerti alla clientela attraverso l'acquisizione di una cultura d'impresa, orientata alla soddisfazione del cliente, e un massiccio investimento sul "capitale" umano, teso alla valorizzazione della professionalità e delle competenze dei dipendenti a ogni livello.
Il periodo corrispondente alla presidenza di Giovanni Bertoni, ha visto dunque una sorta di rivoluzione culturale, fatta non tanto di grandi azioni strategiche, quanto di innumerevoli, piccoli interventi quotidiani, volti a motivare i dipendenti, rendendoli partecipi e responsabili del processo di attuazione delle strategie. Si è trattato di un momento di difficile transizione, in cui i tradizionali punti di riferimento, i valori condivisi, le prassi consolidate sono stati messi in discussione, non già per abbandonarli, ma per adattarli, consolidandoli, a una realtà economica e sociale ormai mutata.
Da questa fase, la Cassa di Risparmio di Ferrara è uscita rafforzata. Alla sua tradizionale solidità patrimoniale ha affiancato una capacità strutturale - e perciò stabile e duratura nel tempo - di generare reddito, di guadagnarsi il rispetto della clientela e della concorrenza, di offrire servizi moderni e innovativi, di soddisfare un azionariato sempre più ampio e diffuso.
Le fondamenta erano costruite e consolidate. Era venuto il momento di affrontare una nuova sfida. L'alternativa era fra completare l'azione di consolidamento e "vendersi" al meglio a qualche gruppo bancario di respiro nazionale, o diventare polo aggregante di un gruppo bancario con aspirazioni nazionali. La prima strada era effettivamente la più facile e, forse, quella più "appagante" nel breve termine; la seconda, più impegnativa, avrebbe permesso di costruire un futuro non solo per la Cassa, ma anche per Ferrara, creando nuovi posti di lavoro, incentivando la creazione di nuove competenze, costruendo nuove opportunità di sviluppo.
Ancora una volta, è stato un avvicendamento al vertice della Cassa il segnale forte di un cambiamento voluto dalla Fondazione, azionista di riferimento, e promosso dal consiglio di amministrazione. Durante i primi anni della sua presidenza, Alfredo Santini ha tessuto, insieme al direttore generale Gennaro Murolo, la delicata tela che avrebbe portato, nel marzo di quest'anno, alla nascita ufficiale di un gruppo bancario ferrarese, a cui fanno ormai capo una decina di società controllate o partecipate dalla Cassa di Risparmio di Ferrara.
Una tela fatta di una strategia di espansione territoriale ambiziosa, ma cauta; di alleanze con partner strategici italiani e stranieri di grande valore e prestigio, come la francese Vega Finance e il Gruppo Rothschild; di presenza attiva e determinata nei nuovi canali distributivi virtuali; di una saggia politica di alleanze con piccole, ma consolidate, realtà bancarie e imprenditoriali, coma Banca Modenese e Banca di Treviso, nei territori adiacenti a quello tradizionalmente presidiato; di acquisizioni di grande importanza, come quella di BN Commercio e Finanza, una delle principali società italiane di leasing e factoring.
"Da lepre a cacciatore": così Alfredo Santini e Gennaro Murolo amano sintetizzare le recenti trasformazioni vissute dalla Cassa di Risparmio di Ferrara. Ma ricordandola com'era solo dieci anni fa, verrebbe da coniare un nuovo slogan: "Da regina incontrastata di un piccolo feudo, ad attrice a pieno titolo della scena finanziaria nazionale." In soli dieci anni. E senza mai dimenticare le proprie radici.
1989
Il 15 giugno il Ministro del Tesoro Giuliano Amato visita la sede dell'Istituto e illustra la politica del Governo nei confronti delle Casse di Risparmio. Il 16 settembre la Cassa ospita il Presidente del Consiglio, onorevole Giulio Andreotti, a Ferrara in occasione della venticinquesima edizione del Premio Estense. Inaugurati nell'anno gli sportelli automatici del Villaggio Artigianale e di S. Maria Maddalena.
Sempre nell'ambito del potenziamento dei servizi telematici a favore della clientela, viene istituito l'home-banking.
Viene aperta la filiale di Donada: è il 41° sportello dell'Istituto e il secondo operante in provincia di Rovigo.
Il patrimonio della Cassa raggiunge i 144 miliardi, mentre l'utile netto i 18 miliardi. Per volontà della Cassa e del Comune di Ferrara. nasce il Comitato Ferrara Musica con lo scopo di promuovere e garantire la presenza della Chamber Orchestra of Europe a Ferrara.
1990
Viene approvata la legge n° 218/90 - meglio nota con il nome di "Legge Amato" - che sancisce il primo passo verso la riforma del sistema creditizio italiano attraverso lo sdoppiamento degli Enti Casse di Risparmio in una Fondazione e una Società per Azioni, esercente l'attività bancaria.
Si rafforza la posizione della Cassa che vanta un patrimonio di 169 miliardi e un utile netto di 21 miliardi.
Con il concerto sinfonico diretto da Claudio Abbado alla guida dei Berliner Philarmoniker, Ferrara ospita il maggior evento musicale italiano dell'anno grazie all'apporto decisivo della Cassa.
Con I TAL YA', allestita con il contributo della Cassa, 2000 anni di arte e vita ebraica in Italia in mostra a Palazzo dei Diamanti.
Apertura della nuova filiale a Cento e di un'agenzia all'interno dell'ipermercato "Il Castello".
Nell'ambito della visita apostolica a Ferrara, il papa Giovanni Paolo II incontra amministratori e dirigenti della Cassa.
1991
Un'assemblea straordinaria sancisce la trasformazione della Cassa in Società per Azioni.
L'avvocato Carletti viene riconfermato presidente della Cassa per un altro mandato, vice presidente è ancora il dottor Santini.
L'utile netto di esercizio è di 21 miliardi e il patrimonio ammonta a 217 miliardi.
Ricorre il VI Centenario della fondazione dell'Università di Ferrara.
Viene acquistato il dipinto di Bastianino La visita della Madonna a S. Elisabetta e, dopo il restauro, viene collocato a Palazzo dei Diamanti, dove è possibile visitare la quadreria della Cassa esposta in modo permanente.
Apertura della filiale di Vigarano Mainarda.
La Cassa pubblica L'età di Biagio Rossetti di Ada Francesca Marcianò.
1992
Il primo gennaio nasce ufficialmente la Società per Azioni. Il patrimonio di conferimento è stato valutato in 238 miliardi circa.
Varato il primo storico aumento di capitale sociale dopo la trasformazione in S.p.A. da 200 a 260 miliardi.
La Cassa di Ferrara è, insieme a quella di Cesena, il primo istituto della categoria ad avere azioni ordinarie collocate presso privati.
Continua l'impegno della Cassa nella promozione delle arti figurative con l'edizione di un nuovo volume dedicato alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara e il sostegno alla mostra dedicata a Marc Chagall.
1993
Il dottor Paolo Bianchi diventa Direttore Generale della Cassa. È operativa la Fondazione: presidente e vice presidente, sono - per nomina ministeriale - rispettivamente l'avvocato Carletti - che mantiene anche la presidenza della Cassa Spa - ed il M.o Angelo Artioli; segretario generale è il dottor Alfredo Santini, già vice presidente della Cassa. A tale incarico è nominato l'ingegner Sergio Cesare Capatti.
L'esercizio si chiude con un utile di 21 miliardi e 207 milioni. Il patrimonio raggiunge quota 366 miliardi.
Si rafforza la presenza della Cassa nel rodigino con l'apertura della filiale di Badia Polesine.
Escono sotto l'egida editoriale della Cassa Il Garofalo di Anna Maria Fioravanti Baraldi e il primo volume dell'opera monumentale del M.o Adriano Franceschini Artisti a Ferrara in età umanistica e rinascimentale. Viene sponsorizzata la mostra "Spina, una città fra Greci ed Etruschi", ospitata al Castello Estense.
1994
La Cassa acquisisce la Banca di Credito Agrario di Ferrara. I dipendenti, per effetto della fusione, raggiungono quota 869.
L'utile dell'azienda si attesta a 6.835 milioni, il patrimonio passa a 374 miliardi.
Cassa e Fondazione sponsorizzano l'esecuzione de Le nozze di Figaro, con Claudio Abbado alla guida della Chamber.
Vengono editi il primo volume di Dosso Dossi di Alessandro Ballarin e il tomo II parte prima dell'opera di Adriano Franceschini, Artisti a Ferrara in età umanistica e rinascimentale.
1995
L'avvocato Silvio Carletti opta per la presidenza della Fondazione.
Alla guida della Cassa l'Assemblea dei Soci nomina Giovanni Bertoni, vice presidente, l'ingegner Sergio Cesare Capatti. Si costituisce la Società Interbancaria Ferrarese per la Riscossione dei Tributi e Altre Entrate dello Stato (SIFER spa), con personale del ramo esattoriale di Cassa e Banca Nazionale dell'Agricoltura.
L'anno si chiude con un utile d'esercizio che supera abbondantemente i 12 miliardi e un patrimonio di 379 miliardi.
Vengono aperte otto nuove agenzie e filiali: a Ferrara, l'agenzia 16, in via Foro Boario; a Rovigo, Lagosanto, Pontegradella, Adria, Castelmassa, Lendinara, Polesella, l'Agenzia 1.
In campo editoriale, esce Ercole de' Roberti di Monica Molteni e si completa l'opera su Dosso Dossi.
1996
Scompare prematuramente il dottor Achille Mascellani, vice direttore generale.
L'utile netto di esercizio sfiora i 19 miliardi, il patrimonio supera i 380 miliardi. Vengono inaugurate le nuove filiali di Mirabello e Voghiera, portando così a 80 il numero degli sportelli dell'istituto.
La Cassa ottiene l'assegnazione di numerose tesorerie, come quelle dei comuni di Argenta, Berra, Copparo, Goro, Lagosanto, Massafiscaglia, Mesola, Migliaro, Voghiera, oltre a quella delle aziende ACFT, AGEA, AMSEFC e dello IACP.
Viene assunto con la qualifica di vice direttore generale, il ragionier Licinio Bacchelli, che nell'ottobre diventa direttore, in sostituzione del dottor Paolo Bianchi.
1997
Siglato accordo commerciale di cooperazione globale con Deutsche Bank per la diffusione di prodotti e servizi del gruppo tedesco alla clientela. Viene raggiunto il traguardo dei 100.000 conti operativi. Da aprile la Cassa è presente in Internet.
La massa amministrata supera i 7600 miliardi con una crescita del 5,48%, mentre gli impieghi sorpassano 1.600 miliardi. L'utile netto è di 21 miliardi con un incremento del 12%. Il patrimonio passa a 386 miliardi.
Inizia la pubblicazione del periodico d'informazione trimestrale "Cassa di Risparmio di Ferrara" distribuita in 25.000 copie e destinata ai soci: esso subentra a "CRF Notizie", nato nel 1979.
Donata all'azienda Usl di Ferrara un'apparecchiatura per la Tomografia Assiale Computerizzata da destinare all'Ospedale San Camillo di Comacchio.
Con l'uscita del tomo II parte seconda, la Cassa termina l'opera di Adriano Franceschini Artisti a Ferrara in età umanistica e rinascimentale.
1998
Viene nominato presidente il dottor Alfredo Santini, già segretario generale della Fondazione. vice è l'ingegner Cesare Capatti.
La massa amministrata sfiora gli otto miliardi di lire. L'esercizio chiude con un utile netto di oltre 23 miliardi e un patrimonio che passa 399 miliardi.
Celebrazioni per il 160° anniversario della Cassa, il 25 settembre, alla presenza del presidente della repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, e del governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. In quella data, il capo dello stato ha inaugurato la mostra dedicata a Dosso Dossi, realizzata con il determinante contributo della Cassa, nella stupenda cornice di Palazzo dei Diamanti.
Esce il volume Ferrara il sentimento della città con testi di Carlo Bassi.
1999
Con un utile d'esercizio che supera i 29 miliardi, e un patrimonio di 412 miliardi, la Cassa chiude in bellezza il secolo e vanifica brillantemente i timori del millennium bug.
Si costituisce, con l'assistenza della Banca Rotschild, la Estense Lux Sicav, una società d'investimento a capitale variabile, le cui quote sono distribuite nella rete di vendita della Cassa.
Nell'ottica della collaborazione con l'università, si organizza una serie di seminari frutto della collaborazione tra Cassa e facoltà di economia, per approfondire tematiche di interesse finanziario e bancario.
La Cassa sponsorizza la mostra Rubens e il suo tempo.
In campo editoriale escono Cosmè Tura di Monica Molteni e La Storia di Ferrara, vol. 6° che continua l'opera intrapresa negli anni precedenti, poi interrottasi.
2000
Anno importante per la vita dell'istituto di credito cittadino. Cambio ai vertici: a fine gennaio, il dottor Gennaro Murolo diventa il nuovo direttore generale. Muore l'avvocato Silvio Carletti, presidente della Fondazione, già presidente della Cassa: alla guida di Palazzo Crema gli succede Sergio Lenzi. Nell'ambito del programma di espansione vengono aperte nuove filiali di Roma e Mantova, oltre a quelle di Formignana e l'agenzia presso l'Arcispedale S. Anna. Con un risultato di gestione attestato a 64 miliardi pari a un incremento del 36,58%, la Cassa conferma il trend positivo in termini di sostegno degli investimenti, mantenendo parimenti liquidità adeguata e rafforzando i presidi patrimoniali. Avviato il progetto "Haus Bank". Scompare, centenario, l'avvocato Filippo Lodi, per vent'otto anni vice presidente della Cassa.
Nasce il Carifoglio, periodico mensile del personale della Cassa a opera di una redazione interna.
2001
La Cassa si conferma "internazionale" dando vita a una Sgr in partnership con la Vega Finance Société Financiére di Parigi.
Mostra delle opere del pittore Giuseppe Zola (1672-1743) di proprietà della Cassa: viene edito un catalogo a cura di Berenice Giovannucci Vigi. La Cassa sponsorizza la biblioteca multimediale dell'Azienda Ospedaliera S. Anna, intitolata allo scomparso presidente, avvocato Raffaello Collevati.
Apertura di due nuove filiali a Modena e Padova.
Aumento di Capitale sociale di 102 miliardi.
La massa amministrata ha superato i 10.000 miliardi; il patrimonio passa a 541 miliardi con un utile di 35 miliardi.
Sostegno della Cassa a grandi mostre quali Da Canaletto a Constable e Da Dahl a Munch, inaugurata dalla regina Sonja di Norvegia.
Esce il primo volume della Storia di Ferrara.
[Questa cronologia è seguito e completamento di quella comparsa nel volume pubblicato in occasione del centocinquantesimo anniversario della Cassa di Risparmio di Ferrara, ed è stata curata da Andrea Nascimbeni]
Se dieci anni vi sembran pochi
Scritto da Paolo Canton1993-2002: per la Cassa di Risparmio di Ferrara, dieci anni all'insegna del cambiamento (con una cronologia a cura di Andrea Nascimbeni).
Per un istituto di credito che vanta più di 160 anni di storia, dieci anni potrebbero sembrare un periodo relativamente breve. Ma gli ultimi dieci anni, dal 1993 a oggi, per la Cassa di Risparmio di Ferrara hanno significato una completa rivoluzione, imposta dalle modifiche alla legislazione del settore e dalla recrudescenza della concorrenza fra banche, ma anche fortemente voluta dal Consiglio di Amministrazione e dalla dirigenza, per far sì che, di fronte a una società che cambia, la Cassa potesse continuare a rappresentare, come aveva sempre fatto, un efficace punto di riferimento.