Editoriale -

Scritto da  Alfredo Santini
Presentiamo un numero particolarmente vario nei temi e nelle proposte, dedicato non solo alle importanti presenze di storia dell'arte e di letteratura, ma anche ad antiche tradizioni, come quella della coltivazione della canapa, o a ricordare la prima industrializzazione del nostro territorio.

Scopriremo, quindi, un volto di Ferrara che è scomparso ma ha lasciato tracce perduranti nel tessuto sociale, economico, culturale della città: si pensi alla scuola delle suore Orsoline, un'istituzione che ha avuto molti meriti in città per la capacità di allevare generazioni di studentesse.

Il servizio centrale è la cronaca di un grande evento culturale: la presentazione in Campidoglio del volume sulle collezioni estensi disperse a Roma dopo la Devoluzione, che ribadisce la volontà della Cassa e della Fondazione nel rintracciare le linee guida della grande civiltà estense e delle acquisizioni del patrimonio artistico disperso, fiori all'occhiello della politica culturale delle due Istituzioni. Si aggiungono, poi, il ricordo di un grande maestro recentemente scomparso, Claudio Varese, del direttore d'orchesta e compositore Luciano Chailly e di Azzalli, mitico proprietario e gestore dell'Apollo, il cinema in cui si sono educate generazioni di ferraresi.

La presenza della Biblioteca Ariostea nelle pagine del grande giornalista e scrittore Tumiati, la cronaca della interessantissima mostra Shakespeare nell'arte al Palazzo dei Diamanti, ma soprattutto le poesie di Roberto Pazzi, il più illustre scrittore ferrarese di oggi, concludono degnamente un numero che testimonia il fervore passato e presente della "civiltà" ferrarese capace di emulare le grandi capitali della cultura ma anche di esibire una tradizione economica e imprenditoriale di tutto rispetto, confermata oggi dallo spirito illuminato della Cassa e della Fondazione.