Editoriale -
Scritto da Alfredo SantiniLe "voci" evocate nella testata di questa rivista interagiscono, si completano a vicenda non solo in ciò che è presente ma anche in ciò che è annunciato. Le "voci" della Fondazione e della Cassa documentano l'impegno alla salvaguardia del patrimonio economico e culturale e ribadiscono la volontà di espansione mirata su obiettivi di sicurezza e di stabilità. Ci sono "voci" che rievocano il clima degli anni Trenta di Ferrara: la pittrice Mimì Quilici Buzzacchi, il progetto urbanistico di Tresigallo, la trasvolata atlantica di Italo Balbo, l'indimenticabile Mostra del '33.
La "voce" degli interventi sulla città è quella di Stefano Lolli sul Parco Bassani e sull'erigendo Museo Nazionale della Shoah. La problematica del restauro, tema assai importante per la politica culturale della Fondazione, è affrontato da Costanza Cavicchi riguardo alla chiesa di San Simone e Giuda, e da Berenice Giovannucci Vigi per le tele delle Storie di Ester. Due interessanti note sui mercanti ebrei a Ferrara nel Cinquecento, e su un documento che testimonierebbe la presenza del Tura nel Monastero di San Paolo colmano la sezione dedicata alla storia rinascimentale, così come il ricordo dei 200 anni del circolo Unione e un testo sulla poesia dialettale e in lingua nel copparese danno voce alla storia recente della città.
Fra cronaca e progetto la voce di Gianni Venturi, dedicata alla mostra Une Renaissance singulière. La cour des Este a Ferrare inaugurata a Bruxelles dal Presidente Ciampi e dalla famiglia reale belga, e fortemente supportata da Cassa e Fondazione. Come nel '33, le luci del Rinascimento ferrarese brilleranno nella cornice del Castello appena restaurato: da marzo a giugno 2004, le "voci" dell'arte europea convergeranno su Ferrara e sui suoi inestimabili tesori finalmente ricongiunti nei luoghi che li hanno per primi visti nascere ed essere ammirati dalle corti e dai popoli dell'Europa.
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Num. 19