Il settore preminente, come per gli anni passati, rimane Arte e Cultura (36,68% del totale delle erogazioni, il quale però registra -8,05 punti percentuali rispetto all'anno precedente), seguito da Categorie Deboli (24,33%, + 4,04%), Ricerca Scientifica (21,27%, -2,63%) e Sanità (15,72%, +6,64%).
A determinare tali variazioni rispetto l'esercizio passato non è stato un "cambio di rotta" operativo della Fondazione, ma il concorrere di fattori puramente contingenti; ad esempio, il fatto che alcuni importanti interventi nell'ambito di Arte e Cultura, per i quali si era preventivato un sostegno, per ora non sono ancora cominciati.
Settori che, va evidenziato con chiarezza, hanno registrato un aumento dei propri bisogni.
Le difficoltà in cui versa (al pari delle altre democrazie europee) il sistema di welfare sociale e l'assistenza sanitaria pubblica spinge sempre più gli enti pubblici locali e le organizzazioni non-profit a cercare fonti di sostentamento diverse da quelle statali.
La Fondazione ha quindi sentito il dovere di affrontare questa situazione critica, impegnandosi peraltro in futuro a rendere il proprio intervento sempre più efficace e mirato verso quei progetti che realmente possono produrre meccanismi virtuosi di emancipazione sociale per categorie oggi decisamente svantaggiate.
Riguardo il settore Arte e Cultura, è importante notare che il permanere del suo maggior peso nell'attività erogatoria della Fondazione, si è concretizzato non solo mantenendo un'adeguata considerazione a tutte quelle manifestazioni culturali di ormai consolidata qualità e notorietà, ma anche aprendo nuove strade.
Prima fra tutte, quella di fare di Ferrara non solo una splendida città in grado di accogliere turismo ed eventi, ma anche quella di renderla una sorta di prodotto culturale di qualità da esportare oltre le splendide mura che la circondano.
Ecco quindi che, a fianco di mostre come "Shakespeare nell'arte" e "Degas e gli italiani a Parigi", entrambe realizzate al Palazzo dei Diamanti, è stata organizzata anche "Une Renaissance singulière. La cour des Este a Ferrare" a Bruxelles.
Parallelamente a queste grandi iniziative, la Fondazione non ha mancato di offrire il proprio sostegno a quegli eventi di minore portata, talvolta addirittura di nicchia, ma che sempre contribuiscono a creare un tessuto culturale locale particolarmente attivo e stimolante.
Nel campo invece delle manifestazioni, anche nel 2003 è stato dato ampio sostegno a due appuntamenti ormai consolidati, quali il Salone internazionale dell'Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali, e il II Convegno Europeo sui siti dichiarati dall'UNESCO "Patrimonio dell'Umanità". Come del resto la stagione concertistica organizzata da Ferrara Musica rimane uno dei fiori all'occhiello del nostro Ente.
Come già riportato in precedenza, la Fondazione registra un impegno crescente nel settore delle cosiddette Categorie Deboli. Si tratta di un ambito evidentemente molto ampio, quasi di difficile definizione. Il nostro Ente è direttamente impegnato in almeno cinque dei nuovi settori individuati dall'attuale normativa sulle Fondazioni di origine bancaria.
Grande attenzione è stata posta agli anziani, non solo sostenendo l'assistenza ai soggetti con i maggiori problemi economici e fisici, ma anche cercando di promuovere quelle iniziative che mirano a valorizzare un loro ruolo attivo nella società.
Riguardo invece la Formazione giovanile, abbiamo confermato la nostra attenzione agli asili nido e alle scuole materne, individuate non solo come primo importante ambito di socializzazione per i bambini, ma anche come valido aiuto alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano a tempo pieno.
Un sostegno diretto alla Famiglia è invece stato offerto aiutando quelle organizzazioni particolarmente attive in questo ambito. Anche in altri ambiti del sociale, i contributi offerti dalla Fondazione sono stati indirizzati al mondo dell'associazionismo, visto come strumento particolarmente efficace di integrazione alle strutture pubbliche.
Ma il Volontariato in generale è considerato un importante interlocutore della Fondazione, soprattutto per quella sua caratteristica di essere il risultato di un'iniziativa di privati cittadini che agiscono insieme per il raggiungimento di un bene comune.
Tra le iniziative di maggior rilievo spiccano sicuramente l'ormai consolidato apporto dato alla Scuola Materna "Pio XII" del Barco, di cui apprezziamo il coinvolgimento delle famiglie in un sistema educativo aperto al sociale, e il finanziamento dato al corso di aggiornamento "Autismo: dalla valutazione all'intervento" riguardante l'applicazione di una tecnica innovativa in grado di anticipare la diagnosi di questa patologia e di altre affini, in modo poi da poter iniziare una terapia specifica fin dai primi anni di vita.
A queste si aggiunge il notevole impegno economico offerto nell'acquisto di pulmini, sempre estremamente utili alle associazioni di volontariato, e la ristrutturazione della "Casa di accoglienza di Stefano", in grado di occuparsi di varie forme di disagio sociale, realizzato insieme all'associazione Viale K.
Il settore Istruzione e Ricerca Scientifica è stato caratterizzato da un sostegno della Fondazione verso quei progetti che presentavano il maggiore livello di innovazione. Ciò è valso non solo per la ricerca scientifica operata nel nostro Ateneo cittadino, i cui risultati possono essere premesse allo sviluppo economico-imprenditoriale della nostra società, ma anche per l'offerta formativa universitaria e post-universitaria.
Allo stesso modo, nell'istruzione primaria e secondaria, la Fondazione ha contribuito alla realizzazione di quei programmi linguistici e informatici che già oggi costituiscono un elemento fondamentale per il futuro lavorativo dei ragazzi.
Sono poi stati davvero numerosi i progetti sostenuti tramite il Consorzio Ferrara Ricerche, del quale la Fondazione è socia.
Sempre in tema di ricerca, la Fondazione ha erogato, tramite i propri partner istituzionali, più di 160.000 euro in borse di studio e assegni di ricerca nelle più diverse materie, dalla biologia all'economia, alla giurisprudenza, riservando comunque una maggiore attenzione agli studi medici.
Infine, gli sforzi della Fondazione rivolti al settore Sanità hanno cercato di individuare una propria linea-guida sia nell'attuale processo di riordino dei presidi sanitari della provincia, sia nell'individuazione di quegli ambiti in cui determinate carenze di strumentazioni e servizi producono una migrazione di pazienti verso altre regioni del paese. Ne è un importante esempio l'acquisto, insieme al Comune di Copparo e agli altri cinque del comprensorio, della Risonanza Magnetica nell'ospedale della cittadina, per ovviare alle tante migrazioni verso strutture sanitarie anche lontane.
Disponendo di risorse comunque limitate rispetto ai bisogni potenziali, la Fondazione ha cercato di raggiungere un equilibrio tra vastità degli interventi possibili e necessità di efficacia. A tal fine sono stati preferiti quegli interventi che potevano avvalersi di altre parziali fonti di finanziamento.
Tra i progetti di maggiore rilevanza, vanno sicuramente ricordati l'attivazione di un Centro di "Ipovisione" gestito dalla Clinica Oculistica con l'Unione Italiana Ciechi, l'istituzione di un laboratorio di Emodinamica all'Ospedale del Delta, e il rilevante contributo offerto per la realizzazione del Centro di Raccolta Sangue dell'Avis.
Non possono poi essere dimenticati almeno due dei programmi pluriennali intrapresi dalla Fondazione.
Nel 2003 è stato concluso il progetto di ricerca per la riabilitazione delle malattie vascolari, il quale si pone l'importante obiettivo di ampliare l'assistenza sanitaria oltre la prima emergenza.
Altro progetto concluso l'anno scorso è quello relativo allo studio delle metodiche di neuroimmagine e di laboratorio nel predire l'evoluzione del morbo di Alzheimer.
Al di là dei dati tendenziali, dei risultati effettivamente raggiunti e dei progetti futuri, rimane ben saldo l'obiettivo di essere sempre più un soggetto impegnato in settori strategici per sviluppo del nostro territorio locale.
Settori che anche se "non fanno economia" nell'immediato, costituiscono una premessa necessaria all'aumento della competitività economica della nostra provincia, ne elevano lo spessore culturale, contribuiscono alla realizzazione di quella solidarietà sociale che sta alla base di ogni moderna società civile.
Un viaggio nella storia della musica, dagli anni quaranta fino ad oggi, raccontati in un succedersi di musical in costume e scambi di battute tra i giovani attori e il loro dirigente scolastico: tutto questo è stato "In viaggio con la musica", lo spettacolo che le classi quinte tempo pieno della scuola elementare "C. Battisti" di Bondeno hanno organizzato per inaugurare il Laboratorio di Musica, Proiezioni e Spettacolo, cui la Fondazione ha offerto un contributo nell'acquisto degli impianti audio.
Dal boogie woogie del dopoguerra a "Let it be" dei Beatles, passando per la grande rivoluzione culturale del rock and roll e le ormai mitiche scene di ballo del film "Grease", arrivando poi alla dance music degli anni '70 e ai cantanti di oggi.
I giovani artisti di Bondeno hanno condensato in poco più di un'ora di spettacolo una parte importante della storia della nostra società contemporanea.
"Il ballo e il canto, l'esibirsi davanti a un pubblico, possono avere grandi potenzialità per la crescita personale dei bambini - afferma l'insegnante di scienze motorie Cinzia Montanari - non si tratta quindi di semplice divertimento, ma di creare occasioni di socializzazione e di formazione attraverso il divertimento. Inoltre, porsi davanti ad un pubblico attraverso l'espressione del proprio corpo è una prova importante per l'affermazione del proprio sé".
Si tratta di un progetto che dimostra come non servano sempre grandi mezzi per creare occasioni in cui si fa formazione in modo innovativo e si contribuisce a rafforzare le nostre comunità locali.
Tra i diversi contributi alla tutela del patrimonio artistico della nostra città che la Fondazione ha realizzato nel 2003, un posto rilevante è certamente occupato dalla restituzione del San Girolamo penitente alla chiesa della Madonnina.
L'opera del Bastianino, realizzata nel 1569, ritrae il padre della Chiesa nel deserto, in atteggiamento contemplativo davanti al Crocefisso, circondato dai classici simboli iconografici del leone, del teschio, e dei libri aperti, in riferimento ai suoi studi di traduttore e interprete della Bibbia.
Sollecitata dal parroco, dai civici Musei di Arte Antica e da Ferrariae Decus, già nel 2000 la Fondazione erogò i primi finanziamenti relativi al restauro, nell'ambito del generale progetto di valorizzazione del pittore ferrarese e ricomprendente anche la grande impresa di recupero del catino absidale della Cattedrale di Ferrara.
Si trattò di un'operazione tutt'altro che facile. Innanzitutto si rese necessario intervenire sul supporto ligneo di pessima qualità e altrettanto male strutturato, che inoltre col passare del tempo si era imbarcato e risultava infestato dagli insetti. A ciò poi, si sarebbe aggiunta la necessità di pulire la pellicola pittorica, in modo da riscoprire le originali cromie dell'opera.
Successivamente a questo complesso restauro, il Bastianino fu posto temporaneamente nell'abside a destra dell'altar maggiore, in attesa che fosse restaurata anche la grande ancona sopra l'altare dell'abside della cappella di destra.
Tale collocazione si è realizzata lo scorso ottobre, grazie all'intervento del Comune di Ferrara, dando all'opera d'arte una sistemazione definitiva e degna della sua bellezza.
Nel febbraio di quest'anno, per celebrare questo ritorno importante nel contesto dell'arte religiosa ferrarese, la Chiesa della Madonnina ha ospitato un concerto vocale strumentale realizzato dal Coro della Basilica Cattedrale di Ferrara "Girolamo Frescobaldi", diretto dal Maestro Giulio Malacarne.
"Diario di Bordo" è una documentazione di eccezionale valore e utilità per i familiari di persone colpite da danni cerebrali. La trattazione del volume denota l'alta competenza professionale e l'esperienza degli autori, il dr. Paolo Boldrini ed i suoi collaboratori presso l'Ospedale San Giorgio di Ferrara, che da anni si dedicano alla riabilitazione delle persone cerebrolese.
"Diario di bordo" è un vademecum non soltanto per i familiari dei pazienti ma consente agli operatori che sono preposti alle loro cure, di avere un quadro dettagliato della situazione, aiutandoli a prestare la loro opera in questo settore nel modo più efficace ed adeguato possibile": in queste parole, tratte dalla prefazione firmata dal premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini, sta tutto il senso di questo progetto in ambito sanitario realizzato dagli operatori dell'Unità Gravi Cerebrolesi dell'Ospedale Sant'Anna, che ha usufruito del contributo della Fondazione.
Il nostro Ente ha finanziato, in sinergia con la CA.RI.FE. SpA e con l'"Associazione per la tutela del diritto alla vita sociale e civile dei traumatizzati cranio-encefalici", la realizzazione di questo documento informativo e formativo, sia in versione cartacea che su supporto digitale. In entrambi i casi il Diario si presenta come un insieme di schede che riguardano i diversi argomenti rilevanti per il percorso riabilitativo di chi ha subito gravi traumi.
Uno strumento, dunque, che integra il rapporto diretto tra pazienti, familiari e team riabilitativo, per meglio affrontare un viaggio lungo e doloroso. Un viaggio però anche di grande dignità, soprattutto per il fatto che va verso la ricostruzione di un nuovo progetto di vita.
Va ricordato che nella sola Ferrara, circa trenta persone ogni anno devono affrontare questo genere di disgrazia. La loro età media è di trentadue anni e la causa del trauma è perlopiù legata agli incidenti stradali. Attorno a queste persone direttamente colpite dal grave infortunio, si crea un vero e proprio "indotto" di sofferenza, di cui fanno parte ovviamente familiari e amici, che necessitano anch'essi di una sorta di auto-riabilitazione.
Si tratta evidentemente di un piccolo-grande progetto per la Fondazione, il cui valore umano va ben oltre i dati economici e la ricaduta sulla dimensione puramente numerica che ha sulla popolazione, ma che rivela un'attenzione della Fondazione anche a quelle "nicchie" di sofferenza personale e di potenziale isolamento sociale che devono essere affrontate con strumenti adeguati ed efficaci.