La nostra è una rete, come sostengono i moderni economisti, che replica il proprio modello localistico all'esterno, non per "piantare bandiere", appunto, ma radici.
Il costante impegno ed il conforto del mondo degli azionisti e delle loro Associazioni ed in particolare della Fondazione, socio di riferimento, hanno consentito alla Cassa di Risparmio di Ferrara di ottenere, anche nel 2003, risultati fortemente positivi: la banca ha rafforzato il proprio patrimonio ed ha consentito un aumento sensibile del valore delle azioni, ha consolidato e ampliato la rete di vendita con l'apertura di nuove filiali, ha continuato a crescere grazie alla commercializzazione dei servizi più innovativi e attraverso strategie consolidate che saranno perseguite anche nel 2004.
Rispetto alla tradizionale attività di finanziamento, la banca ha inoltre predisposto servizi avanzati di consulenza e finanza aziendale e di project financing, attività condivisa con un numero ristrettissimo di primarie banche in Italia.
Il Gruppo Cassa di Risparmio di Ferrara comprende oggi, oltre alla capogruppo, la Banca Popolare di Roma spa, la Banca di Treviso spa, il Credito Veronese Spa, le società di leasing e factoring Commercio e Finanza Spa e FinProget, oltre alla società di riscossione tributi Sifer. Altre importanti partecipazioni sono quelle in Vegagest Sgr Spa, in Banca Modenese spa, e nelle società promozionali del territorio ferrarese.
Stiamo operando per ottenere una crescita più veloce del mercato attraverso il perseguimento di una strategia costruita per essere profittevole e sostenibile. In questo senso i nostri risultati sono sotto gli occhi di tutto il mondo finanziario.
Questo sarà l'anno in cui il gran lavoro iniziato nel 2003 troverà consolidamento e nuove prospettive. L'impegno è in due direzioni: da un lato l'attività bancaria, dall'altro il territorio ferrarese. Sul piano bancario abbiamo necessità di rafforzare il gruppo nelle sue varie componenti e di armonizzare le singole scelte per ottenere efficaci sinergie.
Per quanto concerne l'espansione Carife, ci poniamo l'obiettivo di crescere in Emilia Romagna, mentre allargheremo ulteriormente la gamma dei prodotti per alcune categorie di clienti, dai giovani, che garantiscono il nostro futuro, alle donne per le quali abbiamo sponsorizzato anche varie iniziative in occasione dell'Anno a loro dedicato.
Ma abbiamo anche l'esigenza di essere parte importante di un rilancio economico del ferrarese, per meglio rispondere alle esigenze di un territorio in costante e rapido cambiamento. Nei prossimi anni Ferrara potrà semplicemente attestarsi su una linea di sopravvivenza, dopo una fase indubbiamente difficile per l'economia e le maggiori imprese produttive, oppure cogliere questa fase come il rilancio di una città in cui sono presenti grandi competenze scientifiche, tecnologiche e significative capacità imprenditoriali.
Dobbiamo dimostrare nei fatti che la nostra non è una provincia che sembra abbia paura di crescere. La politica delle contrapposizioni deve lasciare il posto ad una nuova fase di collaborazione tra istituzioni locali, banca ed università.
Un tavolo permanente per lo sviluppo - lo proposi anche nell'incontro con il Presidente Ciampi - senza primogeniture, per creare sinergie, per incentivare la ricerca e quindi trasformare questo patrimonio in nuove imprese. Il progetto di Haus Bank, con i suoi ottimi frutti, rappresenta per noi un inizio incoraggiante e un modello in un percorso condiviso da intraprendere.
In questa prospettiva di rinnovata fiducia nelle proprie capacità, anche Ferrara dovrebbe riuscire a trarre vantaggio dalla fortunata stagione turistica che sta vivendo, grazie alle importanti attività museali, ai restauri effettuati sul piano monumentale, ma non solo. Oltre a disporre di risorse monumentali, artistiche e naturali, possiamo contare su eccezionali potenzialità umane.
"Il sistema bancario italiano non è adatto alle piccole imprese. Un volta c'erano le Casse di Risparmio?.Oggi non ci sono più?", ha osservato con rammarico l'economista Paolo Leon.
Noi ci siamo.
Il nostro percorso di sviluppo si snoda su strade ben note alla nostra banca, perché battute dal 1838: il nostro modello è quello della banca universale, con particolare predisposizione al rapporto con privati e piccole imprese. Qualcuno potrebbe dire che non si tratta certo di una novità, ma lo è nella misura in cui, alla fine degli anni '90, i più attenti analisti ritenevano che si trattasse di un modello superato.
Oggi, anche alla luce del nuovo Accordo di Basilea, che riduce sensibilmente gli assorbimenti di capitale previsti per gli affidamenti a Privati e Piccole e Medie Imprese, i principali gruppi si stanno significativamente allontanando dalle grandi imprese.
Vi sarà un ulteriore inasprimento della concorrenza proprio sul nostro segmento di mercato. Noi attenderemo l'attacco arroccati nelle "trincee" costituite dalla nostra rete territoriale. La natura stessa del "nostro" business bancario rende le risorse umane ed il loro "tocco" locale elementi indispensabili di successo dell'azione commerciale, grazie ad un livello di servizio costante e tradizionalmente focalizzato sul cliente.
Abbiamo interpretato il nostro ruolo nella consapevolezza che le nostre realtà locali si caratterizzano per un elevato numero di aziende con una forte sottocapitalizzazione, non limitando le nostre valutazioni del merito del credito all'analisi finanziaria del bilancio o alla consistenza dei beni posti a garanzia, ma allargando le nostre considerazioni anche al progetto aziendale.
Abbiamo prodotto ogni sforzo per coniugare prudenza ed efficienza con l'attenzione alle esigenze del territorio. Abbiamo così ritenuto di interpretare e dare attuazione alle parole del Governatore Fazio pronunciate il 31 maggio 2003: "Soprattutto nell'attuale difficile contesto economico l'efficiente allocazione del credito ha un alto valore sociale; è essenziale per la difesa del risparmio, per sostenere gli imprenditori che avvertono la spinta ad innovare; per contribuire, attraverso il finanziamento dei migliori progetti di investimento, alla crescita dell'economia".
Una storia di successo si costruisce non solo sulle strategie e sui prodotti ma anche sulle risorse umane. Noi pensiamo di aver gestito le risorse in modo coerente rispetto alle peculiarità dei territori ma, soprattutto, il nostro personale è in grado di cogliere pienamente il potenziale dei mercati locali da esso presidiati, siano le piazze storiche che quelle di più recente insediamento.
Un rapporto personale si costruisce con costanza, nel tempo, e trae la sua forza dalla fiducia.
Per questo motivo, nel corso della recente Assemblea dei Soci, il 28 aprile scorso, abbiamo desiderato ringraziare pubblicamente i clienti che da più lungo tempo ci hanno assicurato il loro consenso e, in considerazione dei tanti anni trascorsi, se questi amici mi permettono di dirlo, anche affetto.
Un riconoscimento è stato consegnato infatti ai venti clienti che da almeno mezzo secolo dimostrano la loro fedeltà alla Cassa di Risparmio di Ferrara, senza cedere alle lusinghe di una concorrenza sempre più agguerrita (la metà dei quali erano dapprima clienti della Bca): Giovanni Govoni, l'Accademia d'Arte Bernardi, Giuseppe Vassalli, l'Unione Industriali, la Sezione Provinciale Cacciatori, Elio Zanotti, Cesare Marchetti, Pietro Tampieri, Filippo Bellotti, la Cooperativa Lavoranti Legno, la Tipografia San Giorgio, Elio Soverini, Nino Gavagna, Maria Maffei, Giancarlo Artioli, Antonio Occhi, Industrie Grafiche, l'Azienda Agricola Le Rose, Ferruccio Ferrucci, Giovanni Azzolini.
Ma se questa rappresenta una bella pagina della storia della Cassa di Risparmio di Ferrara, la cronaca più attuale ci porta a riflettere anche sulle situazioni più delicate dell'economia nazionale, la cui risonanza è stata avvertita a tutti i livelli.
Mi riferisco alle crisi finanziarie di Cirio e Parmalat: anche se la banca non vi ha nessuna responsabilità, se tutto è stato fatto con la massima correttezza, non possiamo non sentirci delusi. L'esigenza di principi etici non è solo un problema di coscienza ma investe anche il funzionamento della stessa economia. Il filosofo Carlo Sini nell'agosto del 2000 ha così profeticamente sintetizzato il problema: "Se c'è uno scandalo nell'economia dei nostri giorni, qualcosa che gli economisti stentano a comprendere e spiegare, è il fatto che, contrariamente al passato, il denaro preminentemente non produce più né lavoro né merci. Propriamente produce se stesso al modo di una cellula tumorale."
Ecco, probabilmente i fatti recenti ci mettono al cospetto di una patologia dovuta esclusivamente all'azione di uomini apparentemente senza scrupoli (anche se non sta a noi giudicarli), ma soprattutto indegni di svolgere attività d'impresa. Essa deve invece fondarsi sulla fiducia reciproca e sulla correttezza comportamentale, ma soprattutto deve essere finalizzata alla produzione di beni e servizi - e quindi di ricchezza -, nel comune interesse della collettività, e non già alla sistematica distruzione di quella ricchezza.
La Cassa di Risparmio di Ferrara è oggi un'impresa moderna, imperniata su scelte economiche razionali e sulla massimizzazione del valore per gli azionisti. Ma mai la logica del profitto si è sostituita né si sostituirà alle finalità alle quali la banca storicamente ispirava i suoi comportamenti. La svolta verso un nuovo modello gestionale c'è stata, indubbiamente, ma le relazioni con la clientela sono sempre improntate alla continuità ed alla reciproca stima, con esclusione di comportamenti opportunistici o volti a cogliere vantaggi in un'ottica di breve periodo. Voglio al riguardo citare un recente intervento del Cardinale Dionigi Tettamanzi in relazione ai rapporti fra etica ed impresa: "Al profitto si può e si deve attribuire un significato etico proprio se solo si ricorda come ogni impresa nasca da un capitale, frutto di passato lavoro, e come essa, mediante un giusto profitto, debba saldare il suo debito di solidarietà apprestando nuovo capitale per nuovo lavoro.
Ma un profitto così legittimato nell'ambito del lavoro e della solidarietà nel lavoro, comporta per l'impresa, industriale o finanziaria, una responsabilità in più in ordine al primato del lavoro e della persona nelle scelte strategiche ed organizzative". Questa penso sia la sintesi del nostro atteggiamento imprenditoriale.
Il fatto stesso che il 67% degli utili prodotti dalla banca vada alla Fondazione garantisce sulla destinazione "etica" delle risorse.
Il nostro è un lavoro di squadra: per questo ringrazio tutti.
Penso non sia facile riscontrare, nel panorama economico nazionale, una così salda unità d'intenti all'interno di un Consiglio d'Amministrazione. Insieme, in quell'armonia che è frutto di professionalità ed esperienza, abbiamo affrontato i tanti problemi e raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati.
La costante attenzione dei membri del Collegio Sindacale ha fornito ulteriore contributo alla sana e prudente gestione della banca.
Permettetemi di accomunare tutti, Vice Presidente, Consiglieri e Sindaci, in un sentito ringraziamento.
Un sentito grazie al Direttore Generale per l'eccezionale passione con cui ha affrontato tutti i temi aziendali, dimostrando ed apportando sempre forza, cultura e sicurezza. Grazie anche ai Vice Direttori Generali, ai Dirigenti, ai Quadri Direttivi, ai Direttori di Filiale e al Personale tutto, che si è reso partecipe dei nostri obiettivi per rendere più forte ed autonoma la Cassa. Un ringraziamento per la professionalità e l'entusiasmo dimostrati, e per aver saputo trasmettere i valori di cui la banca si fa portatrice.
Un pensiero infine a tutti coloro che partecipano alla crescita della Cassa di Risparmio di Ferrara con sentimenti di stima e di apprezzamento. E' grazie alle persone che hanno creduto in noi, che possiamo dire, con le parole del nostro nuovo manifesto, "Siamo diventate grandi insieme".
Nel corso dell'anno la Banca ha continuato a promuovere la propria immagine attraverso il sostegno alle più importanti manifestazioni sportive, solidali e culturali del territorio. Una per tutte, la mostra "Gli Este a Ferrara", già allestita con successo a Bruxelles e riproposta, ancora più ricca, nelle sale del Castello Estense per tutta la primavera 2004.
E' fondamentale, in proposito, ricordare lo stretto collegamento con la Fondazione per rendere più incisivo l'intervento sul territorio proprio nel campo culturale, scientifico e solidale.
In questa logica la Cassa, da sempre particolarmente sensibile alla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico ferrarese disperso, ha ceduto alla Fondazione i dipinti della collezione Massari, acquistati negli anni 1961 dalla Duchessa Maria Cristina Massari e nel 1973 dalla Baronessa Maria Teresa Massari Ricasoli Firidolfi, nell'intento di vedere definitivamente riunite, in un unico contesto, le testimonianze più importanti del rinascimento ferrarese. In futuro ci si propone di valorizzare le opere dei pittori ferraresi operanti negli anni di vita della Cassa, dal 1983 in avanti.
E' stata inoltre acquistata, in donazione dalla Curia Arcivescovile, l'antica chiesa dei Santi Simone e Giuda in via Belfiore, in stato di completo abbandono, mirabilmente restaurata per adibirla a sede di un centro studi specializzato in arte e storia locale.
Un'altra testimonianza del legame della banca con la città, un'iniziativa sociale a cui la Cassa tiene particolarmente, tanto che il fascicolo di bilancio 2003 è illustrato proprio con le immagini dell'importante monumento, la cui costruzione, oggetto di successivi rimaneggiamenti, risale al 13° secolo.