Father Ravalli

Scritto da  Carlo Ravalli jr

Una rara e sbiadita immagine della missione di St Mary nel 1880.La figura di un grande missionario ferrarese al cui nome lo stato del Montana ha intitolato una contea.

In una sorta di romanzo storico intitolato Good Samarithan of the Northwest si racconta la vita avventurosa di Antonio Ravalli, ferrarese insigne, missionario gesuita, dotto teologo, medico e chirurgo, ingegnere e architetto, scultore e pittore, la cui figura è molto nota, quasi venerata, tra gli abitanti del Montana negli Stati Uniti d'America, ma è praticamente sconosciuta nella nostra città.

La ricostruzione completa della sua singolare esistenza è il risultato del felice incontro, a un secolo dalla sua  morte, di due appassionati ricercatori distanti fra loro migliaia di chilometri: Mrs. Lucylle H. Evans, autrice del  libro, e il generale Carlo Ravalli.


La prima, giornalista americana vedova del direttore di una società diamantifera del Sud Africa, al suo ritorno nei luoghi d'origine del marito, si era impegnata a studiare la vita di Father Anthony Ravalli, un missionario che  in quella zona aveva evangelizzato indiani e bianchi e che aveva lasciato un tale ricordo di sé da fargli dedicare  una contea e una piccola città.

Il secondo, Pinello per gli amici e il colonnello per gli altri, in gioventù aveva condotto, di parrocchia in  parrocchia e di archivio in archivio, un'indagine genealogica sulla nostra famiglia.

Missione di St Mary: un'mmagine più recente.Nel tentativo di individuare quale fosse l'esatta provenienza di Father Anthony, per oltre sei anni Mrs. Evans aveva contattato senza successo tutti i Ravalli del Nord America e tanti altri italiani dallo stesso cognome, prima  di entrare in rapporto epistolare con mio zio e venire poi a Ferrara per incontrarlo nel 1980.

A me, che avevo svolto funzione di traduttore nel loro carteggio e di interprete nel loro incontro, l'autrice inviò  dopo qualche tempo una copia con dedica del Good Samarithan of the Northwest, un volume di 400 pagine  molto documentato, con 10 pagine di bibliografia e altre 13 di riferimenti al testo.

Il racconto della vita di Anthony/Antonio Ravalli è una saga affascinante che inizia nel 1812, con la sua nascita in una casa di via Scandiana, presso S. Maria in Vado, da Giovanni, ingegnere capo della Provincia di Ferrara, e  da sua moglie Teresa Fioravanti.

Padre Anthony Ravalli.Nel 1827 il giovanissimo e precocissimo Antonio entrò nella Compagnia di Gesù a Roma, successivamente  studiò biologia a Padova e per qualche tempo insegnò nelle Università dei Gesuiti fra il Regno di Savoia e il Lombardo Veneto.

In quel periodo conobbe Padre Pierre De Smet, che nel 1841 aveva fondato nel Nord America una missione permanente e che stava allora reclutando altri missionari per una nuova partenza, e nel 1843, assieme a dieci, venti religiosi, si imbarcò in Olanda, direzione Oregon, via Capo Horn.

Fu una traversata lunga e difficile, descritta nei diari dei Padri Gesuiti conservati in Oregon presso la Gonzaga University, con arrivo a Fort Vancouver, nello Stato di Colombia; il viaggio proseguì dalla Baia di Hudson lungo  il Colombia River e altri fiumi minori fino alla prima Missione di S. Ignazio nel Montana, per raggiungere poi la   Missione St. Mary di Padre De Smet nella Bitter Root Valley, vallata che prende il nome dal fiore simbolo del  Montana.

In un quadro storico molto articolato, tra l'arrivo di numerosi coloni, l'inizio della corsa all'oro, le lotte tra le  tribù indiane rivali dei Kalispel, delle Teste Piatte, dei Nasi Forati, dei Corvi e dei Piedi Neri, iniziava l'opera di  Padre Antonio/Anthony Ravalli come ingegnere, in grado di costruire canali di irrigazione e mulini, come architetto, impegnato ad ampliare le Missioni con chiese, case, magazzini e granai, come medico, capace di consigliare le levatrici indigene, come chirurgo, che impiegava alcool distillato in alambicchi da lui realizzati, come biologo, curioso sperimentatore dell'efficacia delle erbe su cavie canine?

Fioritura primaverile con le Xomo MountainsTutto ciò, mentre le missioni cattoliche si guadagnavano un'importante funzione politica di intermediazione tra i pellerossa, il governo americano e quello inglese e, perciò, erano oggetto di subdole critiche da parte dei preti di  altre confessioni, protestanti e presbiteriani.

Queste invidie e le violenze conseguenti all'introduzione degli alcolici da parte di alcuni avventurieri indussero i  Gesuiti a trasferirsi dalla Missione di St. Mary a quella del Sacro Cuore d'Alena, dove venne eretta una chiesa su  disegno di Anthony Ravalli, che vi scolpì anche una Madonna Dei Dolori, un San Giovanni Evangelista e  umerose altre opere lignee e metalliche.

Con il proseguire della corsa all'oro, i missionari si spostarono più a est, alla nuova Missione di Sant'Ignazio, dove, grazie all'ingegno del nostro padre -progettista ingegnere, venne costruita un'altra ragguardevole chiesa in  legno con campanile, con travi e pareti ricavate utilizzando un'ingegnosa sega azionata da un mulino e con connessioni a spina per risparmiare chiodi costosi e dove è ancora custodito uno splendido Crocifisso in legno.

E poi di nuovo alla vecchia Missione di St. Mary, la più amata da Padre Ravalli, che ne ristrutturò la chiesa e poi  la abbellì con realizzazioni scultoree e pittoriche, facendone praticamente la sintesi delle sue capacità artistiche. E ancora la premurosa assistenza di Father Anthony ai malati, agli assiderati e ai feriti, anche utilizzando  trumenti di fortuna nelle operazioni chirurgiche, facendosi così amare da tutti, persino dai religiosi di altre  onfessioni, tanto che nel Montana ogni uomo che indossasse una tonaca veniva chiamato Ravalli.

Colpito da ictus e parzialmente paralizzato, Padre Antonio continuò a curare e a operare finché gli fu possibile; alla fine della sua esistenza poteva solo scrivere e ci ha lasciato numerose toccanti lettere. Sebbene invitato a fare  ritorno in patria per curarsi, volle rimanere fino alla fine, perché, altrimenti, il sacrificio non sarebbe stato  completo.

Il Lake Como.È morto il 2 ottobre 1884 ed è sepolto in una tomba monumentale a Stevensville, nella Contea che fu poi a lui  ntitolata: la Contea Ravalli.

Ogni anno, nelle domeniche vicine al 24 settembre, anniversario della prima costruzione di St. Mary, gli indiani  celebrano la fondazione della chiesa scendendo dalle loro riserve e assistono ad una messa all'aperto presso il  suo monumento funebre.

Father Anthony è stata una grande persona per troppo tempo ignorata a Ferrara.
Io stesso, che pure avevo avuto  la fortuna di entrare in contatto con Lucylle Evans, e che ero stato incoraggiato  da alcuni amici (tra cui Alessandra Chiappini) a scrivere un articolo sulla sua vita, forse mi sarei tirato indietro,  un po' per pigrizia, un po' per riservatezza.

Ma, la mattina di domenica 17 ottobre 2004, ho ricevuto una telefonata: erano i coniugi Sieg, due californiani in  visita a Ferrara, proprietari di un cottage nel Montana, benemeriti per aver restaurato la chiesa di St. Mary, che  desideravano conoscermi perché avevano parlato di mio zio e di me con Mrs. Evans prima della sua morte?

Ho interpretato questo strana coincidenza come una precisa richiesta del mio antenato e ho preparato questo sintetico tributo alla sua memoria con l'aiuto di mia moglie, che ricordava bene Mrs. Lucylle e che mi aveva accompagnato nel breve incontro con James e Sandra Sieg.

Il 16 marzo 2005, la Montana Historical Society ha onorato Padre Ravalli, ammettendolo alla "Gallery of  Outstanding Montanans" presso il Montana State Capitol, insieme a personaggi quali l'esploratore Lewis, scopritore del celeberrimo passaggio a Nord-Ovest, e l'attore Cary Grant. Una nutrita delegazione della Ravalli  County ha partecipato a questa straordinaria manifestazione nella capitale dello Stato.