Editoriale -

Scritto da  Alfredo Santini
Questo numero di Ferrara. Voci di una città offre una serie di argomenti che danno un'idea abbastanza completa degli interessi culturali che si offrono alla discussione e alla lettura.

Sono articoli che illustrano la mostra di Corot che già tanto successo ha riscosso (Vorrasi); una dotta e divertente precisazione "umanistica" (Cazzola ); il dono poetico che Pazzi ha voluto consegnare alla rivista. Ma come sappiamo, la città non vive solo di quel tipo di cultura che è sì la più fruibile ma che non esaurisce le spinte e la vivacità intellettuale di Ferrara.

Ecco allora la storia di una scoperta medicoscientifica (Lucci) o le utili domande sulla cucina del cuore (Pellegrini) o il partecipato profilo (Nascimbeni) di un eminente cittadino ferrarese, Giuseppe Pianori. 

L'indagine della Volpi sugli affreschi di Palazzo Riminaldi aggiunge un altro tassello alla storia dell'arte a Ferrara, così come Micalizzi indaga sulle ragioni filmiche dell'ultima opera di Florestano Vancini.

La rappresentazione del territorio attraverso l'uso degli strumenti informatici di Stefano Bondanelli mette l'accento su un'altra importante iniziativa culturale.

Il resoconto (Venturi) delle giornate ariostesche che le scuole e la città hanno dedicato ad Ariosto e l'annuncio della edizione dell'Orlando furioso del 1516, la grande impresa editoriale sostenuta da tutte le istituzioni ferraresi completano questo numero assieme alla relazione di Sergio Lenzi sul documento programmatico di previsione della Fondazione e il resoconto della attività della Cassa di Risparmio.

Un numero di "varia umanità", come si diceva una volta, che stimola o dovrebbe stimolare i ferraresi e non solo quelli a partecipare, come del resto dimostra la straordinaria attenzione con cui è seguita la rivista, attraverso queste pagine alla vita sociale, economica e culturale di Ferrara.