Un anno di crescita

Scritto da  Alfredo Santini
Assemblea dei soci della Cassa di Risparmio di FerraraEtica, credibilità ed efficienza al servizio della gente

Marshall McLuhan, scrittore canadese e professore universitario negli Stati Uniti, attorno agli anni Settanta qualificò il mondo un 'villaggio globale', definizione oggi divenuta di uso comune.
Anche se Internet non c'era ancora o meglio, era solo agli albori, egli aveva intuito quanto la divulgazione delle informazioni attraverso i media - dalla stampa, alla radio, alla televisione (lì si fermavano gli strumenti di comunicazione di massa a quel tempo) - avesse 'rimpicciolito' il mondo. In quel momento si prese coscienza di un fenomeno che oltre vent'anni dopo si sarebbe chiamato 'globalizzazione', un fenomeno che fra l'altro, porta con sé una certa, per così dire, 'omogeneizzazione'. Oggi tutto il mondo occidentale, e gran parte degli altri paesi sparsi nei cinque continenti, fruisce degli stessi prodotti, vede gli stessi film, legge i medesimi libri, si nutre di identici cibi e bevande, sfoglia giornali con l'equivalente veste grafica e scambia informazioni tramite la grande rete mondiale, Internet. Con la conseguenza che gli uomini sono attualmente molto più simili fra loro di quanto non fossero anche solo pochi anni fa.
Questo processo però trova un limite invalicabile nella identità specifica di ciascuna persona.

Vi sono infatti modi di essere e di pensare talmente differenti tra loro che nemmeno secoli di omogeneizzazione culturale sarebbero in grado di annullare la distanza che li divide. E' la distanza che intercorre tra coloro che dalle ricchezze collettive traggono fortune personali e coloro che, producendo ricchezze individuali, creano valore per la collettività. Una distinzione che compresi bene quando, ancora poco più che un bambino, la Cassa di Risparmio di Ferrara mi donò, così come a tutti gli alunni ferraresi, un 'libretto di piccolo risparmio'. Nonostante la giovane età capii che, trattandosi di Cassa di Risparmio, anche il mio deposito, per quanto modesto, avrebbe contribuito a realizzare le finalità e i compiti di utilità sociale dell'Ente.
Assemblea dei soci della Cassa di Risparmio di FerraraLe Casse di Risparmio di Ferrara, sorte agli inizi dell'Ottocento ed ideali continuatrici dell'opera dei Monti di Pietà, erano infatti enti pubblici, nei quali convivevano due anime: quella rivolta all'esercizio del credito e quella volta ad effettuare interventi di utilità sociale nei confronti delle comunità di riferimento. Alla base c'era una comune finalità morale ed educativa.
Ancora nel 1991 lo Statuto della Cassa di Risparmio di Ferrara affermava: 'Con la propria attività essa mira anche a promuovere lo spirito del risparmio e a contribuire allo sviluppo economico e sociale delle zone nelle quali opera. Con gli utili netti la cassa provvede ad opere di beneficenza, di assistenza e di pubblica utilità'. Da allora sono passati molti anni e parecchie cose sono mutate.
Innanzitutto, all'inizio degli anni Novanta le Casse di Risparmio sono state oggetto di una profonda trasformazione che ha fatto sì che la funzione imprenditoriale e la funzione sociale, che sino ad allora avevano fatto capo a un unico soggetto, venissero attribuite a due entità giuridiche distinte, la Cassa di Risparmio di Ferrara Spa e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara.
La strada sembrava così segnata. Da un lato la Fondazione con i suoi scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico e culturale, e dall'altro la Spa tutta orientata alla creazione di valore soltanto nella prospettiva più strettamente economica, in un'ottica apparentemente neutrale.
Il presidente Alfredo Santini...Ma la funzione della banca nell'allocare risorse finanziarie, non è affatto neutrale, bensì essenziale nell'indirizzare lo sviluppo dell'economia. Pur non essendo partecipe delle decisioni imprenditoriali, la Cassa, nel momento in cui decide i propri finanziamenti, valuta i progetti di investimento, in una prospettiva dinamica propria dello sviluppo economico. In ciò consiste l'imprenditorialità stessa della banca, perché come scriveva Francesco Fuoco nei suoi Saggi Economici agli inizi del XIX secolo: 'Il lavoro non prospera, e non può dare alle sue operazioni un'estensione prodigiosa senza l'appoggio del credito'.
Anche astraendo da questa semplice considerazione, appare evidente come la scelta di trascurare la dimensione etico-sociale non avrebbe portato lontano. Avrebbe ignorato l'importanza che per la Cassa rivestono la sua storia e i suoi valori, fattori di scelta per il consumatore di servizi e di prodotti bancari al pari e forse più della localizzazione del punto vendita, del prezzo e della qualità dei servizi e dei prodotti oggetto del suo potenziale acquisto. Rinunciarvi avrebbe significato la perdita di valore per la banca e, di riflesso, per gli azionisti.
In un mercato maturo, affollato ed esteso come quello contemporaneo, in cui ogni bene è fungibile, ogni servizio è riproducibile ed in cui sono pochissimi i prodotti unici e irripetibili che non possono essere imitati alla perfezione dai concorrenti, la Cassa può ancora rimarcare la propria diversità affermando quei caratteri distintivi che si riassumono nell'assunzione di un ruolo attivo e propulsivo per lo sviluppo economico e per la crescita sociale dei territori in cui opera. Questo ruolo la Cassa lo interpreta rafforzando e valorizzando la propria autonomia societaria e gestionale, in modo da conseguire apprezzabili livelli di efficienza, che sono funzionali, da un lato a soddisfare le esigenze della clientela e dall'altro a realizzare risultati economici in linea con le aspettative degli azionisti. Il che significa apportare un valore aggiunto alla collettività, in un orizzonte temporale ampio. Ciò non è in conflitto con la naturale tensione delle imprese al profitto, ma anzi congiunge gli interessi individuali e quelli collettivi in una visione di crescita a beneficio di tutti.
Nessuna azienda può generare valore per i propri azionisti e rendere sostenibile la propria profittabilità senza creare quella che oggi si chiama legittimazione sociale del proprio operato, cioè senza un riconoscimento da parte della società nella quale è inserita. Senza legittimazione, difficilmente un'azienda riesce ad attrarre professionalità eccellenti, avere clienti soddisfatti, essere accettata dalla comunità in cui opera. Occorre essere consapevoli dell'importanza che riveste il patrimonio di fiducia e di reputazione acquisito in secoli di storia, di forte radicamento nel territorio e di attenzione ai risvolti sociali delle decisioni aziendali nella consapevolezza che lo sviluppo del territorio e lo sviluppo della Cassa sono tra loro strettamente interdipendenti. Perché se è vero che un'economia di mercato richiede una struttura di regole formali a tutela dei contraenti, quali una Legge sul risparmio, Codici di comportamento, Statuti dei risparmiatori e degli investitori, è altrettanto vero che gli scandali societari recenti hanno chiaramente indicato come nessuna norma e nessuna clausola contrattuale sia in grado di prevedere un'adeguata disciplina per tutti gli eventi che possono verificarsi nel suo ambito di potenziale rilevanza. 
Come ha giustamente ricordato recentemente Alan Greenspan: 'Le regole non possono sostituirsi alla correttezza'.
E' fondamentale potersi valere della buona reputazione che accompagna chi compie scelte giudiziose e giuste al vertice di un'impresa o di una banca. Ed è ancora più rilevante come la società sia vista dall'esterno.
L'istituto bancario che fonda la propria attività sul clima di fiducia del pubblico non può prescindere nella sua governance da comportamenti eticamente corretti.
E difatti, vi è un gran numero di studi empirici che dimostra che le imprese, incluse le banche, che sono sopravvissute più a lungo ottenendo risultati medi più elevati, sono proprio quelle che hanno mostrato maggiore attenzione ai propri portatori di interessi, assumendo un orizzonte di lungo periodo per le loro scelte strategiche.
La scelta dell'etica risulta quindi razionale non solo dal punto di vista della correttezza del comportamento, ma anche dal punto di vista strettamente economico. L'etica della Cassa non ha bisogno di essere codificata o contrattualizzata. Essa discende dalla sua storia e dai suoi precedenti, dalla sua trasparenza, intesa, per usare le parole del Cardinale Tettamanzi, come 'Scelta volontaria, consapevole e dichiarata di volersi far giudicare dall'intera comunità civile sulla coerenza dei propri comportamenti sostanziali rispetto al sistema di principi e di regole che si è scelto di porre a base del proprio operare'. 


Cassa di Risparmio di Ferrara: apertura della filiale a ForlìLE 'TAPPE' RAGGIUNTE NEL 2005 E NEI PRIMI SEI MESI DEL 2006

Nel gennaio dello scorso anno la Cassa di Risparmio di Ferrara ha acquisito il controllo di Banca Modenese portando la sua partecipazione all'83 % circa, e dopo poco ha aperto le filiali di Spilamberto e di Savignano sul Panaro.
Nello stesso periodo il Credito Veronese ha reso operative le dipendenze di San Bonifacio e di San Giovanni Lupatoto.
In febbraio l'Istituto ferrarese ha promosso un'offerta pubblica di acquisto sul 51% del capitale sociale di Banca Farnese, che ha registrato adesioni superiori all'88 %.
In seguito, dopo la felice conclusione dell'Opa, l'Istituto piacentino ha predisposto un piano di espansione verso zone a significativo valore aggiunto, partito lo scorso maggio con l'apertura della filiale di Rivergaro, importante località turistica della Val Trebbia, a quindici chilometri da Piacenza.
In aprile la Banca Popolare di Roma ha aperto nuove agenzie nel cuore della Capitale, la n. 9 e la n. 10, e altre due ne aprirà nel corso di quest'anno.
Nel mese di settembre la Cassa ha poi conseguito il controllo giuridico di Banca di Treviso, che tra giugno e ottobre ha dato vita a due nuove dipendenze, e una terza ne aprirà nei prossimi mesi.
Cassa di Risparmio di Ferrara: apertura della filiale a Montecchio EmiliaAnche Commercio e Finanza, la società che opera nel settore del leasing e del factoring, ha ampliato la propria rete di agenzie con l'apertura di Bologna, oltre alle già attive agenzie di Napoli, Bari, Catania, Cosenza, Milano, Pescara, Roma e Torino.
I primi giorni dell'anno del 2006 hanno poi visto la Banca della Provincia di Macerata (il cui socio di riferimento è la Cassa con il 4,5% del capitale sociale:una partecipazione piccola ma altamente strategica), ottenere l'autorizzazione all'esercizio dell'attività bancaria e prontamente, dopo pochi mesi, ha inaugurato l'Agenzia 1 nel centro di Macerata e la filiale di Civitanova Marche.
La Banca estense ha poi partecipato alla costituzione di Carife Sim, la Società di Intermediazione Mobiliare destinata alla gestione dei grandi patrimoni, di cui detiene il 51% del capitale sociale.
Cassa di Risparmio di Ferrara: apertura della filiale a Molinella.La Società ha immediatamente presentato a Consob la richiesta di autorizzazione all'esercizio dei servizi di investimento, all'ottenimento della quale richiederà l'iscrizione al Gruppo bancario Carife e potrà così dedicarsi all'attività cui è destinata. Contemporaneamente agli istituti di credito del Gruppo bancario, anche la Capogruppo ha continuato ad ampliare la propria rete; nell'arco di pochi mesi infatti ha avviato le sedi di Parma e di Reggio Emilia e le filiali di Monselice, Montecchio Emilia e Molinelli Recentemente la Cassa ha inoltre aperto un'agenzia a Forlì, continuando quel processo di espansione verso le province orientali dell'Emilia Romagna iniziato alcuni anni fa con l'apertura della dipendenza di Lugo. Uno sviluppo che non si arresta e che continuerà con l'avvio, il prossimo ottobre, della filiale di Cesena.

PRIMO PIANO SUL BILANCIO 2005

Il 28 aprile nel corso dell'Assemblea Ordinaria dei Soci è stato approvato all'unanimità il bilancio, che ha confermato gli ottimi risultati ottenuti nel 2005.
I dati relativi alle quote di mercato risultano ancora una volta lusinghieri per l'Istituto estense. Infatti, mentre sulle altre piazze il dato, visto il recente ingresso della banca sul mercato, non è significativo, su Ferrara si incrementano sensibilmente le quote, sia per quanto riguarda la raccolta, sia per quanto concerne gli impieghi.
Il dato si attesta per la raccolta diretta al 44,09% dal 43,02% del settembre 2004 e per gli impieghi al 34,39% con un incremento superiore all'1% rispetto ai dodici mesi precedenti.
Per quanto riguarda la raccolta diretta, la crescita nel corso del 2005, è proseguita a ritmo sostenuto, a conferma della particolare attenzione riposta dalla Cassa verso questo fondamentale comparto, nonché dell'efficacia della sua offerta. In termini aggregati essa è cresciuta del 17,1% passando da 3.044 milioni di euro di fine 2004 a 3.563 milioni al 31 dicembre 2005.
Anche nel corso dell'anno passato si sono confermate le strategie di funding già impostate negli anni precedenti, dedicando la consueta attenzione: al consolidamento dei rapporti con la clientela che abitualmente privilegia la Cassa per i depositi delle proprie liquidità, alla crescita delle forme di raccolta più tradizionali e allo sviluppo delle forme di crescita alternative, in particolare quelle collegate alle emissioni di bonds sull'Euromercato. Per quanto concerne la raccolta indiretta complessiva della Cassa, rappresentata dalle varie forme di risparmio gestito e assicurativo, nonché dalle attività finanziarie depositate in custodia ed amministrazione, è cresciuta di oltre 540 milioni di euro. Il dato finale relativo a
tale importante comparto d'attività si è attestato ad oltre 8.020 milioni di euro, con una crescita superiore al 7%. Tale dato è la migliore dimostrazione del livello di fiducia e considerazione che i risparmiatori e gli investitori istituzionali attribuiscono alla Banca estense. Proseguendo nell'excursus del bilancio, si rileva che la massa amministrata, al netto delle obbligazioni rientrate in contabilità ma riconducibili al Veicolo che ha gestito l'operazione di cartolarizzazione, raggiunge gli 11.583 milioni di euro contro i 10.552 milioni di euro del 2004, registrando quindi un significativo + 10,08%.
Più che positivi anche gli impieghi che hanno raggiunto i 3.713 milioni di euro, con una crescita di circa il 23,7%. Tra le varie forme tecniche che compongono la suddetta voce, il peso maggiore è dato dai mutui ipotecari, che rappresentano il 40,67% del totale impieghi, e dai finanziamenti vari che rappresentano il 15,69% del totale, in evidente crescita rispetto al 2004.L'utile netto risulta pari a 28,9 milioni di euro, con un incremento del 11,1%. Tale incremento è ancor più significativo alla luce del fatto che l'esercizio 2004 aveva beneficiato di proventi straordinari per oltre 2,9 milioni di euro contro i 720 mila del 2005. Il risultato è da ritenersi soddisfacente anche alla luce delle forti difficoltà dell'economia nazionale entro le quali si è svolto l'esercizio 2005. Il dato è ancor più positivo se si considera l'utile netto consolidato che, attestandosi a 32,19 milioni di euro, registra un incremento del 43,5% rispetto a quello del 2004. Una forte crescita reddituale che ha corrisposto alle attese degli azionisti in termini di ritorno degli investimenti. L'incremento conferma ancora una volta la validità del progetto industriale e delle scelte operate per la sua attuazione, inquadrandosi in un trend positivo di progressiva crescita della redditività, frutto della crescita dei ricavi, della forte disciplina sui costi e dell'efficace governo dei rischi.
Alla luce di tali numeri, non potevano mancare i riconoscimenti da parte dei giornali economici più prestigiosi. La tradizionale classifica delle migliori banche, stilata dal settimanale 'Il Mondo', che tiene conto dei valori di solidità, rischiosità e redditività delle banche, ha infatti confermato alla Cassa le quattro stelle, un risultato lusinghiero, che vede Carife prima fra le Casse di Risparmio della Regione e seconda a livello nazionale. Quattro stelle ha poi assegnato alla Banca anche 'Milano Finanza'.
Riconoscimenti infine sono giunti anche dell'autorevole agenzia internazionale Moody's che ha ribadito il positivo giudizio espresso negli anni scorsi.
In questi ultimi anni abbiamo affrontato le crisi che la nostra Provincia si è trovata a fronteggiare, perché così deve essere se vogliamo restare la banca che crede nel territorio e nella sua gente, perché non si può pretendere la fiducia dall'esterno se non si vive con fiducia. E'anche per questo che ci siamo resi promotori di una serie di iniziative dirette a mettere a confronto produttori e istituzioni per avviare un dialogo costruttivo che consenta al nostro territorio di fare quel salto di qualità del quale tutti avvertiamo forte l'esigenza. Naturalmente la progettazione di una politica economica non è compito della Cassa, ma suo compito è quello di essere a disposizione degli enti e contribuire in tal modo alla crescita dell'economia provinciale, migliorare la qualità dei servizi offerti e contenere i costi. Le istituzioni devono creare l'ambiente necessario per lo sviluppo e gli imprenditori si devono impegnare a percorrere tutte le strade della crescita.
Le imprese non devono avere paura delle novità introdotte dagli accordi di Basilea 2 che, al contrario, devono essere viste come un'irripetibile occasione per superare quella fragilità finanziaria che costituisce il principale punto di debolezza delle imprese italiane rispetto alle concorrenti europee.
Noi abbiamo continuato a lavorare convinti che quando si fa bene il proprio lavoro, in modo consapevole e responsabile, nel rispetto delle leggi, delle regole deontologiche, dei principi e degli obiettivi che ci si è dati, i risultati non possono mancare.
Ma tutto ciò è stato possibile soprattutto grazie all'attenzione encomiabile che tutti i soci ci hanno riservato: dai singoli, alle Associazioni di Amici sino alla Fondazione. Con tutti abbiamo dialogato, nel rispetto rigoroso delle diverse sfere di competenza.
Abbiamo chiari i limiti che la legge impone al rapporto con i soci ed in particolare con la Fondazione che opportunamente, come socio di riferimento, segue l'attività della Cassa con l'attenzione dovuta al comune obiettivo dello sviluppo sociale ed economico del territorio.