L'Archivio Storico del Comune, nella sua vicinanza ideale e reale all'Ariostea, offre sul piano documentario ciò che la Biblioteca di città è sul versante del libro: così, l'uno si lega all'altra e viceversa, dando forma a un originale disegno culturale, il Polo delle carte. In assenza di altri antichi archivi, come quello di Casa d'Este o quello della Legazione Pontificia - il primo trasferito a Modena con la splendida biblioteca ducale a seguito della Devoluzione del 1598; il secondo distrutto nel corso delle vicende belliche dell'ultimo conflitto mondiale - l'Archivio del Comune costituisce oggi un'impre- scindibile fonte documentaria: le sue carte, infatti, riflettono con continuità (secc. XIV-XX) la storia cittadina.
Il Comune è l'ente che ininterrottamente ha rappresentato la città, il suo sviluppo demografico e la connessa evoluzione urbana, nel rapporto dinamico e nell'arduo equilibrio del territorio con le acque che lo solcano, nelle articolazioni produttive dei mestieri, delle arti e delle professioni, con le scuole, l'Università, i musei e i teatri. L'Archivio Storico si identifica con l'istituzione del governo locale: le magistrature civili sono, infatti, esclusive dell'ente. Il Giudice e il Maestrato dei Savi, in età estense, o con l'autorità legatizia, rappresentano la città e la sua popolazione. Quando la Rivoluzione francese e Napoleone determinano la crisi dell'Antico Regime in Europa, quando la Restaurazione e l'Unità nazionale si susseguono nell'Ottocento, quando il secolo scorso segna la fine del Regno e della dittatura, e la nascita della Repubblica, l'Archivio del Comune registra - fermando puntualmente nell'inchiostro e sulla carta dei suoi documenti - i cambiamenti istituzionali e quelli della comunità locale.
La volontà dei suoi magistrati, organi monocratici o collegiali, si coagula nell'ininterrotta serie dei provvedimenti che, dal tardo Medioevo a tutto il Novecento, il Comune ha deliberato per il bene pubblico.
L'Archivio Storico è tra le più antiche istituzioni culturali di Ferrara; vi operarono illustri eruditi del Sette e dell'Ottocento, come Borsetti, Frizzi, Cittadella; nei primi del Novecento, vi dedicò opera e studio il benemerito Mario Ferraresi e, poi, ancora negli anni Venti-Trenta, un Podestà ebreo, Renzo Ravenna, pose mano a uno straordinario riordinamento che - per coerenza archivistica - appare davvero esemplare. Il personale che oggi opera nell'Istituto eredita quella nobile tradizione archivistica di cui il Comune è, da oltre sei secoli, artefice e depositario.
L'humus comunale, caratterizzante la storia politica dei centri come Ferrara, è poi alla radice del liberale affidamento di numerosi archivi privati all'Archivio pubblico: nei secoli scorsi e ancora oggi, illustri famiglie - come Romei, Muzzarelli, Saracco Riminaldi - vi depositarono le proprie carte per consentirne la consultazione ai fini storici. Non mancano inoltre esempi di istituzioni culturali: la Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria, fondata nel 1884 dal Sindaco Anton Francesco Trotti, affidò le proprie raccolte di documenti, spesso provenienti da fortunati recuperi sul territorio.
L'Archivio Storico dispone oggi di una delle più moderne sedi che la Regione annoveri, concepita espressamente per la conservazione dei documenti.
L'edificio originario è stato interessato da un complesso progetto dell'architetto Lidia Spano, a seguito del quale la struttura è stata resa idonea ad accogliere l'Istituto con le sue articolazioni di servizio: al primo piano c'è l'area riservata al pubblico, con la Sala di studio e gli strumenti di ricerca (inventari, indici, repertori ecc.); c'è uno spazio per le attività culturali (seminari, mostre, didattica); c'è quindi la zona degli uffici e, poi, ai due piani superiori, nonché nel seminterrato, si trovano le aree per la conservazione dei documenti, con sistema di controllo costante dell'umidità e della temperatura. La struttura è protetta da impianti antintrusione e antincendio; i documenti sono conservati in speciali scaffalature metalliche bifronti, di tipo "compatto", scorrevoli su binari. L'arredamento è moderno, ma con significativi recuperi di suppellettile antica, proveniente dall'originaria sede municipale o anche dalla Biblioteca Ariostea. Antico e nuovo, dunque, coesistono in maniera funzionale ed esteticamente armonica.
L'Istituto è dotato di ambienti e tecnologie speciali: il Gabinetto fotografico e il Laboratorio di restauro servono sia all'Archivio sia all'Ariostea, i quali dunque condividono servizi, organizzazione e progetti di lavoro, come per esempio la catalogazione della biblioteca specializzata in Archivistica e Storia locale, che è on line, partecipe cioè del Polo bibliotecario UFE-SBN che, a livello territoriale, associa oltre quaranta biblioteche del Comune, della Provincia e dell'Università di Ferrara. L'istituto coordina e cura, inoltre, lo speciale Portale telematico SIA.Fe (Sistema Informativo Archivistico Ferrarese), certificato dall'UNESCO, promuovendo tramite web la conoscenza di archivi territoriali, di diversa tipologia e appartenenza, come ad esempio quelli dei Comuni della nostra provincia (Argenta, Bondeno, Cento, Copparo, Codigoro, Comacchio, Lagosanto, Migliarino), della Curia Arcivescovile, della Lega delle Cooperative, del Consorzio di Bonifica "Polesine di Ferrara", dell'Università cittadina. La recente collocazione in via Paradiso del Dipartimento di Scienze Storiche e dell'Istituto Universitario di Studi Superiori dell'Ateneo estense (IUSS) fa scorgere , infine, una promettente prospettiva d'interazione culturale tra l'Archivio e la vicina struttura universitaria.
Il progetto dell'Amministrazione comunale di collocare a Casa Minerbi, in via Giuoco del pallone, l'Istituto di Studi Rinascimentali con l'importante Archivio privato Giglioli, e l'auspicabile recupero a fini culturali di Casa Niccolini, in via Romiti, confermano - almeno sul piano delle potenzialità - la funzione strategica che l'Archivio Storico Comunale, accanto all'Ariostea e con essa nel Polo delle carte, potrebbe essere chiamato a svolgere nei prossimi anni.