Ermitage Italia

Scritto da  Piergiorgio Dall'Acqua

Il Castello Estense ospiterà la sede di rappresentanza di Ermitage Italia.La nostra città è stata scelta per ospitare la sede italiana del Museo Ermitage

 

Con la firma del Protocollo d'Intesa tra il Museo di Stato Ermitage di San Pietroburgo e la Provincia di Ferrara, il Comune di Ferrara e la Regione Emilia-Romagna, avvenuta lo scorso 23 febbraio a San Pietroburgo, e ratificata a Bari il 14 marzo alla presenza di Romano Prodi e di Vladimir Putin nell'ambito degli accordi bilaterali fra Russia e Italia, pattuiti nel corso della recente visita ufficiale del capo di stato russo, si è dato concretamente avvio al programma per la costituzione del Centro Scientifico e Culturale "Ermitage Italia" di Ferrara.

I contenuti del Protocollo sono stati presentati alle istituzioni culturali e ai media russi il 18 maggio, sempre a San Pietroburgo, mentre nell'ottobre 2007 si terrà la definitiva inaugurazione delle sedi di "Ermitage Italia" e con essa si darà definitivo avvio all'attività del centro. Sarà la Provincia di Ferrara a mettere a disposizione il Castello Estense, per le attività espositive e di rappresentanza, e il complesso di Parco Giglioli, per la sede operativa e la foresteria.
Prima di approfondire i contenuti dell'attività di "Ermitage Italia" e di fare luce sul significato della scelta compiuta dalla Direzione del Museo Ermitage, è bene risalire alle origini della candidatura ferrarese. Nel novembre 2005, dopo essere stato informato dell'intenzione del grande museo statale russo di aprire una nuova sede in Italia, oltre alle sedi già esistenti di Londra, Amsterdam, Los Angeles e Kazan, decisi, come Provincia, di candidare Ferrara.

 

Il presidente della Provincia, Pier Giorgio Dall’Acqua al vertice Italia Russia di Bari, durante il quale è avvenuta la firma del Protocollo d’Intesa per Ermitage Italia, alla presenza dei presidenti Romano Prodi e Vladimir Putin.Il 23 novembre, con una lettera indirizzata al direttore dell'Ermitage, professor Michail Piotrovskij, anticipai l'intenzione di candidare formalmente Ferrara. Tutto ciò nella consapevolezza che il sistema culturale Ferrara fosse all'altezza di competere con altre autorevoli candidature. A sostenere tale consapevolezza sono diverse ragioni che io credo corrispondano in gran parte agli straordinari punti di forza di questo territorio:
- il valore di un capoluogo che è una fra le più rinomate città del Rinascimento in Europa, per storia, cultura, forma urbana e architettura;
- la nostra provincia gode di due prestigiose attestazioni da parte dell'Unesco, che ha voluto riconoscere in Ferrara e nel suo delta storico del Po un elemento unico ed eccezionale del patrimonio dell'umanità;
- i riconoscimenti Unesco si traducono anche in un impegno istituzionale concreto, con la presidenza dell'Associazione Città Italiane Patrimonio Unesco affidata al sindaco del Comune capoluogo;
- da anni a Ferrara assistiamo a una programmazione di eventi culturali di assoluto livello, una qualità che ci viene riconosciuta su scala nazionale;
- i rapporti già comprovati fra Ermitage e Provincia di Ferrara, che risalgono alla bella collaborazione che portò nel 2004 in Castello Estense, per la prima volta dopo secoli, i meravigliosi bassorilievi di Antonio Lombardo, oggi custoditi nel Museo russo e che un tempo resero leggendario il famoso Camerino del Duca Alfonso I d'Este.
Tali elementi dimostrano come la nostra provincia non meriti la considerazione di una terra d'arte e di cultura solo perché in essa si svolgono eventi episodici, quanto piuttosto perché Ferrara è ormai stabilmente un punto di riferimento nel panorama culturale e artistico italiano e internazionale.

 

Il complesso di Parco Giglioli sarà la sede operativa di Ermitage Italia.A queste considerazioni ne aggiungo un'altra. Negli ultimi anni a Ferrara c'era stato un concreto fermento volto al recupero e alla valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico, che con ogni probabilità non ha confronti nella storia recente della nostra provincia. Solo un esempio che riguarda da vicino la Provincia, ma che posso tranquillamente affiancare anche al lavoro svolto sulla Certosa.
Mi riferisco alla complessa e onerosa opera di restauro del Castello Estense, programma chiamato significativamente "Il Castello per la Città", che ha permesso di rendere visitabili sale e spazi prima occupati da uffici, di ampliare il percorso di visita da diciannove a oltre cinquanta sale, di aprire un nuovo itinerario disegnato da Gae Aulenti e denominato il "Racconto del Castello".

 

Un programma che in pochi anni ha portato a restituire ai cittadini e al più vasto pubblico dei visitatori il monumento simbolo della nostra provincia. A sostegno della candidatura ho immediatamente chiesto il coinvolgimento del mondo istituzionale, di quello imprenditoriale e bancario, e con loro si è costituita una forte e compatta rete territoriale.

Non si può dimenticare che proprio questo elemento si è rivelato uno dei più incisivi fra quelli che hanno condizionato la scelta definitiva operata dalla direzione dell'Ermitage. In tal modo, infatti, si è potuto affermare che la candidatura di Ferrara non era solamente l'iniziativa di un'istituzione amministrativa, ma l'espressione convinta e condivisa di un intero territorio. In questo va ricercato il profondo significato dell'adesione alla nostra iniziativa da parte della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara, della Cassa di Risparmio di Ferrara e della Fondazione Carife, dell'Università di Ferrara, di tutte le Soprintendenze presenti sul territorio, dell'Istituto per i Beni Culturali dell'Emilia e Romagna, dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, della Confindustria regionale e locale, e dell'Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara.

 

Un coro di soggetti cui va il merito di avere compreso fin da subito l'importanza della sfida e di avere aderito con convinzione a un'occasione epocale per la nostra provincia, per la stessa regione e forse per l'intero paese.
In particolare, il coinvolgimento e la pronta adesione all'iniziativa di tanti enti culturali hanno permesso di dimostrare alla direzione dell'Ermitage che la candidatura puntava fortemente a comunicare massime garanzie sulla volontà di offrire lo sviluppo durevole di un  importante lavoro di studio e ricerca. Tre i temi proposti e assegnati al centro: il collezionismo, il restauro, la catalogazione delle opere italiane dell'Ermitage.

 

Il maggio scorso, a Ferrara, il direttore dell'Ermitage, Michail Piotrovskij, dopo la visita al Castello Estense, proposto quale sede di rappresentanza del centro, ha dimostrato un immediato ed esplicito  interesse sia per questo che per la sede operativa di parco Giglioli. Due proposte che coniugavano qualità, concretezza, praticità e la disponibilità immediata a ospitare ricercatori e studiosi di livello internazionale, per sessioni di studio e lavoro sui temi stabiliti dal futuro programma scientifico.
In questa circostanza si è potuto dimostrare a pieno la sintonia fra ciò che ci si attendeva e che si andava proponendo. Una sintonia risultata alla fine vincente. Quando, il 4 ottobre scorso, lo stesso direttore Piotrovskij mi ha comunicato che la scelta dell'Ermitage era ricaduta su Ferrara, la mia soddisfazione è stata doppia: da un lato vedevo Ferrara prevalere su autorevoli concorrenti, dall'altro avevamo saputo avanzare una proposta in linea con le aspettative. Ora il tempo che ci separa dall'inaugurazione delle sedi e dall'inizio dell'attività di Ermitage Italia, il prossimo ottobre, ci vedrà impegnati nella costituzione di una Fondazione la cui struttura organizzativa sarà rappresentata da un consiglio di amministrazione e da un comitato scientifico.

 

I marmi di Antonio Lombardo conservati all'Ermitage di San Pietroburgo ed esposti in Castello Estense nella mostra Il primo avrà la finalità evidente di attuare il programma culturale espresso dal comitato scientifico e sarà composto dai soci fondatori: Provincia di Ferrara, Comune di Ferrara e Regione Emilia-Romagna. Il secondo, la cui presidenza sarà affidata allo stesso Piotrovkij, sarà formato da studiosi ed esperti del mondo dell'arte e della cultura di nomina russa e italiana. Accanto al Consiglio di amministrazione è previsto un comitato di sostenitori che contribuiranno al finanziamento del centro, il cui costo annuo di funzionamento è previsto attorno ai 400 mila euro. L'attività del centro sarà concentrata nel delineare e attuare un autorevole programma scientifico, fatto di ricerche, studi, iniziative nel campo della cultura, oltre ad attività editoriali ed espositive prevalentemente dedicate ai frutti del programma scientifico svolto.

 

Per i prossimi anni si annunciano anche eventi espositivi di rilevante valore artistico e culturale, destinati a dare rilievo alla posizione di Ferrara nel novero delle principali città d'arte italiane.

Il primo evento, in programma per la primavera del 2008, sarà dedicato alla pittura ferrarese del Cinquecento e sarà un ideale omaggio dell'Ermitage alla nostra città, a chiusura dell'anno degli Este e in continuità con la grande mostra sulla pittura ferrarese del Quattrocento prevista a palazzo dei Diamanti. I dipinti del Rinascimento ferrarese conservati all'Ermitage saranno esposti nel Castello di Ferrara e ammirati dal pubblico italiano, molti dei quali per la prima volta. La seconda esposizione potrebbe essere in programma per l'anno 2009 e l'Islam sarà il tema trattato. Anche questo avvenimento si avvarrà del ricchissimo patrimonio, fra i più grandi al mondo, di oggetti preziosi, documenti e opere d'arte custoditi all'Ermitage e sarà condotto dalla competenza in materia dello stesso professor Michail Piotrovskij, in questo caso in veste di studioso, fra i massimi esperti di cultura islamica. Per l'evento saranno coinvolte importanti istituzioni culturali in Russia, in Iran e in generale in tutto l'Oriente.

 

Anche questa sarà un'importante occasione, che si preannuncia di primario valore, mi auguro destinata da un lato a proiettare ancora una volta Ferrara in una dimensione internazionale di rapporti e di scambi artistici e culturali, e dall'altro ricca di un contenuto potenziale capace di affermare la via del dialogo e della pacifica convivenza dei popoli attraverso la conoscenza reciproca della loro storia e della loro arte.

Da Piergiorgio Dall'Acqua