Il fine è quello di studiare le implicazioni sulla vita emozionale e sulle relazioni interpersonali causate dal cancro. In tale fervore culturale e clinico, che si è rapidamente diffuso nella maggior parte dei paesi, è sorto nel 1992, all'interno Clinica Psichiatrica dell'Università di Ferrara in collaborazione con l'Arcipedale S.Anna, il Servizio di Psico-Oncologia, tra i primi in Italia in un ospedale universitario. Il servizio è diretto dal professor Luigi Grassi, ordinario di Psichiatria presso l'Università di Ferrara, presidente della Società Italiana di Psico-Oncologia (SIPO) e recentemente eletto presidente della International Psycho-Oncology Society e della World Psychiatric Association-Psychooncology Section, dopo il convegno mondiale sul tema organizzato proprio dalla Sezione di Psichiatria dell'Università di Ferrara.
Quali obiettivi intende perseguire nel prossimo futuro ? "La salute mentale è un bene importantissimo e la nostra missione - spiega il professor Grassi - è di attivare sem pre più le aziende sanitarie sul problema della sofferenza psicosociale in ambito oncologico. Tale disagio colpisce il 25-30% delle persone ammalate ed è un loro diritto avere un'assistenza integrata che coinvolga evidentemente anche il versante psichico, spirituale e interpersonale. L'obiettivo clinico è sia di prevenzione sia di trattamento, intervenendo sulle varie espressioni di disagio, quali ansia, panico, depressione, che accompagnano spesso le malattie neoplastiche durante il loro decorso, coinvolgendo la persona ammalata e i suoi famigliari.
Ciò è possibile effettuando valutazioni appropriate sui problemi emotivi che le singole persone hanno, analizzando i fattori di rischio, quali la carenza di sostegno familiare o caratteristiche di personalità improntate al pessimismo e alla rassegnazione, e offrendo interventi appropriati.Tutto questo allo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone colpite dalla malattia, in qualunque fase questa sia e, inoltre, favorendo l'adattamento delle famiglie sia durante la malattia del proprio congiunto sia nella fase successiva alla perdita, quando ciò accade. Un Centro specifico sul lutto, affiancato a un nostro Centro per il trattamento della depressione, sta peraltro per essere creato presso la Unità di Psichiatria Universitaria, proprio per la grande disattenzione che vi è alle situazioni problematiche, talora, imponenti, che accompagnano le condizioni di lutto irrisolte.
È nostro compito inoltre - prosegue il professor Grassi - attivare programmi di formazione sulla comunicazione, sul riconoscimento e il trattamento dei più comuni disturbi, quali i disturbi depressivi, da parte del personale medico oncologico e della medicina generale, sul lavoro d'équipe nelle diverse fasi della malattia, con particolare riferimento alla fase avanzata." Un servizio, certo complesso. Com'è strutturato e come si articola? "Il servizio si compone di psichiatri e psicologi clinici con formazione psico-oncologica e da un data-manager, e svolge la propria attività in collaborazione con l' Unità Operativa di Oncologia Clinica dell'Azienda Ospedaliera Universitaria S. Anna di Ferrara, oltre che con le altre Unità Operative della stessa Azienda (chirurgia, radioterapia, ematologia, ginecologia) chiamate a intervenire nei percorsi di cura delle persone affette da patologie neoplastiche.
Lo stesso servizio, grazie all'integrazione della Psichiatria Universitaria con il Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda USL di Ferrara, ha allargato negli ultimi anni la propria attività con un programma interdipartimentale diffuso sul territorio, creando servizi di psico-oncologia presso i day-hospital oncologici dell'Ospedale del Delta e degli Ospedali di Argenta e Cento, e coinvolgendo le espressioni più attive dell'associazionismo e del volontariato oncologico. È in corso un programma di integrazione con il Servizio di Neuropsichiatria Infantile per quanto attiene alle difficoltà dei bambini e degli adolescenti che hanno perso un genitore per cancro o hanno un genitore ammalato.
Vi è inoltre il grande compito, su cui abbiamo iniziato a lavorare, dell'assistenza ai bambini affetti da patologie tumorali e alle loro famiglie, cui la psico-oncologia può fornire certamente alcune risposte importanti." A meno di sei anni dalla realizzazione l'hospice dell'Ado (Assistenza domiciliare oncologia), che all'inizio era sembrata impensabile e velleitaria, è, ora, una realtà pienamente operativa: un fiore all'occhiello per Ferrara. Cosa rappresenta per la presidente dell'Ado, Daniela Furiani, il complesso di via Veneziani 54?
"L'hospice, che io chiamo ‘Casa della Solidarietà' - puntualizza la Presidente - rappresenta quanto la solidarietà possa dare un reale aiuto al malato e alla famiglia. L'Associazione assiste pazienti anche a livello domiciliare, garantendo loro le stesse opportunità, offerte nella struttura.
Essa porta gratuitamente nelle case il sostegno medico, l'aiuto psicologico, il conforto di un pensiero con l'ausilio concreto di uno staff medico preparato." Quale tipo di pazienti accogliete nel vostro ambito? "Non solo - spiega Daniela Soriani - come si è soliti ritenere, i malati terminali di neoplasie, ma anche di altre patologie croniche e inguaribili quali: pneumologia, cardiologia, neurologia, infezioni, alzheimer, parkinson, sclerosi multipla e sclerosi laterale amiotrofica." Ogni assistenza avviene a titolo di assoluta gratuità, certo! Da un punto di vista numerico su quante persone grava l'impegno gestionale? "Per i servizi domiciliari disponiamo di quattro medici, quattro infermieri, un assistente, un medico-psicologo e un assistente spirituale.
Qui in via Veneziani, con dodici camere singole a due letti, uno per ogni paziente e famigliari, vi è lo stesso numero di addetti e molti volontari impiegati in amministrazione e in portineria." Una lodevole iniziativa, ma chi copre i costi? "Enti pubblici, fondazioni bancarie e il cuore di tanti ferraresi!" In forma autonoma, ma armoniosamente collegata sia all'Ado sia al servizio di psico-oncologia è sorta l'Associazione di Volontariato e Solidarietà Umana ‘Giulia', con sede in via Aldighieri 40. Le finalità? Restituire un sorriso ai bambini gravemente malati, sostenendoli, contestualmente alle loro famiglie, consentendo loro di vivere momenti di serenità sia nel corso della degenza sia nella quotidianità, fuori dalla struttura ospedaliera. Ora, su richiesta della Associazione Giulia si è attivata la fondazione Carife per dare una risposta concreta a quei bambini (oltre venti a Ferrara e provincia) affetti da patologia tumorale. Una priorità è l'istituzione della figura dello psico-oncologo infantile, collegato a quello per adulti, finalizzato ad accogliere e sostenere il piccolo paziente e la sua famiglia nel difficile percorso della malattia.