Tale esercizio ha rappresentato la fase centrale del percorso di programmazione triennale stabilito con la scelta dei settori rilevanti per il periodo 2005/2007, il primo avvio di questa nuova modalità di intervento sancita dalla cosiddetta "normativa Ciampi". 6.128.020,84 di euro hanno costituito il monte erogativo per l'intero 2006, equivalenti a 415 progetti accolti su 618 esaminati dal nostro Ente. Analizzando questo periodo risulta evidente come si sia profilato un grande sviluppo dell'attività della Fondazione mantenendo ferma la volontà di restare fedeli ai principi istituzionali nostri ispiratori.
La crescita e il rafforzamento della Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.a. infatti, hanno comportato un conseguente incremento dei dividenti percepiti dalla Fondazione stessa, che si trova così a disporre di risorse più consistenti da poter impiegare nella sua attività istituzionale. I settori di intervento sono rimasti immutati, secondo un principio di fedeltà a quelle sfere che hanno dimostrato una particolare rilevanza in ambito territoriale, ma è mutata la prospettiva secondo la quale ci proponiamo ai nostri interlocutori.
La Fondazione ha infatti dimostrato sul campo di essere un soggetto capace di organizzare iniziative autonome e di orientare l'azione comune verso obbiettivi definiti concordemente con gli altri attori con i quali si trova via via ad operare. A tale proposito la crescita delle risorse economiche a nostra disposizione viene da sempre accompagnata da una volontà di incrementare le esperienze e le capacità operative di cui scegliamo di dotarci. Esaminando l'esercizio 2006 emerge un elemento che accomuna sia gli obiettivi sociali perseguiti dalla nostra istituzione, che gli interventi realizzati direttamente dalla Fondazione stessa: la trasversalità.
Con tale termine intendiamo la capacità di attivare diverse competenze e forze in via tra loro sinergica, per il conseguimento di un scopo comune. La dimensione dinamica appena evidenziata risulta fondamentale per la realizzazione del grande obiettivo finale di ravvivare il tessuto sociale ed economico ferrarese, mediante la valorizzazione e il consolidamento delle propensioni e delle competenze esistenti, o mediante l'avvio di altre iniziative innovative che possano trovare fertile terreno di crescita per le caratteristiche del territorio.
In questo senso tra le importanti iniziative di restauro presentate all'annuale appuntamento del Salone Internazionale dell'Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali, ricordiamo il recupero del soffitto affrescato dal Garofalo della Sala del Tesoro di Palazzo Costabili, sede del Museo Archeologico di Ferrara. Il restauro in questione, costato circa 115.000,00 euro e diretto dalla Sovrintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Ferrara e Ravenna, si inserisce nell'importante progetto di ampliamento del percorso espositivo della struttura museale, che proprio nel mese di giugno, dopo diversi anni dalla riapertura del museo, si è potuto finalmente inaugurare.
Sempre in tema di restauro abbiamo anche sottoscritto con il Conservatorio musicale "Girolamo Frescobaldi" e con il Comune di Ferrara un accordo per il restauro dell'Auditorium, che pur risalendo "solo" agli anni Trenta del ‘900, necessita di una serie di interventi per recuperarne la compromessa fruibilità.
L'opera di ripristino, che la Fondazione sosterrà con 1.000.000,00 di euro, prevede un finanziamento anche da parte del Ministero dell'Università e della Ricerca, l'assistenza degli uffici comunali per tutte le attività di restauro ed in parallelo la stipula di un contratto di ricerca con le Facoltà di Architettura ed Ingegneria dell'Università di Ferrara, per l'analisi della complessa situazione e l'individuazione di soluzioni anche innovative per i lavori. Il tutto sotto il controllo della Soprintendenza competente.
L'Auditorium rappresenterà uno spazio polivalente aperto alla didattica, ma al tempo stesso un punto aperto a molteplici attività anche di stampo culturale, sociale o convegnistico.
Le dimensioni eccezionali del progetto poliennale che ha riguardato il Tempio di San Cristoforo alla Certosa con uno stanziamento di circa 2.190.000,00 di euro, troveranno la giusta valorizzazione nel prossimo numero della rivista, in coincidenza con la definitiva riapertura della chiesa prevista per il 23 settembre 2007.
In questa sede ricorderemo solo che nel mese di luglio il tempio verrà chiuso per consentire il riassetto delle opere e degli arredi mancanti. Accanto alle opere di restauro la Fondazione ha realizzato un intervento teso a risarcire un piccolo, ma importante tassello della storia recente della nostra città, vale a dire l'acquisizione della chiesetta quattrocentesca di San Giuliano che, recuperata mediante aggiudicazione ad un'asta fallimentare per quasi 280.000,00 euro, è stata così donata alla Curia di Ferrara. Realizzati alcuni necessari lavori di restauro la chiesa verrà riaperta al culto e quindi restituita alla città.
Sempre in tema di acquisizioni la collezione di opere d'arte della Fondazione si è arricchita di una nuova preziosa raccolta di ceramiche graffite arcaiche padane e di ambito estense che consta di 186 pezzi acquisiti per circa 100.000,00 euro. La raccolta è stata oggetto di uno studio approfondito, conclusosi negli ultimi giorni di maggio e che nei prossimi mesi verrà presentato al pubblico, così da evidenziare il valore scientifico della collezione stessa. Tale importante acquisizione, oltre ad integrare il nucleo precedentemente recuperato, documenta la produzione di ceramiche graffita e di mezzamaiolica in aree diverse da quelle del Ducato di Ferrara.
Un'altra importante iniziativa del tutto singolare e che ha riscosso un significativo successo di pubblico è stata la rassegna Aperitivi d'Arte, curata da Grazia Agostini responsabile per le Collezioni della Pinacoteca Nazionale di Ferrara. La Fondazione e la Pinacoteca hanno infatti promosso delle mini-conferenze proposte come dei veri "aperitivi culturali", ovvero delle veloci panoramiche su argomenti di storia dell'arte che da spunti ferraresi hanno rimandato a panoramiche più ampie.
Alla dimensione snella degli argomenti trattati si è voluto affiancare un aperitivo nel senso letterale del termine, inteso come nuovo ed informale approccio alla didattica. Un'altra iniziativa che ha goduto di un significativo apprezzamento da parte della cittadinanza e non solo, è stata Dante in Duomo. La nostra Cattedrale ha accolto infatti la lettura di alcuni canti tratti dall'Inferno e dal Paradiso della Divina Commedia di Dante Alighieri. Questo progetto artistico, costato circa 20.000,00 euro, ha avuto il merito di realizzare un evento letterario nuovo per Ferrara dimostrando quanto interesse susciti sempre un'opera ancora moderna e attuale come il poema dantesco.
La Fondazione accanto all'arte ad alla cultura, sostiene anche un settore di grande rilevanza come la salute pubblica, la medicina preventiva e riabilitativa. Tra tutti gli interventi ricorderò in questa sede l'acquisto di un impianto di cobalto terapia Theratron Equinox, interamente sostenuto dal nostro Ente per 400.000,00 euro. Tale finanziamento si è rivelato di grande importanza perchè ha evitato che, durante il periodo necessario alla realizzazione della nuova sede per un acceleratore lineare, già finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, i pazienti oncologici restassero sprovvisti del trattamento radioterapico loro necessario.
Strettamente connesso al settore precedente risulta la ricerca, a sostegno della quale la Fondazione, oltre a finanziare numerose borse di studio ed assegni di ricerca per un monte complessivo di 200.000,00 euro, partecipa al "Comitato dei Sostenitori" con un contributo pari a 400.000,00 Euro. Si tratta di uno strumento operativo dell'Università degli Studi di Ferrara attraverso il quale si vuole sostenere la ricerca di base, programmare l'acquisto delle grandi apparecchiature, organizzare le attività di ricerca anche secondo le compatibilità e le esigenze del territorio, prestare attenzione agli interessi di trasferimento tecnologico verso le imprese, fornendo nel contempo un equilibrato apporto alle aspettative di salute e di qualità della vita, anche mediante l'approfondimento degli aspetti specifici connessi alle particolari caratteristiche ambientali dei nostri luoghi.
La Fondazione sempre in ambito universitario, ma in termini di istruzione e formazione ha contribuito, con un'erogazione pari a 100.000,00 euro, al finanziamento del secondo anno dello "I.U.S.S. - Ferrara 1391" ovvero l'Istituto Universitario di Studi Superiori, il quale prevede la creazione di una struttura che offra percorsi di formazione universitaria di qualità pre e post-laurea. A sostegno delle ricerche operate dal Dipartimento di Scienze Chirurgiche Anestesiologiche e Radiologiche, sezione di Anestsiologia e Rianimazione, il nostro Ente ha partecipato con 25.000,00 euro allo start-up del primo laboratorio di macrosimulazione realizzato in una struttura pubblica italiana, cofinanziato dall'Università stessa, che consiste appunto nella simulazione di situazioni lavorative che consentono una didattica in cui il margine d'errore è tollerato proprio in virtù della componente fittizia.
Tra i settori in cui si completa l'attenzione alla parte sociale dei nostri scopi e verso i quali ci dedichiamo con immutata attenzione ricordiamo l'assistenza agli anziani per il cui trasporto è stato finanziato l'acquisto di diversi pulmini per un ammontare di più di 55.000,00 euro. Per la crescita e la formazione giovanile la Fondazione ha inoltre sostenuto l'attività di diversi oratori parrocchiali e scuole materne erogando più di 110.000,00 euro, senza mai trascurare altri settori come la famiglia e i valori connessi, l'assistenza al disagio mentale ed il volontariato, la filantropia e la beneficenza.
I restauri di Sant'Antonio in Polesine diventano un libro
Tra il 1994 e il 1995 in occasione dei lavori di ristrutturazione e restauro del monastero di Sant'Antonio in Polesine, promossi dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici di Ravenna, la Soprintendenza Archeologica dell'Emilia Romagna ha condotto una campagna di scavi. La qualità dei reperti rinvenuti suggerì la felice idea di organizzare nel 2004 una mostra nel Museo di Casa Romei dove rendere visibili i rinvenimenti più interessanti. Da quella esposizione è nata la volontà di fissare in una pubblicazione i risultati dell'intero scavo. Il 22 novembre scorso è stato così presentato, nella preziosa cornice di Casa Romei, il volume S. Antonio in Polesine. Archeologia e storia di un monastero estense, curato da Chiara Guarnieri ed edito grazie al sostegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara.
A coronamento della presentazione è stata inaugurata, al piano terreno della sede museale di casa Romei, una selezione degli oggetti provenienti dallo scavo entrata a far parte del percorso espositivo permanente del Museo. Il monastero di Sant'Antonio in Polesine sorge in una delle aree più antiche di Ferrara, corrispondente a quelle porzioni di terreno che emersero dalle acque del Po, i polesini appunto.
A metà del XIII sec. Azzo Novello comperò dai monaci agostiniani, devoti a Sant'Antonio, uno di questi isolotti, compresi gli edifici che vi sorgevano.
Nel complesso si trasferirono Beatrice d'Este e le sue consorelle. Nasceva così il primo monastero femminile della nostra città, tuttora esistente.
Seguirono importanti lavori di ampliamento che proseguirono fino a ridosso della consacrazione avvenuta nel 1413. All'epoca di Borso il complesso venne inglobato all'interno della cinta muraria della città. Lo scavo, condotto nel secondo chiostro del monastero, ha riportato alla luce preziosi manufatti, viva testimonianza del livello sociale delle ospiti del monastero, provenienti dalle più importanti famiglie della città, fra le quali spicca quella degli Este.
La prima parte del volume curato dalla Guarnieri è dedicata alle analisi architettonica e documentaria che hanno permesso di ricostruire il profilo sociale ed economico degli abitanti dell'isola su cui sorgeva il monastero. Nella seconda sezione è trattata in maniera puntuale l'opera di scavo. Vengono cioè illustrati i rinvenimenti archeologici e le numerose ceramiche ritrovate in ottimo stato di conservazione, all'interno di una cisterna. Tra di esse spicca un cospicuo numero di ceramiche graffite.