Certo se banca locale significasse restare legati a vecchi stereotipi di banchieri miopi e poco propensi al rischio d'impresa, sarebbe giustificato un ruolo marginale nel sistema bancario nazionale. Ma se il banchiere locale parte invece dalla consapevolezza dei punti di debolezza, intrinseci ad un'operatività in un bacino ristretto, per superarli, allora i vantaggi competitivi delle banche legate al territorio sono molteplici.
Fin dall'entrata in vigore della legge Amato ci siamo interrogati sul nostro nuovo ruolo di impresa a cui, oggettivamente, non eravamo abituati. Così, se fino ad allora la grande forza degli istituti costituiti sottoforma di ente morale era data dall'autofinanziamento e dal conseguente costante rafforzamento patrimoniale, poiché solo una parte percentualmente modesta dell'utile reale veniva distribuita agli azionisti ideali, cioè le istituzioni del territorio ove le Casse operavano, oggi siamo consapevoli e doppiamente responsabili dello sviluppo del territorio, perseguito direttamente, attraverso la quotidiana operatività ed indirettamente, grazie alla quota di utile destinata alla Fondazione Carife, tuttora nostro azionista di larga maggioranza.
Guai se nostalgicamente fossimo rimasti legati al passato. Con l'inizio del terzo millennio abbiamo avviato un percorso di crescita volto a sviluppare la presenza della Cassa in maniera graduale ed articolata principalmente in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Lazio. Tale percorso ha visto preliminarmente l'incremento della rete territoriale della Cassa e, in un secondo momento, l'acquisizione e lo sviluppo di realtà bancarie locali e di prodotto, con l'obiettivo di perseguire una strategia multibrand tesa a rispondere al gap di localismo venutosi a creare a seguito delle numerose aggregazioni verificatesi nelle aree in cui si è realizzata l'espansione della Cassa.
Proprio lo scorso ottobre la prestigiosa rivista Banca Finanza ha riconosciuto la crescita del nostro Gruppo, inserendolo nel novero di quelli di medie dimensioni e, all'interno di quella fascia, promuovendolo al secondo posto a livello nazionale per redditività e produttività ed al primo in Emilia Romagna.
E' di questi giorni la notizia che la Sede di New York di Moody's, l'agenzia internazionale di rating, che vanta più di 11.000 soggetti valutati nel mondo fra cui 100 stati sovrani ha, lo scorso 13 aprile, aggiornato il rating a lungo termine della Cassa di Risparmio di Ferrara Spa, innalzandolo da BAA1 ad A3.
Si tratta di un risultato di assoluta eccellenza, in quanto realizzato a seguito di un deciso percorso di crescita che la banca ha affrontato nel corso degli ultimi esercizi. Possiamo ben dire di aver creato valore per gli azionisti, che ci hanno sì fornito gli strumenti finanziari per la crescita degli investimenti, attraverso i due successivi aumenti di capitale per complessivi 150 milioni, crescita sostenuta anche dal cash-flow aziendale per altri 40 milioni, ma sono stati ben ripagati dal dividendo e dall'incremento del prezzo di scambio del titolo, fino agli attuali 38 euro, dai 17,50 del 2000. Ma non solo in base alla creazione di valore deve essere valutata una banca come la nostra, ma anche in base all'apporto globale, in termini di contributo allo sviluppo e, conseguentemente, di creazione di reddito che produce sul territorio dove opera.
L'espansione come gruppo bancario non ha mutato la nostra "anima", che è quella della banca locale, cioè una componente fondamentale del tessuto sociale. E mentre la Cassa ha cercato con ogni mezzo, impegnando forti disponibilità finanziarie ed umane, una crescita economica e sociale nei territori ove opera, vi è l'altra parte della medaglia, la Fondazione che sta svolgendo un'opera meritoria grazie agli utili della banca, per fini altamente meritevoli. D'altronde la Fondazione è il nostro maggior punto di forza, le nostre solide fondamenta. In primo luogo perché è portatrice di quei valori morali che hanno condotto alla costituzione della Cassa nel 1838, valori di promozione del territorio, sia in campo economico, attraverso l'attività della banca, sia direttamente, fornendo un fondamentale appoggio alla cultura, all'istruzione e alla salute dei cittadini.
Non posso negare che la buona fama di cui gode la Fondazione, attraverso le innumerevoli elargizioni alle "componenti positive" della comunità, cioè a tutti quei soggetti che si fanno apprezzare per il valore sociale della loro azione, spiega effetti virtuosi anche sulla nostra attività imprenditoriale.
Penso soprattutto che i cittadini non sappiano e, in qualche caso, non vogliano distinguere nettamente fra i due Enti e questo, credo, giovi a entrambi. Ma, soprattutto, all'attività della nostra banca viene in questo modo ascritto un contenuto etico, che non è riconosciuto alle banche ordinarie. Siamo riusciti a riprodurre un po' ovunque quel che accade a Ferrara, città illuminata ogni anno da piccoli e grandi eventi. Avvenimenti culturali, solidali e sportivi molto diversi tra loro ma accomunati dal fatto che nascono anche grazie alla Cassa di Risparmio di Ferrara.
La Cassa di Risparmio di Ferrara ha continuato nella progressiva occupazione degli spazi ancora liberi all'interno della propria rete commerciale. Di qui la copertura della zona di Boretto, e il rafforzamento della presenza a Cento mediante l'attribuzione di autonomie a quello che prima era un semplice sportello di cassa.
L'espansione della rete della Cassa, tuttavia, non si è limitata ad infittire le maglie nei territori già presidiati ma, sempre nel solco tracciato dal Piano Strategico 2005-2007, si è ampliata in nuovi territori.
In Romagna abbiamo aperto sportelli tanto a Forlì quanto a Cesena andando così a inserirci in un tessuto economico i cui ritmi di crescita non trovano riscontro in altre province della regione.
Abbiamo pacificamente invaso la provincia di Bologna aprendo sportelli in comuni ad alto valore aggiunto, quali Molinella, San Giorgio di Piano e Casalecchio di Reno. Quella bolognese, che conta ora tre sportelli di città e 3 in provincia, è divenuta nel giro di pochi mesi la terza provincia per presenza del marchio Cassa di Risparmio di Ferrara dopo quelle "storiche" di Ferrara e Rovigo.
Banca di Treviso, ha aperto a Casale sul Sile. Presto aprirà a Quinto di Treviso, proseguendo nel completamento della rete provinciale. L'ultima arrivata, Banca Farnese, è passata da 1 a 4 sportelli. Niente male in meno di due anni dall'ingresso nel Gruppo.
Banca Modenese, non ha nel periodo ampliato la rete territoriale, ma ha provveduto ad adeguarla alle mutate esigenze del territorio trasferendo a Mirandola lo sportello di Montombraro.
Contemporaneamente ha posto le basi per il futuro sviluppo attraverso un avvicendamento al vertice e varando il nuovo piano strategico. Anche il Credito Veronese, che pure ha inaugurato un Ufficio di Rappresentanza a San Pietro in Cariano, che presto diventerà una vera e propria filiale, ha varato il nuovo piano industriale che prevede, tra l'altro, un aumento di capitale di circa 20 milioni che dovrebbe realizzarsi entro la prossima estate. Popolare Roma ha recentemente inaugurato l'agenzia di città n. 11 e la filiale di Ciampino. Grazie anche all'aumento di capitale del giugno scorso interamente sottoscritto dalla Cassa, ora ha le risorse per un sicuro sviluppo.
La crescita del Gruppo non si è però limitata all'espansione territoriale, ma si è rivolta anche all'esplorazione di nuovi mercati ed alla ricerca di nuove aree di business.
Commercio e Finanza, nell'ancor breve storia del Gruppo, è già al sesto esercizio in Carife. Esercizi contrassegnati da eccellenti performances economiche, ma soprattutto costellati da continui investimenti in risorse umane e tecniche. Finproget va ogni giorno di più affinando la propria specializzazione. Oggi costituisce finalmente un punto di riferimento per tutto il Gruppo nel settore del contenzioso. Speriamo possa diventarlo anche per altri numerosi interlocutori.
Nel 2006 abbiamo costituito Carife SIM, la società di intermediazione mobiliare del Gruppo, che è oggi pienamente operativa. La recente inaugurazione nella prestigiosa cornice di Palazzo Re Enzo a Bologna, ha dato definitivamente la misura dell'importanza che avrà la SIM nell'economia complessiva del gruppo. Clientela dalle esigenze sofisticate e complesse riceverà le più innovative risposte, attingendo alle competenze di tutti i maggiori operatori a livello internazionale, senza esclusione alcuna: il mondo al servizio dei clienti Carife. I migliori nomi del panorama economico e finanziario nazionale hanno confermato, con la loro presenza, questa mia convinzione. Oggi siamo alla vigilia del varo del nuovo Piano 2008- 2010. Dovremo dare continuità al percorso strategico di valorizzazione del gruppo indipendente, con un profondo radicamento sul territorio e con la nostra riconosciuta capacità operativa a supporto della esemplare strategia multibrand fin qui perseguita. Tale percorso ideale presuppone la definizione di un piano in grado di sincronizzare la corporate strategy con la business strategy della rete Carife e delle controllate bancarie, in modo da massimizzare le leve manageriali a disposizione dei vertici aziendali per il perseguimento degli obiettivi che saranno individuati.
Il piano, pur in continuità con le strategie fin ora definite, dovrà valorizzare, altresì, elementi di discontinuità positiva per favorire il perseguimento di obiettivi di crescita ancora più sfidanti nel quale verranno delineati il disegno strategico complessivo e i caratteri fondamentali della Cassa e del Gruppo. Ancora una volta dovremo attingere ad una ulteriore diversificazione delle fonti di ricavi e all'ampliamento e alla razionalizzazione della rete territoriale della banca e del gruppo, dandoci anche un assetto più con-sono alla necessità di gestione del gruppo bancario e della banca capogruppo, con pragmatismo e concretezza, attribuendo ai managers tutte le necessarie deleghe, per consentire un'operatività snella, ma responsabile. Anche l'approccio commerciale verrà opportunamente rimodulato, in relazione alle peculiarità di ciascun territorio.
Il Personale è il punto di forza della Cassa, con la sua riconosciuta competenza e professionalità, ma soprattutto per l'attaccamento sempre dimostrato verso l'Istituto.
In questi ultimi anni il numero di dipendenti della Banca è cresciuto continuamente: oggi la sola capogruppo ha superato la soglia dei 1.000 dipendenti. A tutto il Personale verrà richiesto un approccio flessibile e condiviso, ma a ciascuno verrà offerta una opportunità di fornire il proprio contributo, in piena consapevolezza. Abbiamo recentemente spiegato a tutti dove la banca vuole arrivare e con quali strumenti: ognuno si sentirà protagonista di un unico disegno. Il nostro stile e il nostro personale modo di essere banca costituiscono ormai un punto di riferimento per quegli istituti di credito che, guidati dal nostro esempio, hanno intrapreso la strada della crescita nell'autonomia.
Un punto di riferimento anche per quelle innumerevoli aziende che si interrogano sul futuro dei rapporti banca-impresa dopo l'entrata in vigore degli accordi di Basilea 2. L'organizzazione della banca sarà da subito in grado di operare in piena conformità alla normativa di Vigilanza attuale e di prossima emanazione, secondo le nuove regole. Stiano quindi tranquille quelle aziende, la Cassa non si limiterà a godere della rendita costituita dalla conoscenza del cliente dovuta alla sua condizione di prossimità. Si porrà invece l'obiettivo di essere partner finanziario di riferimento per l'impresa. Per crescere insieme. Certo, noi lo sappiamo bene, il sostegno all'economia locale esige a volte il pagamento di un prezzo anche alto. Ma il ruolo delle banche va al di là del solo fine di lucro, costituendo strumento essenziale per il corretto funzionamento dell'intero Paese. In questo ruolo è contenuto il compito di presidiare il territorio, non dimenticando le realtà locali e le province di piccole dimensioni.
È un compito al quale si adempie non da soli ma mediante una stretta vicinanza e collaborazione con il mondo produttivo e le istituzioni. Per questo è costante il nostro impegno per la ricerca del dialogo con le associazioni di categoria, l'Università e gli Enti territoriali per costituire un "Sistema Ferrara" che sia terreno fertile per lo sviluppo. Ho sfumato finora su quello che ritengo il più importante asset della Cassa di Risparmio di Ferrara: l'indipendenza.
Il Governatore Draghi, nel suo intervento del 3 febbraio a Torino, ha ricordato che nell'area euro le banche si sono ridotte, fra il 2001 ed il 2005, di 900 unità ma "vi è ancora spazio per operazioni di concentrazione che sprigionino sinergie con benefici per gli azionisti e per i clienti". Per quanto ci riguarda finché la Banca si svilupperà in modo redditizio non c'è motivo di impoverire il territorio della sua principale impresa e, al tempo stesso, del suo principale motore di sviluppo. Noi vogliamo andare avanti con convinzione in quel processo che abbiamo iniziato a metà degli anni 90'.
I risultati ci hanno dato ragione, ci impegneremo ancora per migliorarli, non c'è motivo di aggregarsi tanto per fare. In questo, per noi, il sostegno della Fondazione Carife è fondamentale. Noi conosciamo il "mestiere" della banca locale e siamo capaci di replicare le nostre attitudini anche sui territori dove abbiamo avviato nuove iniziative. Questo, credetemi, è un fatto eccezionale. Nella normalità dei casi quando una banca locale perde la propria indipendenza, cambia anche il modo di approcciare il mercato e quello di fare banca, che in passato le appartenevano. Un conto è avere radici in un territorio, un altro è perseguire una politica espansiva incrementando la propria presenza in più mercati. Dove noi andiamo ci uniamo a chi le radici sul territorio le ha già e ci comportiamo di conseguenza. Una dichiarazione ufficiale del Presidente Prodi dello scorso 23 aprile offre chiarezza in un momento di grande e non sempre chiaro movimento in tema di fusioni e di alleanze. Prodi, interpellato sull'ipotizzato accordo fra grandi gruppi come ABN Ambro e Barclays, ha testualmente detto: "Guai se ci fossero solo grandi banche, abbiamo bisogno anche di un rafforzamento delle banche locali che abbiano attenzione alla comunità locale". Noi, in nome dell'espansione del gruppo, mai rinunceremo al presidio del nostro tradizionale territorio. Se abbiamo deciso di difendere a spada tratta l'autonomia della banca è anche per non far mancare al territorio l'apporto fondamentale di un istituto che è nato 170 anni fa appositamente per consentirne il progresso e lo sviluppo. Abbiamo le risorse, finanziarie ed umane, per farlo.