Una proposta di visita a un interessante biotopo del Delta padano
Alle porte di Codigoro sorge la Garzaia, ovvero la città degli aironi. Su circa sei ettari, in un’area già di proprietà della Società Eridania Zuccherifici Nazionali (da tempo acquisita dal Comune di Codigoro), dietro lo smantellato stabilimento, in un boschetto di robinie, pioppi, sambuchi e pruni, si sono insediate varie specie di Aironi che si calcola costituiscano una tra le più importanti colonie d’Italia. Il codigorese Ing. Matteo Giari, Direttore generale del Consorzio di bonifica I° Circondario Polesine di Ferrara, aveva in animo di realizzare una struttura per accogliere i visitatori della garzaia, ma la sua prematura scomparsa ci ha privato di lui e del suo prezioso contributo.
Si tenga presente che non si è che non si è che all’inizio se si vuole scoprire un territorio che molti ci invidiano e che pertanto è necessario seguire uno dei tanti “percorsi”. Dopo aver ammirato l’unicità della città degli Aironi, sarà bene (se ed in quanto vi è la disponibilità del mezzo...) recarsi all’imbarcadero davanti al palazzo del Vescovo, prendere posto su apposito natante sul Po di Volano, dopo essere passati per la Pro Loco (Ufficio I.A.T. per giungere, circumnavigando l’Isola di Varano, agli allevamenti per cavalli datrotto del commendator Mion, alla Tenuta Tagliata-Corba (è bene tener presente che il commendatore, poco tempo prima di mancare, aveva espresso l’intenzione di realizzare un ippodromo addirittura più grande dell’Arcoveggio di Bologna, stante anche la vicinanza ai lidi ed aveva esternato - anche per avere consensi - questo disegno sia al sindaco di Codigoro che a quello di Ferrara). Al riguardo è bene evidenziare che l’Azienda Tagliata-Corba è nota a livello europeo, viene citata spesso da riviste specializzate e in loco, a testimonianza dell’importanza che riveste, vi sono stalloni di alta genealogia, uno dei quali del valore di tre miliardi, nonché trottatori dei quali uno ha vinto finora un monte premi che raggiunge quasi i quattro miliardi. Dopo la visita il reimbarco porterà fino al Passo di Pomposa dove si sbarcherà per raggiungere in “navetta” Pomposa per una visita guidata alla millenaria Abbazia, alle cantine Scalambra, al Deltaquarium, al museo della civiltà contadina, all’azienda agrituristica; il ritorno al fiume Po di Volano ed il reimbarco consentiranno l’arrivo al Porticciolo di Volano da dove non vi è che l’imbarazzo della scelta per ulteriori itinerari nella “nostra Camargue”: visite guidate nei meandri delle valli a Sacca di Goro, sci acquatico, equitazione all’Hotel Club Spiaggia Romea o vele al Lago delle Nazioni, ecc. Certamente le difficoltà sono molte, ma a volte basta iniziare, dare un segnale per riuscire a concretizzare programmi. Un segnale, un buon inizio si è avuto con i vari
itinerari da e per i lidi. Occorrerebbe ora curare maggiormente il “soggiorno” del turista a Ferrara, città meravigliosa che per essere conosciuta sufficientemente richiede una permanenza di due o tre giorni, ma che non tutti possono permettersi stante i prezzi proibitivi specie per il pernottamento, la qual cosa penalizza sopratutto i giovani. Se si superasse questo ostacolo magari utilizzando e promuovendo una ricettività specie in provincia (al riguardo sarebbe necessario effettuare la completa trasformazione dell’ex Collegio Enaoli da Ostello della Gioventù almeno ad albergo) una volta visitata Ferrara, come la città richiede, anziché il “mordi e fuggi” di oggi si avrebbe una rivitalizzazione delle nostre provincie attraverso un collegamento continuo tra centro e periferia.
UNA NOTA SULLA GARZAIA - di Claudio Castagnoli -
La più grande “città degli aironi” del Nord-Italia venne scoperta quasi per caso all’inizio degli anni ottanta in queste essenze vegetali, che sorgono attorno alle vecchie vasche dell’ex-zuccherificio e lungo il corso del Collettore Acque Alte, sulle quali gli uccelli hanno costruito i loro nidi. Un’area di rilevante pregio naturalistico e faunistico posta alle spalle della cadente fabbrica, caratterizzata dagli alti camini in muratura che qualcuno sostiene siano punto di riferimento per il ritorno di questi delicati volatili. Nella stessa area insiste anche il Centro di recupero della fauna selvatica di Codigoro che, allestito dal Servizio provinciale Protezione Flora e Fauna, è gestito dalla società “Pulci.No” che si occupa del recupero di tutti i volatili selvatici che hanno bisogno di cure nel basso ferrarese e nel Parco del Delta del Po. Su una superficie complessiva di 93.000 metri quadri, da marzo ad ottobre, sgarze a ciuffetto, nitticore, tarabusi, garzette ed anche qualche airone guardabuoi ritornano ad occupare, per l’atavico rito della riproduzione, i numerosissimi nidi che insistono sulle piante di acacia e sambuco. E’ un mondo fantastico, a due passi da strade ed abitazioni che, grazie alla delicatezza tipica degli aldeidi, ha saputo ritagliarsi uno spazio unico e straordinario. Entrare nella garzaia di Codigoro significa avere un incontro ravvicinato con una parte di natura. Qualche anno fa alcuni studiosi equalche fortunato visitatore, chiudendo gli occhi ed ascoltando i canti, striduli, delle nitticore o di altri aironi, potevano immaginare di essere in un luogo incontaminato della natura. Se, poi, apriamo gli occhi, come non rimanere affascinati dalle flessuose partenze di una garzetta, quando si alza lasciando l’ultimo ramo di una robinia, il più esile, a ciondolare liberato da quel delicato volatile. Avvicinarsi troppo alla vasca del vecchio zuccherificio e schiacciare, magari distrattamente, un ramo secco, significa mettere in allarme l’intera colonia. Proprio per ammirare la natura senza disturbarla è stato predisposto un sistema di video-sorveglianza; le videocamere, posizionate lungo i bordi delle vasche di decantazione dell’ex-zuccherificio, attorno a cui sono nati alberi di sambuco e robinia nei quali gli aironi hanno realizzato i propri nidi, consentiranno di osservare, collegandosi al sito, in fase di realizzazione, www.comune.codigoro.fe.it questa straordinaria espressione della natura. La natura è spesso inspiegabile ed imprevedibile, negli anni la colonia è aumentata e diminuita come numero di volatili, ma il dovere di ognuno che la ami è quella di entrare in contatto con ogni sua espressione in punta di piedi, con rispetto ed attenzione, ammaliati solo dal piacere di osservare questo mondo straordinario e prezioso. La valorizzazione di quest’area ben si coniuga con l’inclusione del Delta del Po nel patrimonio mondiale dell’Unesco.