Successivamente l'arte vide l'introduzione del tornio, che consentì di ottenere facilmente oggetti aggraziati e di perfetta simmetria rispetto all'asse di rotazione. L'introduzione della verniciatura vetrosa, in uso a partire dal II millennio a.C. in Mesopotamia, migliorò ulteriormente la resistenza all'usura e le caratteristiche estetiche. Una vera rivoluzione si ebbe con la scoperta della lavorazione della porcellana, che si fa risalire all'VIII secolo d.C. in Cina. La parola ceramica deriva dal greco keramos (significa vaso di creta) e sta ad indicare tutti i manufatti utili o ornamentali che sono stati fatti con argilla e poi cotti. Terracotta è il nome che si dà, in quasi tutte le lingue, alla ceramica non dipinta. L'antica Grecia ereditò la tecnica della ceramica dalla civiltà minoico-micenea. Dal VI al V secolo a.C. Atene dominò i mercati con la sua produzione di vasi, ma nel IV secolo a.C. questa decadde. Sorsero altre fabbriche locali in Beozia, Etruria, Magna Grecia e Sicilia. La produzione di queste lasciò un segno tanto profondo che, molti secoli dopo, Josiah Wedgwood chiamò Etruria la sua manifattura di porcellane, destinata a diventare una delle più famose del mondo. Josiah Wedgwood (Burslem, 12 luglio 1730 - Stoke-on- Trent, 3 gennaio 1795) è stato l'iniziatore dell'industria ceramica inglese. Divenne famoso in tutto il mondo con le sue ceramiche e porcellane fini ispirate, nelle forme e nelle decorazioni, all'antichità classica. La sua famiglia di origine era dedita alla realizzazione di ceramiche sin dal XVII secolo ed il giovane Josiah iniziò a lavorare nell'industria di famiglia all'età di nove anni, dopo la morte del padre. Lavorò con il fratello fino al 1752, e dopo una prima breve partnership con John Harrison e Thomas Alders di Stoke-on-Trent, Staffordshire, nel 1759 formò una società con Thomas Whieldon di Fenton Low. Whi
eldon era un ceramista molto famoso e di grande successo, ideatore e primo realizzatore della ceramica inglese color crema. In questo periodo Wedgwood apprese le tecniche più moderne su forme e colori. Nel 1759 cessò la collaborazione con Whieldon e si mise in proprio avviando la produzione di un particolare tipo di ceramica molto durevole, dalle forme di facile utilizzo, caratterizzata dal color crema. Questa ceramica, detta creamware, venne particolarmente apprezzata dall'allora regina Charlotte, che la omaggiò del suo patronato. La ceramica cambiò nome in Queen's Ware. La pubblicità che ne derivò e le sue qualità la resero la scelta preferita di tutta la ceramica domestica, in Inghilterra e all'estero. Nel 1768 a Wedgwood si unisce il mercante Bentley. In questo periodo la produzione si orienta su oggetti decorativi di porcellana dura non smaltata, decorata con i soggetti del mondo classico, tanto cari al Neoclassicismo, quali i Basalti Neri, che imitavano i vasi greci con figure rosse e i Jasper, porcellane a grana finissima, vitree, che si ottenevano per azione di temperature altissime su impasti contenenti solfato di bario. Nel 1771 Wedgwood fonda, nello Staffordshire, la manifattura Etruria, prevalentemente pe
r la produzione di vasi ornamentali. Scelse come suo motto Artes Etruriae Renascantur (perché rinascano le arti dell'Etruria), e vi impostò una divisione moderna del lavoro: da un lato il designer, che per lungo tempo fu John Flaxman, delegato alla progettazione delle forme e delle decorazioni dei manufatti. Dall'altro gli artigiani, divisi in formatori, tornitori, plasmatori, decoratori e addetti alla rifinitura. Nel 1774 la zarina di Russia Caterina la Grande, nota collezionista di porcellane e ceramiche, commissiona a Wedgwood un servizio da 952 pezzi. Josiah Wedgwood ebbe sette figli. Tra essi Susannah Wedgwood, che sposò Robert Darwin, e dal matrimonio nacque Charles Darwin, padre dell'evoluzionismo. Alla sua morte due dei figli e un nipote proseguirono l'attività, ma malgrado gli eccellenti risultati conseguiti all'inizio dell'Ottocento, il commercio tra Europa e America entrò in sofferenza a causa del periodo caratterizzato da guerre e rivoluzioni. Un altro problema era dovuto al fatto che il Classicismo era in declino, per cui le richieste dei Basalti Neri e dei Jasper crollarono. L'industria fu pertanto costretta a riconvertirsi alla porcellana decorata. Fra le altre innovazioni sperimentate per quest
ioni di sopravvivenza e lanciate dalle manifatture Wedgwood in questo periodo, ci fu la ceramica invetriata stampata in blu, con alcuni modelli diversi, fra i quali il "Ferrara" e il "Landscape", rimasti in produzione per molto tempo. Queste produzioni comprendevano e comprendono un po' tutti gli oggetti di vasellame necessari per la cucina e la tavola, dai piatti, di tutti i tipi e dimensioni, alle tazze, ai contenitori in genere, quali zuppiere, brocche, vassoi, ciotole, insalatiere, lattiere e persino vasi da notte. L'immagine del Castello Estense che compare nel disegno appare in realtà piuttosto fantasiosa. "Il carattere della decorazione stampata è più pittorico che grafico ed offre gradevoli suggestioni cromatiche nelle diverse soluzioni utilizzate (blu, rosa, marrone)", come scriveva Chiara Toschi Cavaliere nel catalogo della mostra per i seicento anni del Castello Estense (1985). Dinanzi al fortilizio onirico e feerico navigano vascelli e galeoni che sembrano usciti da un romanzo d'ambiente piratesco (se non dallo stesso "Corsaro" byroniano). Le vele delle navi sono legate compositivamente alle torri del Castello: sembra quasi che i pirati l'abbiano appena conquistato. E all'idea del "trionfo" sembra riallacciarsi il fregio floreale tutt'intorno, una sorta di corona, anche se non di alloro. La composizione è piuttosto esotica, come voleva il pubblico vittoriano, che vi volgeva
uno sguardo divertito mentre tagliava il salmone o sorseggiava il "five o'clock tea" (Lucio Scardino, 1986). Il modello "Ferrara" prende l'avvio nella produzione delle Manifatture Ceramiche Wedgwood di Burslem attorno al 1832, nel colore blu. Fin dalla sua introduzione nel commercio il disegno si è dimostrato così popolare da portare ad un ampliamento della produzione e ad una ripetizione in diversicolori. Al blu ha fatto seguito il marrone, quindi, dopo una breve parentesi col verde, è stata la volta del rosa-rosso, per finire col porpora vermiglio. Sul mercato sono apparsi anche alcuni pezzi (in particolare piatti) a più colori. Allo stesso modo sono cambiate le marchiature, che vanno dal "Ferrara of Etruria - Wedgwood" al "Ferrara - Etruria England - Wedgwood", al semplice "Wedgwood", fino all'ultimo "Ferrara of Etruria Wedgwood and Barlaston". Il disegno del modello è stato realizzato da William Brookes appositamente per la Wedgwood. E vi si vede la fortezza di Ferrara, ma le navi in primo piano costituiscono un adattamento di una vecchia stampa del porto di Liverpool. Le due vedute sono state sovrapposte in modo da ottenere questa immagine fantasiosa ma seducente del Castello Estense. Analoga descrizione è contenuta nel Dizionario di Wedgwood secondo il quale il modello "Ferrara" riproduce una scena di un porto italiano con il castello dei duchi
d'Este a sinistra, un canale che collega il porto al fiume Po, ed un gruppo di imbarcazioni che è stato preso da una serie di stampe pubblicate nel 1832 con il titolo Lancashire illustrato. Unica discrasia con il dato precedente il fatto che Liverpool si trova nel Merseyside, contea che confina con il Lancashire. Inoltre bisogna rilevare che la stessa immagine delle imbarcazioni è stata usata attorno al 1832 dalla Herculaneum Pottery di Liverpool in uno dei suoi prodotti con una veduta della città. La manifattura aveva iniziato la propria attività nel 1793/94, ma dopo vari passaggi di mano, ha chiuso definitivamente nel 1841. In conclusione, il modello "Ferrara" per oltre 160 anni ha portato in giro per il mondo l'immagine del Castello e il nome della città di Ferrara stampati su milioni di pezzi di ceramica.





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Sulle tavole del mondo
Scritto da Alessandro FabbriIl Castello Estense nelle ceramiche inglesi di Wedgwood
La ceramica è conosciuta fin dall'antichità e molti popoli ne hanno fatto uso, primi fra tutti i cinesi, per questa ragione è possibile trovare vari manufatti fossili nei luoghi più disparati. I primi manufatti sono del Neolitico, e si compongono di vasellame cotto direttamente sul fuoco. I manufatti considerati più antichi risalirebbero al XI millennio a.C. e sono stati ritrovati in Kyushu, Giappone.
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Num. 33