Un grande combattente per l'indipendenza d'Italia
Carlo Mayr nacque a Ferrara il 5 ottobre 1810, discendente di una antica famiglia bavarese residente dalla metà del 1500 a Garmisch, che partecipò con alcuni suoi membri ai moti e agli ideali della rivoluzione francese. Un ramo della famiglia si trasferì per attività commerciali nella seconda metà del 1700 a Ferrara. Carlo Mayr, nella tradizione famigliare, appena ventenne partecipò con il cugino Francesco ai moti risorgimentali del 1831. Laureatosi in legge aprì uno studio d'avvocato e all'inizio del 1848 fu nominato capo del Club Popolare dove cercò di unire le diverse correnti rivoluzionarie di Carbonari e Sanfedisti. Fu membro attivissimo e si recò a Roma da Pio IX per scongiurare l'intervento degli Austriaci. Ma allorché il papa gli annuncia come gli Austriaci, varcato il Po, marciavano di già su Bologna e, comunicatogli un proclama feroce e sanguinario del loro duce generale Welden, soggiunge (sono parole testuali): "speriamo nella protezione della Beata Vergine Maria che tali minacce non avranno effetto". Carlo Mayr, prima di prendere congedo, piuttosto irritato, gli fa comprendere che l'invasione non poteva essere avvenuta senza il suo beneplacito. Quando la Giunta Suprema dello Stato pontificio proclamò la Costituente, l'avvocato Mayr fu eletto con 24.000 voti e il governo di Ferrara venne affidato ad una deputazione composta dal conte Ronchi, dal dottor Imperiali e dall'avvocato Mayr che, dichiarato decaduto il potere dei papi, venne nominato preside della Provincia di Ferrara. Cooperò con il conte Tancredi Mosti alla formazione dei Bersaglieri del Po, scelta compagnia di giovani ferraresi. Come preside propugnò l'emancipazione degli israeliti e fece abbattere le porte del ghetto di Ferrara. Quando il colonnello Masino aveva col suo corpo di volontari occupato Comacchio per conto del generale Garibaldi, Carlo Mayr ottenne di far sospendere le marce delle truppe governative. Indi si recò sul luogo assieme al benemerito patriota cavaliere professor Carlo Grillenzoni per impedire un conflitto che poteva essere il segnale della guerra civile. L'opera di entrambi fu coronata da un esito felice perché riuscirono a persuadere lo stesso Garibaldi ad ordinare al proprio colonnello lo sgombero immediato della laguna. La reazione austriaca divenne sempre più violenta. Il preside Mayr cercò di raggiungere un accordo con il generale Haynau. Nel frattempo nominata la Repubblica Romana, Mayr rifiutò le condizioni dell'Haynau che intimò che gli venisse consegnata la città. Trasferì allora il governo ad Argenta, poi nel maggio del 1849 nuovamente a Ferrara ma, ricercato dalle truppe austriache, si recò a Roma dove venne dichiarato benemerito e il Triumvirato gli assegnò la medaglia d'oro alla virtù cittadina. Assunse il portafoglio di ministro dell'Interno della Repubblica Romana finché le truppe francesi inviate da Napoleone Bonaparte non invasero la Repubblica. Costretto a fuggire da Roma peregrinò in Grecia, Turchia, Inghilterra e finalmente raggiunse il Piemonte. Nel 1859 partecipò attivamente a Bologna all'assemblea di patrioti che dichiararono decaduto il potere temporale. Istituitosi il governo dell'Emilia ebbe dal governatore Farini il posto di ministro dell'Interno ed eletto poi deputato della città di Ferrara al primo Parlamento italiano. Accettò la carica d'intendente a Bologna con insistenza offertagli da Camillo Benso di Cavour. Rientrato a Ferrara il 28 agosto 1859 venne eletto dall'assemblea della Romagna che confermò il potere temporale e l'annessione al Regno Sardo. Il 17 marzo 1870 veniva proclamato il Regno d'Italia ed egli fu eletto deputato al primo Parlamento Italiano. I concittadini fecero coniare per riconoscenza una medaglia d'oro che gli fu consegnata dalle persone più illustri del paese e il governo lo insignì del grado di ufficiale dei Santi Maurizio e Lazzaro. Nell'agosto 1860 a Caserta andò come governatore della Provincia. Fu poi eletto prefetto di Alessandria, ove riuscì a pacificare la regione dopo i fatti luttuosi avvenuti per il trasferimento della capitale da Torino a Firenze. Venne nominato senatore del Regno. Nel 1872 fu eletto prefetto di Venezia, dove organizzò l'incontro fra l'imperatore d'Austria e il re d'Italia, che di fatto sanzionava la definitiva accettazione del nuovo regno con capitale Roma. In quella circostanza fu decorato con uno dei primi ordini di Casa Asburgo e nominato Gran Cordone della Corona d'Italia. Il suo busto si trova a Roma al Gianicolo fra i Benemeriti della Patria. Restò a Venezia fino al 1876; passò poi prefetto a Napoli fino al novembre 1877 quando fu nominato consigliere di Stato col titolo di presidente della Sezione Interni. Inculcò i suoi patrii sensi nel figlio Scipione, il quale uscito di Collegio si arruolò subito nell'esercito sardo. Nelle battaglie dell'indipendenza nazionale, operò prodigi di coraggio che gli valsero la medaglia al valore e la meritata nomina di ufficiale onorario di S.M. Vittorio Emanuele. Ebbe il grado di colonnello e scudiero onorario di re Umberto. Venne ferito nella battaglia di Montebello, insignito di due medaglie d'argento e due di bronzo al valore militare. Carlo Mayr, per ragione di salute, nel 1881 rientrò a Ferrara dove morì il 24 luglio 1882. Quali unici discendenti di Carlo Mayr, mio fratello Alessandro, mia sorella Cristina ed io, ringraziamo la Fondazione della Cassa di Risparmio per averci dato l'occasione di far conoscere una parte della vita del nostro avo.