Mille foto inedite scattate dalla figlia del duca Francesco Massari recentemente scomparsa
"Veramente molto belle. Qualcuna è da concorso fotografico. Si potrebbe fare una mostra al San Fedele". Un messaggio, quello lasciato dal maestro della camera oscura Giorgio Boschetti dentro una scatola di foto di Maria Cristina Massari Zavaglia, che per l'ultima discendente della casata d
ei duchi di Fabriago suonò come la consegna ufficiale del lasciapassare nel mondo d
ella fotografia con la "f" maiuscola. Quel mondo dove la figlia del duca Francesco Massari (a sua volta figlio della famosa cantante lirica Maria Waldmann) e di Rita Zucconi era stata
condotta per mano dal grande fotografo Paolo Monti, capace di riconoscere in quella bellissima donna, ormai lontana dai fasti che avevano caratterizzato infanzia e gioventù, innate capacità di artista. Boschetti morì un anno dopo aver lasciato il messaggio e le foto rimasero nella scatola. Come del resto, a qualche mese dalla scomparsa della loro autrice, s
ono state rinchiuse in decine di contenitori tutte le oltre 1.000 splendide immagini in bianco e nero che rivelan
o il talento di Maria Cristina Massari (si firma M. Kristina Massari) che fu guidata dall'istinto dell'armonia e dell'estetica. Le custodisce l'avvocato Paolo Ravenna che ereditò dal suocero professor Leopoldo Tumiati il ruolo di legale di fiducia della famiglia Massari. Ma Ravenna è stato soprattutto l'amico cui affidare una v
olontà non formalizzata ma ripetutamente espressa e testimoniata da quelle scatole rosse piene di foto (rigorosamente catalogate nei tempi e ne
i luoghi) spedite per posta nell'arco di anni, una alla volta per esporle in maniera permanente, ove possibile, nella sua città. Perché l'esistenza dell'ultima discendente di quell'importante casata, che rappresenta un pezzo di storia ferrarese, fu vissuta ben oltre i confini della villa di Voghenza e del palazzo di corso Porta Mare e anch
e oltre quel Brasile dove abitò per il breve tempo del matrimonio e ove vivono le due nipoti. Furono la passione per i grandi viaggi nel mondo ereditata dal padre, unita a un notevole spirito di avventura, e quei trofei "catturati" dall'obbiettivo, a farla sentire sempre viva. Anche adesso.