Un grande architetto, un grande studioso, un grande ferrarese
Alcuni anni fa il presidente Granzotto presentò al Premio Stampa indetto dall'Unione Industriali l'onorevole Giulio Andreotti con parole di grande intensità e di grande elogio. Sempre pronto alla battuta, lo statista, ora ultranovantenne, replicò: «ma lei mi ha fatto un epitaffio da vivo!». Analogo atteggiamento dovremmo tenere per un ragazzo di 87 anni che ha onorato – e tuttora onora – la sua terra natale con una mirabile attività poliedrica e di grande spessore tecnico e culturale. Parlo di Carlo Bassi che dice, al sottoscritto: «mi piace molto definirmi "architetto militante" perché così inquadro in modo preciso il mio essere "architetto" direi "a tutto tondo"».
«Mi sono dedicato a questi studi, lontano da casa, quando a Milano cadevano le bombe e quando a Ferrara, nell'immaginario urbano esistevano solo gli ingegneri e i geometri. Ma devo dire che questo accadeva non solo a Ferrara se nell'anno di grazia della mia iscrizione alla facoltà 1942-1943 al primo anno a Milano eravamo in 19!
L'architettura per me è stata (ed è) la madre di tutte le mie aspirazioni ed ispirazioni: mi ha fatto immaginare e costruire edifici, cioè inventare degli spazi. Immaginare e studiare dei brani di città, mi ha sollecitato a scrivere libri, a coltivare le arti, in particolare la letteratura e la poesia. Infatti in questa mia attività quasi segreta ma viva e operosa si inserisce anche un premio Lerici-Pea per un testo poetico dedicato a Biagio Rossetti».
È questo l'esordio del nostro colloquio con un "giovane" che ha percorso tutto un itinerario di lavoro con la passione e la tenacia propria di chi si sta inventando una vita negli anni in cui si andava costruendo l'identità democratica del Paese dopo la fine della guerra.
Con Goffredo Boschetti, collega e compagno di una vita, ferrarese di Pilastri, negli anni Cinquanta ha costituito uno studio di progettazione che ha avviato l'attività con un successo prestigioso: la vittoria nel primo concorso nazionale di architettura bandito dopo la fine della seconda guerra mondiale, per il progetto (e subito dopo la costruzione) della nuova Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea a Torino; una istituzione in piena attività che nel 2009 ha celebrato i suoi primi cinquanta anni di vita. La GAm con direzioni prestigiose è stata sempre, ed è tuttora, all'avanguardia nel proporre sistematicamente gli avvenimenti più significativi delle arti nel mondo.
A Milano lo studio Bassi-Boschetti ha lavorato prevalentemente nella edilizia sociale e per l'Ufficio Nuove Chiese della Diocesi. Per la cooperazione Carlo Bassi vuole segnalare il quartiere della cooperativa "L'Eguaglianza" (cooperativa a capitale indiviso fondata nel 1914) e per la Diocesi di Milano, negli anni Sessanta-Settanta una casa-chiesa dedicata a Sant'Adele a Buccinasco e la splendida chiesa degli Angeli Custodi in via Colletta, progettata negli anni nei quali si andava preparando il Concilio Vaticano II: con le aperture della Diocesi ambrosiana al "nuovo" la chiesa anticipa nei suoi spazi e nella concezione liturgica quelle che saranno le grandi novità del Concilio.
Per la Provincia di Bologna, in seguito ad un concorso vinto, lo studio Bassi-Boschetti, insieme ad alcuni giovani colleghi, ha realizzato l'Istituto Medico Psicopedagogico "Sante Zennaro" proprio negli anni in cui la lunga riflessione sulle sofferenze psichiche dei ragazzini diventava scienza applicata.
Poi, finalmente, mi dice Carlo Bassi, «nel mio curriculum compare Ferrara». A metà degli anni Settanta una chiamata imprevista chiede allo studio la progettazione urgente della sede centrale della Banca di Credito Agrario nel palazzo Magrini di corso Giovecca, ora sede operativa della Cassa di Risparmio. Ne uscì un edificio con caratteristiche singolari che procurò allo studio l'incarico per un'altra costruzione prestigiosa per una banca nel centro di Milano. Poi in anni successivi l'Amsefc, dopo che Carlo Bassi aveva partecipato al gruppo di lavoro per il nuovo Piano Regolatore della città e si era sciolto il sodalizio efficiente e straordinario con l'architetto Boschetti (dopo quasi cinquant'anni di lavoro comune) incarica Carlo Bassi, con l'architetto Guido Zigola, della costruzione del Tempio della Cremazione nella Certosa di Ferrara. In questo luogo, mitico per la cultura della città, Carlo Bassi lavorerà ancora nel gruppo di progettazione per il restauro della chiesa di San Cristoforo, operazione di recupero totale sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara con un risultato straordinario.
Vicino a queste che possiamo chiamare emergenze progettuali c'è tutto il tessuto quotidiano di sessant'anni di lavoro: la cittadinanza onoraria della Città di Baltimora negli Stati Uniti per la partecipazione agli studi per il riallestimento del Baltimore Museum of Art, la Medaglia d'Oro della commissione internazionale della XIII Triennale di Milano, i molti significativi piazzamenti in concorsi d'architettura ad Aleppo, a Toronto, a La Spezia, a Trieste, a Trento, a Venezia, il Premio Stampa dei giornalisti ferraresi. Poi le dieci chiese realizzate per le Diocesi di Milano, per quella di Mantova, per quella di Bologna, la nuova sagrestia del Duomo di Ferrara con l'architetto Massimo Dalla Torre e il grande dipinto di Paolo Baratella. Una attenzione particolare Carlo Bassi ha dedicato al luogo della collocazione della Madonna di Piazza, con una lapide con un suo testo, per ricordare i più di mille morti inermi caduti sotto le bombe "amiche" durante le seconda guerra mondiale.
Mi piace quanto mi ha detto in proposito: «Ho lavorato al testo di quella lapide con una citazione da Eugenio Montale pensando a due amici la cui presenza insieme a quella di mia moglie e quella di altri, tanti, protagonisti delle scelte della mia vita hanno segnato il mio lavoro: sono due preti, monsignor Giulio Zerbini e don Franco Patruno». Poi i libri e i cento testi sparsi in volumi, riviste, quotidiani dedicati ai problemi della città, dell'architettura, delle arti. Sono da ricordare l'invenzione di riviste letterarie come «Incontro» e «Quaderno» realizzate con amici preziosi come Claudio Varese. Ha vinto anche il Premio Lerici nel 1989 per la poesia Sei strofe per Biagio Rossetti. I libri dedicati a Ferrara sono ormai otto e tutti molto noti (Perché Ferrara è bella, Ferrara - lessico di architettura, Breve ma veridica storia di Ferrara, Vedere Ferrara con nonno Lu, ecc.), ai quali bisogna aggiungere il grosso volume di storia dell'architettura Percorsi nella storia della città e dell'architettura edito da Bovolenta- Zanichelli e il romanzo-non romanzo La morte di Le Corbusier per le edizioni Jaca Book, ove immagina le ultime ore di vita di uno dei suoi maestri. Non si può dimenticare l'impegno civile e politico di Carlo Bassi, assessore per i Cristiano-Sociali nella penultima giunta Soffritti. Alla fine, per concludere questa rapida lettura per sommi capi di un corposo curriculum, dobbiamo ricordare la recente (quasi) conclusione, dopo dieci anni di lavoro e di problemi via via risolti, delle opere per la costruzione della chiesa di Villa Fulvia dedicata al beato Giovanni Tavelli da Tossignano, ultimo lavoro del suo impegno per l'architettura e nella architettura nella sua città, del quale qui a seguire ci parla Carlo Bassi stesso, che mi dice di voler ricordare che alla prima parte della progettazione ha lavorato con gli architetti Massimo Dalla Torre, Sabina Boselli e l'ingegnere Giovanni Monini, e alla seconda parte e a quella conclusiva con l'architetto Guido Zigola e il perito Maurizio Zappaterra, tutti collaboratori stupendi, insieme all'ingegnere Liliano Cavallari direttore dei lavori.