ma certamente non la volontà di ripartire. Da subito piccoli imprenditori e artigiani si sono impegnati anima e corpo, sopperendo anche alle lungaggini burocratiche e velocizzando il cammino della ricostruzione. Hanno mostrato una voglia incredibile di non mollare davanti ad una tragedia che poteva completamente distruggere il loro futuro. Tanta la voglia di reagire, una dote che rappresenta al meglio il carattere degli emiliani, gente che non si arrende mai, anche di fronte ad un disastro come quello che ha spazzato via il frutto dei sacrifici di una vita. Sono state molte le attività danneggiate, per non parlare di tutte quelle piccole imprese non colpite direttamente, ma che hanno visto il loro fatturato precipitare o ridimensionarsi fortemente perché sono venute meno le commesse da parte delle aziende ferite dal sisma.
Visitando le zone colpite della nostra provincia, ho incontrato in questi mesi tanti piccoli imprenditori e artigiani che da subito si sono rimboccati le maniche senza attendere i tempi lunghi della burocrazia.
Tra questi Gianluca Alberghini la cui azienda, la FAR srl che produce serbatoi in acciaio per riscaldamento a Dosso, una frazione di Sant'Agostino. "Gran parte del capannone era danneggiato – mi ha raccontato Alberghini –, ma fortunatamente non crollato. E allora, lavorando anche venti ore al giorno con l'aiuto costante dei dipendenti, abbiamo portato materiali e macchinari in strada. E qui abbiamo continuato a produrre per far fronte alle commesse che, fortunatamente, non sono mai venute meno. Contemporaneamente ci siamo adoperati per rimettere il capannone in sicurezza e, anticipando fortemente i tempi di recupero, ad agosto abbiamo ottenuto l'agibilità temporanea e da ottobre dello scorso anno siamo operativi al cento per cento. Abbiamo già presentato la richiesta di contributi della cui erogazione siamo ora in attesa".
Anche Giuseppe Ghisellini, titolare di un'officina meccanica per la riparazione di motori diesel e pompe idrauliche che si trova a Casumaro, ha subìto danni ingenti.
Il sisma ha fatto crollare il tetto del suo capannone, tanto da costringerlo a spostare i macchinari in una struttura adiacente, che ha dotato dei necessari impianti tecnologici. Tutto questo per continuare a lavorare, ma a prezzo di grandi sacrifici economici, avendo chiesto un finanziamento alla banca che va ad aggiungersi al mutuo già in essere sul capannone crollato.
Piccoli imprenditori e artigiani, dunque, più forti delle tante difficoltà che hanno incontrato e con le quali devono ancora misurarsi, e che, nonostante i gravi danni subiti, non si sono persi d'animo e hanno saputo reagire. Certo, la strada per la rinascita completa di questo tessuto economico è ancora lunga, ma nuovi capannoni e tensostrutture stanno temporaneamente sostituendo le aziende non ancora agibili; si è fatto di tutto, insomma, pur di far ripartire la produzione, di rispondere alle commesse che o non sono mai venute meno o riprendono ad arrivare.
Questa grande voglia di ricominciare è frutto di una fede, di una fiducia in se stessi che fa dire, nonostante tutto: "guardate siamo qui, non ce ne siamo andati", e anche se ci sono ancora macerie, la macchina è di nuovo in moto e su tanti cancelli si può leggere "siamo aperti".
Questa è l'Emilia di quello straordinario patrimonio di piccoli imprenditori e artigiani che nemmeno il terremoto è riuscito a piegare.





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Scritto da Paolo GovoniPiccoli imprenditori e artigiani
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Num. 36