'Gemellaggio' culturale tra Ferrara e Roma

Written by  Franco Patruno

In occasione dell'apertura della filiale romana della Cassa, l'Osservatore Romano ha pubblicato questo interessante articolo di Franco Patruno.

Non appaia strano un rapporto tra la salvaguardia del patrimonio artistico ed un istituto bancario. In una recente rassegna, recensita su queste pagine, su La leggenda del collezionismo (che aveva sede di esposizione alla Pinacoteca di Palazzo dei Diamanti di Ferrara), oltre a capolavori della Collezione Vittorio Cini, fu particolarmente ammirato un complesso librario che documentava su restauri storici, acquisizioni museali e ricerche critiche condotte dai nomi più prestigiosi della storia dell'arte dal Medioevo ai nostri giorni.

Fu a tutti palese l'importanza dell'intervento delle Fondazioni delle Casse di Risparmio, come approfondì, in quella sede, Andrea Emiliani. La città estense ha voluto esser fedele al proprio passato di "Officina Ferrarese" lungamente studiato da Roberto Longhi.


L'incontro tra le culture è dialogo tra città ed il tessuto dei percorsi artistici non può essere più condotto sul piano di una storia quasi "metafisica" delle opere, ma come sviluppo, scambio e intersezioni tra quei diversi laboratori che hanno generato scuole, tendenze e stili. Cosmé Tura afferra la nervosità dei tratti della pittura fiamminga di passaggio per Ferrara e Rogier Van der Weyden e Hugo Van der Goes danno nuovo ed umanistico respiro prospettico alla contrazione spaziale e alla diversa proporzionalità mutuata dalla luce di Van Eyck. In altri termini: illuminano la loro pittura del chiarore dell'Officina Ferrarese.

La Cassa di Risparmio di Ferrara ha inteso continuare questo rapporto e la fecondità di questi scambi con una sede romana, nell'epicentro, cioè, dell'incontro tra le diverse culture urbane. In un articolo apparso su un settimanale, Andrea Nascimbeni annota: "Si tratta di un evento che rinsalda IN modo del tutto particolare i legami con la Città Eterna: fin dal secolo VIII Ferrara faceva parte dello Stato Pontificio, a Roma si recò Alberto V d'Este per ottenere la bolla papale che autorizzava la fondazione dell'Università di Ferrara; da Roma partì il rescritto pontificio di Papa Gregorio XVI che istituiva la Cassa di Risparmio datato 5 maggio 1838".

Anche i rapporti tra la Diocesi e l'istituto di credito sono stati particolarmente significativi; basterebbe un itinerario che dal restaurato "Compianto" del Mazzoni nella Chiesa del Gesù attraversi la Palazzina di Marfisa d'Este sino a recenti restauri della Basilica di Santa Maria in Vado e di San Paolo a render nota quest'attenzione per il patrimonio artistico. La collana di studi d'arte si è fatta prestigiosa: dal Tura al Cossa, da Ercole de' Roberti a Dosso Dossi e a Garofalo sino all'attività di Filippo de Pisis, ha indagato sull'arte e l'architettura ferrarese comprendendo pure la prestigiosa scuola della Miniatura Estense, in gran parte patrimonio della Biblioteca e dei Musei Vaticani.

La mostra ed il convegno su Tasso, Tiziano e i pittori del parlar disgiunto è stata illuminata occasione di approfondimento del rapporto tra la trasformazione delle forme nel Manierismo Veneto e l'inquietudine della scrittura tassiana. Le opere esposte hanno documentato dell'implicito senso di disagio che, troppo spesso, è stato definito nei termini di senso di colpa collettivo da frettolosi commenti di una storiografia che ha alimentato non pochi testi di storia dell'arte.

Già dalla Pietà Rondanini di Michelangelo, sia detto per inciso, e dagli affreschi della Cappella Paolina tale inquietudine aveva incisa una tensione specificatamente religiosa e ancor più chiaramente segnata dalla mistica. Dall'ultimo Tiziano viene a noi il messaggio di un dissolversi delle forme come superamento di un classicismo che non poteva più risolversi nella serena ipostasi del mito.

In altri termini: convegno e mostra chiarivano il valore dell'Umanesimo già dalle modificazioni del Manierismo degli anni Venti del Cinquecento, nella convinzione che il complesso intreccio del tessuto artistico mal sopporta schematizzazioni indebite. Recente è l'intervento della Cassa per la costruzione della nuova Sagrestia della Cattedrale di Ferrara, che pone fine ad una storia dalle interminabili intenzioni e la penosa nebbia della burocrazia dopo la sua distruzione per i bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale. Tornando alla sede romana dell'Istituto di Credito ferrarese, dovuta alla solerte iniziativa del suo presidente Alfredo Santini, viene spontaneo auspicare l'intensificazione dei rapporti culturali che, è bene ricordarlo, non comprendono solo le aree sopra descritte, ma pure Bassani, Antonioni, Quilici, Melli, De Pisis Boldini, Previati ed altri artisti che hanno facilitato l'incontro con la cultura romana e, in non pochi casi, ne sono stati protagonisti.

Non è solo un aneddoto: De Chirico ha visto la sua città metafisica attraverso Le Muse inquietanti del Castello Estense. Fu un incontro e l'inizio di un'intuizione che trasformò l'arte del nostro secolo. Senza urgenza di nuove poetiche, l'approfondimento delle antiche è già premessa di un dialogo che continua.

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