La sfida continua

Written by  Gennaro Murolo

Immagine dell'assemblea annuale dei soci della Cassa di Risparmio di Ferrara. La Cassa cresce a fianco delle imprese, rimanendo banca locale: nuove acquisizioni e bilancio record.

 

Il sistema bancario oggi è sottoposto a pesanti sfide, condizionate da continui e rapidi cambiamenti in atto. Non basta più soltanto razionalizzare ed ottimizzare le risorse; occorre saper offrire le risposte più opportune: è importante essere una "banca di riferimento", per le famiglie e per le imprese.

La nostra mission, ormai la conoscete bene, è "Crescere rimanendo banca locale": ma non mi stanco di ripeterla perché rappresenta la nostra "meta" ed è ciò che contraddistingue nel contempo il nostro "viaggio". Indica, soprattutto, una strada intrapresa con successo perché essere "banca locale" si traduce per noi in una filosofia operativa: significa instaurare un rapporto di reciproca fiducia con il territorio.

E' vanto di una banca come la nostra seguire la nascita, la crescita e lo sviluppo delle imprese accompagnandole sia nelle fasi di espansione, sia con senso di responsabilità, nei transitori momenti di difficoltà. La Cassa di Risparmio di Ferrara ha fatto di questa convinzione un punto di forza sul quale fare leva per crescere. E stiamo crescendo, con ritmi costanti ed improntati ad una forte accelerazione.

 


Oggi siamo coinvolti in significative operazioni a livello nazionale ed internazionale, abbiamo ampliato il numero delle società collegate alla Cassa di Risparmio di Ferrara: tre banche, la Banca di Treviso (la quale nell'ultimo semestre ha triplicato l'operatività), la Banca Modenese (che ha iniziato la sua attività nel 2003), il Credito Veronese ed infine una delle più importanti società italiane di leasing e factoring "Commercio e Finanza" (dotata di un notevole portafoglio), con sede a Napoli e numerose partecipazioni in aziende industriali e società finanziarie.
A marzo abbiamo chiuso un'importante transazione che ci ha portato ad acquisire dalla Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio l'85% del capitale della Banca Popolare di Roma, dotata di sette sportelli nella capitale, per oltre 300 milioni di raccolta globale e 90 di impieghi. È la conclusione di un percorso strategico che inciderà in maniera assai marcata sul valore della società che ha acquisito un contenuto implicito, in termini di avviamento commerciale, e che esprimerà pienamente le proprie potenzialità nel corso degli esercizi futuri. Ciò nell'ambito di una visione imprenditoriale dell'utilizzo dei capitali, rifuggendo ogni intento speculativo di breve orizzonte, che storicamente non ci appartiene.

Ma, ancora una volta, lasciamo parlare le cifre dell'ottimo bilancio 2002: la nostra banca ha registrato un utile netto di 21,202 milioni di euro, in aumento del 14,20% rispetto all'esercizio precedente. L'utile netto consolidato, dopo accantonamenti e rettifiche per 28,816 milioni di euro, è di 23,182 milioni di euro.
Il margine di interesse è stato di 92,634 milioni di euro (+6,9%), il margine di intermediazione di 143,8 milioni di euro (+6,0%).
Si è rilevato un incremento di tutti i principali volumi: la raccolta diretta si è attestata ai 2.311,768 milioni di euro (+27,23%), la raccolta indiretta a 4.114,587 milioni di euro (+8,08%); la massa amministrata è aumentata di 800 milioni di euro (+14,3%).

 

 

Immagine dell'assemblea annuale dei soci della Cassa di Risparmio di Ferrara. Anche sul fronte degli impieghi economici Carife si è distinta, confermando una costante attenzione alle esigenze del territorio: il totale degli impieghi economici è risultato di 2.391,590 milioni di euro (+33,82%). Si è ridotto ulteriormente il rapporto tra sofferenze e impieghi, che si attesta allo 0,64% (da 1,32% dello scorso esercizio).
Tutti i dati registrati sono largamente superiori ai dati medi di sistema.
Il totale dell'attivo passa a livello individuale a 2.899,033 milioni di euro (+23,88%). L'Assemblea dei Soci, riunitasi il 28 aprile, ha deliberato un dividendo di euro 0,57 (+9,62%).

Tali risultati sintetizzano il buon andamento aziendale, secondo una dinamica di sviluppo rapida, crescente e competitiva, sempre coniugando creazione di valore per i Soci con il rafforzamento dei mezzi e degli strumenti aziendali a sostegno di una fisiologica espansione. L'economista Fabio Gobbo ha recentemente definito l'attuale come "economia delle reti": ebbene, mi piace riprendere il concetto per dire che anche noi abbiamo ampliato le nostre reti e le abbiamo gettate in un mare più grande e più pescoso.

Abbiamo iniziato ad operare il 5 agosto 2002 a Milano. La partecipata Banca di Treviso lavora dal 28 ottobre con le filiali di Castelfranco e Conegliano. Ma sono i risultati di tutte le nostre sedi aperte nei capoluoghi a partire dal 1° settembre 2000 (Roma, Mantova, Modena, Mirandola, Padova e Milano) che ci confortano con i loro dati eccellenti in termini di volumi e di redditività: si sono rapidamente allineate ai brillanti risultati costantemente assicurati dalle dipendenze collocate sul territorio tradizionale, confermandoci che stiamo percorrendo la strada giusta. Da quest'anno siamo presenti con una seconda dipendenza a Bologna e con una bella sede a Napoli.

Ma Ferrara resta la nostra capitale, qui destiniamo le risorse che vi raccogliamo e, anzi, con operazioni di respiro internazionale, quale quella stipulata con la Banca Europea degli Investimenti e l'emissione di eurobonds nell'Unione Europea, ne attraiamo, a sostegno dello sviluppo del nostro territorio, perché il successo di un'impresa bancaria non può mai prescindere dal contesto ambientale in cui essa opera.

Questo è il nostro modo di agire anche quando usciamo dalle nostre zone: la nostra filosofia non è quella di spostare risorse finanziarie da una regione all'altra dell'Italia, ma è di intermediare il risparmio a favore dell'economia dove esso è prodotto. Localismo ed espansione territoriale non sono più in antitesi, ma amplificano le rispettive azioni.

Così facendo, in pochi esercizi la nostra banca ha sviluppato un gruppo bancario con un attivo di bilancio di 3.451.430.000 di euro e che collega idealmente il nord industriale al sud della grande tradizione culturale passando per la pianure della ricca agricoltura padana.

Abbiamo investito con coraggio senza risparmiare energie fisiche e finanziarie ma.... la sfida continua.