La cura dell’infanzia

Scritto da  Alessandra Chiappini

05-01Un impegno che, sin dalle origini, la Cassa di Risparmio di Ferrara ha fatto proprio
Non è un periodo favorevole per l'infanzia quello in cui la Cassa di Risparmio di Ferrara inizia la sua storia. Il 1838, anno della fondazione, vede la pubblicazione de Le avventure di Oliver Twist di Charles Dickens, vero e proprio manifesto, ammantato di suggestione letteraria, delle inumane condizioni di vita in cui versavano i ragazzi delle periferie londinesi e del loro sfruttamento da parte di personaggi ambigui e corrotti. Tutta la letteratura europea per l'infanzia in quel secolo è percorsa da figure di bambini sofferenti (come non ricordare, ancora, fra gli altri numerosi, i giovani e giovanissimi personaggi rappresentati in David Copperfield dallo stesso Dickens, o in Senza famiglia da Hector Henri Malot, o ne I miserabili da Victor Hugo?).

Pur senza le criticità estreme proprie dei sobborghi inglesi e francesi, anche a 05-03Ferrara le condizioni di una notevole quota di bambini e di adolescenti deve a quell'epoca conoscere grandi difficoltà, se per contrastarle è attivo in città un importante numero di orfanotrofi, conservatori, istituti per gli esposti, case per fanciulle "pericolanti" (a rischio di perdere l'illibatezza) o per quelle già chiaramente "pericolate". Insomma, il mestiere di crescere e di vivere non deve risultare leggero per un buon numero di bambini. Di conseguenza, la situazione si presenta di non facile gestione e il governo del Papa, subentrato al regime francese, decide di mantenere attiva gran parte dell'organizzazione laica messa a punto in questo ambito all'epoca napoleonica, mentre gli istituti a fondazione ecclesiastica o mista per raggiungere maggior efficacia si riorganizzano nell'unico Istituto Elemosinario presieduto dal Vescovo. E proprio perché la causa prima di tale criticità sociale è riconosciuta nella fragilità conseguente alla povertà, quando non addirittura alla miseria, di tante situazioni familiari il neonato istituto bancario si propone di concorrere a ridurle con la propria attività. Molti sono i riferimenti alla famiglia contenuti nell'Istruzione stampata a Roma nell'anno della fondazione. In essa è fatta menzione della famiglia biologica, sorgente degli affetti così come delle potenziali devianze; sempre, comunque, riconosciuta come responsabile dell'educazione dei figli e garante del loro benessere psico-fisico ed economico. 05-04Ma c'è anche una sorta di famiglia sussidiaria, premurosa e attenta, costituita dalla stessa Cassa di Risparmio, cui vengono riconosciute alcune funzioni delegate anche di ordine etico. I due percorsi che la Cassa intende promuovere - quello, quasi religioso, della crescita nelle virtù e quello del potenziamento del benessere economico - si fondono fra loro nell'Istruzione. Perché è dalla religione che la Cassa trae le motivazioni della propria nascita: "La Religione ha dato origine alle Casse di Risparmio come a tanti altri Istituti di Carità". In quest'ottica paternalistico-caritatevole, la Cassa si fa genitore nei confronti dei figli più sprovveduti, poiché "la Religione dice al ricco: tu sei il padre del povero, Dio te ne ha affidato la tutela, tu devi incaricarti di fargli il maggior bene possibile" (Istruzione, p. 7). La cultura genitoriale alle radici del pensiero della Banca dovrà produrre i suoi frutti e le sue ricadute sulla qualità sociale della città, ma soprattutto della famiglia. E così, mentre diminuiranno gli accattoni, e l'onesto artigiano non si confonderà con loro pietendo elemosina, e si ridurrà anche il numero dei delitti perché maggiore sarà il benessere ("la miseria e la fame persuadono al male"), "i Padri e le Madri daranno buon esempio ai loro figliuoli, e gli educheranno meglio perché ne avranno i mezzi coi loro risparmi" (p. 9). La funzione genitoriale si estende poi ai parroci ("faranno cosa veramente paterna") e ai "Padroni, che sono di loro natura padri e protettori dei propri domestici", entrambi sollecitati a promuovere le buone prassi risparmiatrici, rispettivamente, presso i fedeli e il loro personale di servizio (p. 10). Gli utili derivanti dall'attività della Banca saranno poi destinati a sostenere attività di varia filantropia a favore della città e, coerentemente con le premesse, con particolare riguardo all'infanzia. Attraverso la lettura delle rendicontazioni annuali è possibile seguire il dipanarsi dell'attenzione verso i piccoli e i giovani. Quanto ai primi, sono decisamente privilegiati gli interventi di sostegno a istituti comunitari infantili, come asili, "ospedalini" a lato degli asili stessi, ospizi marini, orfanotrofi, tutti luoghi deputati ad alleviare i travagli di un'infanzia disagiata L’asilo “Mario Cavallari”, costruito dalla Cassa di Risparmio fra il 1972 e il 1976, offerto gratuitamente al Comune.La scuola materna “Pio XII” al Barco, gestita dalle Istituzioni Teresiane per conto della Cassa.quando non addirittura sofferente. È noto che in quel secolo, diversamente dai giorni nostri, gli asili infantili svolgono funzione diurna succedanea alle famiglie in difficoltà, garantendo ai piccoli protezione, custodia e cibo. Nel 1877, la Cassa destina 8217 lire a beneficio, fra gli altri istituti per l'infanzia, dell'asilo di Borgo S. Luca, allora una delle zone socialmente ed economicamente più critiche, e dell'orfanotrofio di San Giovanni Battista. È importante constatare che sullo scorcio del secolo, nel 1898, delle 25.000 lire destinate alla beneficenza si giova anche l'asilo israelitico oltre i suddetti istituti ed altri asili infantili, ospizi, orfanotrofi e conservatori. E queste attenzioni divengono prassi quasi routinarie anche negli anni a seguire. Risulta quasi scontato rilevare poi come anche in tema di infanzia gli interventi dell'istituto bancario rispondano alle sollecitazioni degli eventi e dei tempi, plasmandosi con contestualità su di essi. Nel 1900, in memoria del re Umberto I assassinato nel luglio di quell'anno, l'orfanotrofio maschile intitolato alla memoria del defunto riceve un'elargizione straordinaria di ben 25.000 lire, e negli anni della Prima Guerra Mondiale i principali destinatari della beneficenza sono gli orfani dei militari e dei contadini morti in guerra. Così come, a conflitto terminato, nel 1919 in memoria di tre impiegati della cassa caduti in guerra si istituiscono altrettanti nuovi "presidii scolastici" annuali di 20.000 lire ciascuno. L'attenzione della Cassa verso l'adolescenza si nutre alla consapevolezza del significato pedagogico della valorizzazione delle potenzialità e dell'autostima come validi strumenti di prevenzione e contrasto della potenziale devianza. E verso i giovani talentuosi socialmente ed economicamente svantaggiati si rivolgono le provvidenze e il sostegno dell'istituto bancario: "Vi ha una classe di giovani artisti, i quali comunque ben disposti ad apprendere e ad esercitare onorevolmente, ed in modo distinto, alcun mestiere, ed arte, di cui manchiamo, pure, sono impossibilitati a sviluppare il loro ingegno, perché qui manca chi loro possa dare istruzione sufficiente a renderli capaci. In favore di quelli penseremmo ben fatto, che si dovesse impegnare la maggior parte delle somme di beneficenza, perché crediamo non potervi essere beneficenza di migliore effetto, di quella di compiere l'educa-zione a giovani di buone speranze, le cui opere saranno poi di utile e di decoro a essi ed alla Patria" (Relazione, 1857). Non stupisce dunque che, in questo spirito, nel corso degli anni la Cassa abbia rivolto la propria beneficenza anche a giovani non vedenti ferraresi residenti in città o emigrati altrove, al fine di sostenerne le potenzialità, e che, quale altra categoria a rischio, abbia inteso ribadire la propria protezione alle "fanciulle povere abbandonate", proprio in quanto moralmente "pericolanti", al cui Comitato Patronesse elargisce non trascurabile e concreto sostegno finanziario. Il nuovo Istituto Bancario insomma va determinando forti interrelazioni tra finanza, etica e solidarietà, intenzionato a concorrere al riequilibrio sociale ed economico della comunità ferrarese, integrando quasi naturalmente beneficenza e pubblicità e realizzando una relazione virtuosa fra le motivazioni economiche e quelle solidaristiche. Ed è chiaro che tutto questo concorre a incrementare la popolarità della Cassa di Risparmio in città. I provvedimenti dettati dall'emergenza bellica traghettano la Cassa all'attività del secolo Ventesimo, connotata dalla consueta attenzione ai segni dei tempi. E i segni dei tempi con riguardo all'infanzia in questo secolo risultano di contraddittoria interpretazione. Il "secolo del bambino", come il ‘900 viene definito da Ellen Key nel 1902, induce certamente importantissimi e innovativi orientamenti pedagogici, sociologici e relativi alla psicologia dello sviluppo del bambino, che imprimono una proiezione fino ad allora impensabile alle competenze su questo tema e alla cultura dei diritti dell'infanzia. Al tempo stesso, e nonostante ciò, gli eventi di quel secolo nel nostro paese e nel mondo, le nuove scelte esistenziali delle persone, le inedite forme famigliari, il progressivo ampliarsi della forbice economica e sociale, la globalizzazione delle ricadute degli eventi politici e socioeconomici, il crollo di certezze culturalmente cristallizzate da secoli andranno poi producendo una pro-gressiva e generale nuova criticizzazione della condizione dell'infanzia, più complessa e delicata di quella del secolo precedente. A una situazione in evidente rapido divenire sin dagli esordi del ‘900 la Cassa risponde con la massima coerenza rispetto alle premesse, e dunque affidando a una solida e vigile continuità progettuale la cifra del suo intervento. E così festeggia il primo centenario di attività erogando significativi contributi alle colonie e ai campi estivi per ragazzi, agli asili infantili della città, allargandoli anche a quelli della provincia. Inoltre, per celebrare la nascita del Principe di Napoli, 12 febbraio 1937, la Banca stanzia 50.000 lire destinate alla costruzione di un nuovo asilo nido a Ferrara da intitolare all'augusto neonato e fa dono di un libretto di risparmio a ciascuno dei 35 bambini nati in quello stesso giorno in città e provincia. È importante rilevare come l'attenzione della Cassa abbia poi seguito la progressiva evoluzione dell'impegno e della cura per i bambini registrata in città e nel territorio. Il suo intervento in questa direzione si qualifica nel tempo e giunge a riconoscere speciale valenza simbolica ed evocativa ad alcune iniziative per l'infanzia.
Così affida alla costruzione di un asilo nido la memoria di Mario Cavallari, stimato Presidente della Cassa dal 1945 al 1960, figura di massima rilevanza per la città. L'iniziativa assume significato ancora più importante in quanto l'asilo è collocato al Barco, zona a quel tempo socialmente fragile e bisognosa di attenzioni delicate e competenti. L'affidamento di quel servizio alla gestione comunale testimonia poi la relazione virtuosa della Cassa con le istituzioni locali. Di nuovo a sostegno e a qualificazione della condizione dell'infanzia in quella zona della città e a compimento del ciclo educativo prescolastico, la Cassa promuove la costruzione della scuola materna "Pio XII", la cui gestione affida alle Suore Teresiane. Da allora sono rare le istituzioni educative e scolasti-che, o i luoghi comunque dedicati a bambini e a giovani in città e nel suo territorio che non annoverino una liberalità, o un segno più o meno impegnativo di attenzione della Cassa. Ancora, sono non poche le istituzioni private, componenti importanti della rete educativa locale nell'ottica della sussidiarietà, che in tempi difficili sono sopravvissute in virtù del suo sostegno. E non pare irrilevante notare come, grazie a un apprezzabile processo di crescita culturale, nel passaggio dal secolo Diciannovesimo al Ventesimo, il modello degli interventi per l'infanzia e per i giovani si evolva dalla beneficenza all'investimento in capacità. A partire dal 1992, com'è noto, l'attenzione a questo tema è stata ereditata, quale compito istituzionale, dalla neo-costituita Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara che rispetto alla precedente organizzazione sviluppa i propri interventi senza soluzione di continuità, nel medesimo spirito e in ottemperanza allo stesso modello. È chiaro che l'attività di promozione educativa e sociale di cui si è detto risulta il frutto di una strategia intelligente che si fonda su un progetto condiviso, ed è al tempo stesso causa ed effetto del forte radicamento della Banca nella città e nel suo territorio. È il risultato del non facile equilibrio che in ambito di promozione sociale è stato costruito fra ragioni di sviluppo economico e motivazioni sociali. Un ideale computo complessivo degli esborsi della Cassa prima, dalla Fondazione poi, per le liberalità in questa direzione fornisce in risultato una somma davvero rilevante. Poiché siamo convinti che la civiltà di una comunità, così come della realtà nazionale, si misuri anche e soprattutto dall'impegno e dalle risorse finalizzate a tali settori, è molto rassicurante leggere nell'impegno di una cifra tanto consistente la testimonianza della persuasione che se i costi dell'educazione,  della formazione, dell'istruzione sono indubbiamente pesantissimi, tanto più onerose e devastanti in termini sociali ed economici risultano le conseguenze dell'incultura, della maleducazione, dell'ignoranza. È un messaggio che fa bene ricordare e che dà speranza in un frangente della nostra storia in cui ce n'è particolarmente bisogno.