L'installazione del nuovo Air combat and control system (Sistema di controllo e combattimento aereo, Accs) della Nato ne accrescerà ulteriormente l'importanza.
Le vicende aeronautiche di Poggio Renatico risalgono alla prima guerra mondiale, quando vi operavano i bombardieri Caproni della Marina. Quando la Regia Aeronautica divenne la terza forza armata indipendente, l'aeroporto ospitò l'8° Stormo da bombardamento notturno e fu intitolato a Giuseppe Veronesi, tenente osservatore di origini bolognesi. L'aeroporto principale di Ferrara, nell'odierna via Fabbri, fu intitolato all'asso ferrarese Michele Allasia, caduto nel 1918. Normalmente sede della I Brigata e di due stormi da bombardamento diurno, l'aeroporto Allasia ospitò anche le spettacolari manovre aeree del 1931.
Con la seconda guerra mondiale, l'importanza di Poggio Renatico diminuì molto, ma dopo il conflitto sul campo fu costituito l'11° Gruppo Radar, generalmente noto con il nominativo radio "Pioppo". Ferrara divenne così uno dei nodi della catena radar Nato che si estendeva dalla Norvegia alla Turchia.
Fu proprio l'alleanza atlantica che, all'inizio degli anni Novanta, finanziò il potenziamento della struttura con la costruzione di una sede protetta con tre piani interrati e una sala operativa destinata a ereditare i compiti del centro operativo regionale di Monte Venda, vicino Padova. Attorno a questo nucleo prese forma il Cofa, il primo dei nuovi comandi di vertice creati dall'Aeronautica Militare per affrontare le molteplici sfide del mondo post-bipolare.Quando fu costituito, il 1° gennaio 1998, il Cofa aveva sede a Vicenza, che da oltre trent'anni ospitava il comando della 5a Forza aerea tattica della Nato (Ataf), redecessore diretto del Caoc-5. La sede era poco più che formale, perché già allora il suo cuore era rappresentato dal Centro operativo di Poggio Renatico.
Nel giro di qualche mese, la forza armata abbandonò per sempre l'organizzazione su base territoriale che aveva avuto sin dalla nascita. Il 1° marzo 1999 le Regioni aeree, a loro volta discese dalle Zone aeree Territoriali (Zat) di albiana memoria, cedettero il posto a tre comandi preposti alla logistica, alle scuole e alla Squadra Aerea.
A quest'ultima spettano l'addestramento e l'efficienza dei reparti, che vengono però impiegati dal Cofa: una distinzione talvolta sottile, il cui equilibrio si stava ancora cercando quando l'Aeronautica Militare si trovò in prima linea nelle operazioni Nato nei cieli balcanici.
Dal 24 marzo 1999, l'ancor giovane Cofa partecipò all'operazione Allied Force con la gestione quotidiana 30 di 400 aerei di una dozzina di forze aeree, gradualmente saliti a quasi 900. Tra questi vi erano anche velivoli italiani impegnati in attività pudicamente definite di "difesa integrata", ma che comprendevano in realtà ricognizioni, bombardamenti, soppressione delle difese aeree avversarie.
Gli italiani lanciarono missili e furono fatti segno del tiro avversario, per fortuna senza conseguenze. Il Cofa, guidato dal generale Leonardo Tricarico, oggi capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, diede subito risultati superiori alle migliori aspettative. Il trasferimento delle funzioni da Vicenza a Ferrara proseguì con gradualità sino al 1° settembre 2003, quando fu completato ufficialmente. Nel settembre 2004, il Caoc-5 ha assunto la responsabilità per la difesa aerea della Slovenia.
In circostanze normali, Cofa e Caoc gestiscono la partecipazione di unità italiane o alleate alle esercitazioni nazionali o Nato. Ferrara estende così la propria influenza ben oltre i confini italiani, ad esempio rischierando i reparti sotto il proprio controllo sino alle isole Canarie per l'esercitazione di proiezione della Nato response force 4 (Nrf-4).
Dal Cofa dipendono anche i reparti dell'Aeronautica impegnati "fuori area", a partire dal 6° Roa che ha da poco festeggiato il traguardo delle 5000 ore di volo in Iraq con una linea mista di elicotteri dell'Aeronautica e dell'Esercito e di velivoli non pilotati "Predator". Il comandante del Cofa, generale Giampiero Gargini, ha sottolineato l'occasione visitando il 6° Roa sulla base di Tallil.
Al Cofa fanno capo due altre importanti funzioni. Il Centro operativo è infatti responsabile del coordinamento per le operazioni di ricerca e soccorso aereo in ambito italiano. Il suo duplicato mobile, il Gruppo Campale di comando e controllo, è stato più volte chiamato a gestire lo scudo aereo a protezione di eventi quali il vertice G8 di Genova o lo storico summit Nato-Russia svoltosi nel 2002 a Pratica di Mare.
Si tratta di impegni tanto imponenti quanto delicati. Il dispositivo allestito in poche ore per i funerali del Papa comprendeva, ad esempio, quattro caccia F-16 schierati vicino Caserta e quattro AMX ad Amendola per la difesa aerea, quattro addestratori MB.339CD a Latina e due elicotteri HH-3F a Ciampino contro eventuali slow moving targets, un terzo HH-3F quale aeroambulanza, un aereo cisterna B707 ed un aereo radar AWACS sempre in volo. E proprio il COFA ha gestito l'emergenza per un aereo sconosciuto, lanciando gli F-16 per identificarlo. Per fortuna, era solo il Learjet della delegazione macedone: allarme rientrato. Tra Cofa e Caoc, a Poggio Renatico lavorano oggi circa 1600 persone, pari a venti volte il personale di "Pioppo" e a circa il 3,5% dei 49.000 uomini dell'Aeronautica. Non tutti sono italiani.
L'allargamento della Nato verso est ha ridefinito l'organizzazione dell'alleanza atlantica, portando gli ex nemici a rivestire incarichi importanti anche nei bunker di Poggio Renatico.
Ma solo chi è rimasto ancorato agli schieramenti della guerra fredda può trovare strano che vice comandante del Caoc-5 sia un ungherese o che un italiano controlli oggi reparti di MiG-29. Provvisoriamente, beninteso, perché dal 2006 l'impronunciabile Magyar Légierö inizierà a ricevere aerei svedesi. E, comunque, anche loro controllati da Ferrara.
COFA
Scritto da Gregory AlegiL'occhio di Ferrara che vigila sull'Italia.
La difesa aerea per i funerali di Giovanni Paolo II e quella dell'Ungheria passano per Poggio Renatico. Sulla base ferrarese si incontrano e incrociano da qualche anno le linee di comando e controllo delle forze che garantiscono la sicurezza dei cieli nazionali e della NATO.
Per l'Italia, Poggio Renatico ospita il Comando operativo delle forze aeree (Cofa), per l'alleanza atlantica il Combined air operation center 5 (Caoc-5). Per questo si dice che il suo comandante porti il "doppio berretto". L'immagine è suggestiva, ma non dice nulla circa le enormi capacità informatiche e di telecomunicazioni che conferiscono al Centro operativo di Poggio Renatico la completa capacità di gestire operazioni aeree sia per le normali attività addestrative sia nel caso d'impiego reale. Sebbene sconosciuto ai più, il Cofa è oggi uno degli enti militari più avanzati d'Italia.