Editoriale -

Scritto da  Alfredo Santini

Non è un numero 'leggero' questo venticinquesimo che si propone allo scadere del 2006. Le importantissime novità che hanno caratterizzato la cultura ferrarese e il recupero del patrimonio artistico hanno fatto privilegiare un taglio di alta divulgazione ben consono agli argomenti trattati.
Si potrebbe partire dal celebre poema ariostesco che vede nei giorni della sua pubblicazione la rinascita della sua prima versione dopo cinquecento anni di oblio. Grazie alle istituzioni ferraresi, non certo seconde Fondazione e Cassa, si è recuperato un testo fondamentale per la nostra storia e la nostra cultura. Di questo dà conto Gianni Venturi appassionato sostenitore dell'impresa.

 

 


Ma non si può sottacere il bel ritratto schizzato da Carlo Bassi e che testimonia di un'altra opera monumentale quale il grande dipinto di Paolo Baratella che ora illumina la sacrestia 'nuova' della Cattedrale. Per ricordare infine un'altra opera riconsegnata alla città, come l'Orlando 1516, la sacrestia distrutta dai bombardamenti dell'ultima guerra, ecco il lavoro ben informato di Valentina Lapierre che ci illustra la chiesetta di San Giuliano così amata dai ferraresi e ora restituita al culto da una intelligente operazione della Fondazione Cassa di Risparmio.

Per abituarci a vedere con occhi nuovi, occhi di giornalista e scrittore, Gaetano Tumiati ripercorre alcuni luoghi della città, non tanto con la memoria, ma con lo stupore di una nuova scoperta. E a parlarci ancora una volta del destino estense di Ferrara é il chiaro racconto di Francesco Ceccarelli sulle Delizie estensi al quale si può agevolmente far seguire la lettura del documentato intervento di Angelo Giubelli sulle risorse e il senso del costituito Parco del Delta del Po. Un curioso e stimolante articolo che prosegue il benemerito filone dei rapporti tra storia della medicina e personaggi legati alla storia ferrarese è il lavoro di Enrico Granieri che si cimenta su una autopatografia; vale a dire la diagnosi e il riconoscimento dei sintomi di una malattia, in questo caso di una devastante quale la sclerosi a placche, operati da un discendente del ramo inglese, Augusto d'Este.
Vi è quindi la partecipata intervista di Stefano Lolli a Ilaria Pavan, autrice dell'importantissimo libro su Renzo Ravenna, il podestà ebreo che tanto successo ha avuto a Ferrara e in Italia. Cinema e letteratura sono poi affrontati brillantemente negli interventi di Paolo Micalizzi e Patrizia Segna mentre Paolo Vanelli finemente si confronta da critico con gli ultimi quattro romanzi di Roberto Pazzi.
Il tradizionale spazio riservato alla Fondazione ed alla Cassa è in questo numero particolarmente importante. La Fondazione ha posto il proprio sigillo su alcuni interventi di grande respiro culturale, realizzati grazie ad una stretta collaborazione sinergica fra vari Enti, come nel caso del restauro del Tempio di San Cristoforo alla Certosa e del recupero dell'Auditorium del Conservatorio di Musica 'G. Frescobaldi'.
La Cassa di Risparmio da parte sua ha proseguito nell'opera di rafforzamento della propria attività, operando in maniera solida, incisiva e trasparente.
L'intero Gruppo Carife ha confermato, anche nel secondo semestre, i brillanti risultati operativi conseguiti nei primi mesi dell'anno.