Presenza ebraica a Ferrara

Scritto da  Gherardo Ortalli

Un volume di prestigio per una grande tradizione di cultura

Uno dei 1329 documenti pubblicati dal Maestro Franceschini, conservato presso l’Archivio Notarile Antico di Ferrara.Molti sono i modi per valorizzare il patrimonio culturale di una città e di una comunità e spesso quelli più  solidi e duraturi non sono i più appariscenti. La logica dell'evento, specialmente se a effetto, rischia talvolta di fare ombra su impegni di alto spessore e grande rilievo. Per questo è bene segnalare con il massimo risalto l'uscita del volume di Adriano Franceschini La presenza ebraica a Ferrara, che raccoglie una straordinaria messe di oltre 1300 testimonianze archivistiche a partire dal II secolo (ma di fatto dal 1227) fino al 1492, l'anno in cui giunse a Ferrara, accolto da Ercole I d'Este, un gruppo di famiglie ebraiche giunte dalla Spagna dopo il Gerush: l'espulsione decretata nel marzo di quell'anno. Si tratta di un libro di eccezionale importanza che rimarrà come sicuro punto di riferimento non soltanto per gli studiosi di storia ferrarese e dell'ebraismo, ma anche per chiunque si occupi dei secoli XIII-XV.

Il volume edito per i tipi di Leo S. Olschki EditorePer di più, come tutte le grandi raccolte di fonti, non subirà quell'inevitabile processo di invecchiamento che - nel progredire degli studi - accompagna sempre anche il migliore dei saggi di storia. Su questa premessa ben si giustifica la straordinaria cura che la Fondazione della Cassa di Risparmio di Ferrara ha voluto mettere nel fare del volume un oggetto" di altissima qualità editoriale, adeguata alla qualità di contenuti e messa a punto con raffinata attenzione dall'editore Olschki. Del resto con questa pubblicazione si è dato in qualche modo seguito agli altri tre formidabili volumi di documenti - pure usciti grazie al contributo della Cassa di Risparmio di Ferrara in anni precedenti la nascita delle fondazioni bancarie - dedicati agli Artisti a Ferrara in età umanistica, frutto anch'essi dei tanti anni di accurate e intelligenti ricerche di Adriano Franceschini. L'uscita della Presenza ebraica assume in questa prospettiva un ulteriore significato: quello di omaggio postumo a uno studioso, perfetto conoscitore di archivi, riservato e generoso, innamorato della prestigiosa civiltà ferrarese per la quale ha speso ogni possibile energia in una vita non sempre facile. Per valutare tanto il carattere dell'opera quanto l'impegno richiesto, basti ricordare come già alla fine degli anni Ottanta significativamente in coincidenza con la preparazione della mostra ferrarese «I Tal Ya': isola della rugiada divina», dedicata a duemila anni di arte e vita ebraica in Italia) abbia avuto inizio l'attenzione specifica di Adriano Franceschini per le testimonianze sull'ebraismo ferrarese, mantenuta poi in seguito con un'attività continua e divenuta preminente negli ultimi anni di faticoso operare e di vita, quando ad affiancarlo per poi subentrargli nel delicato lavoro di revisione finale poté contare sulla preziosa collaborazione di Laura Graziani Secchieri. presentazione del volume a Palazzo Diamanti, il 18 maggio 2008Sulle circa 500 pagine del libro, tra personaggi prestigiosi e anonime comparse, tra matrimoni e compravendite, processi e donazioni, tensioni e sintonie, si incontreranno tanto il patriziato cittadino e i signori della casa d'Este quanto individui che non possedevano nemmeno un cognome, ritrovando personalità di grande rilievo come quel ser Mele da Roma che con la donazione del grande edificio di via Sabbioni e di un corpus di oggetti rituali per la sinagoga, decisa nel 1485 insieme a una consistente dotazione patrimoniale, segnò un punto fermo per la storia a venire della comunità ebraica ferrarese. E si coglierà anche il forte nesso che, attraverso i componenti la comunità, Ferrara ebbe con l'ebraismo italiano nel suo complesso.
L'impostazione non del tutto usuale della raccolta di documenti, che unisce trascrizioni integrali a riassunti e regesti, ha fra l'altro il merito di rendere gradevolmente accessibile la lettura anche a chi non sia specificamente addetto ai lavori e voglia conoscere aspetti significativi, spesso curiosi, sempre interessanti del passato ferrarese. Per quanto invece riguarda gli studiosi e i professionisti della ricerca, accanto all'edizione integrale dei documenti di maggiore rilevanza, relativamente agli altri testi troveranno tutto quanto è essenziale per un loro corretto utilizzo, insieme ai riferimenti che facilitano ogni ulteriore approfondimento. Con questo impianto il volume si affianca a molte altre opere di Adriano Franceschini, impegnate a fornire materiali sicuri e utili, nella convinzione che il primo fondamentale passo per la conoscenza del passato sia il recupero dei segni che i secoli hanno potuto lasciarci senza che fossero distrutti dal tempo e dall'incuria degli uomini. A testimoniare il valore dei risultati ottenuti
stanno del resto le pagine di apertura di Michele Luzzati e Adriano Prosperi, due dei più reputati storici del periodo e della materia, che accompagnano quelle di Paolo Ravenna che ha seguito e sostenuto in modo determinante il lungo operare di Franceschini e la nascita del volume: opera che si inserisce come nuovo degnissimo elemento nel ricco quadro della grande civiltà ferrarese e della sua vicenda culturale. Ed è una vicenda che, peraltro, sembra continuamente rinnovarsi, tanto che il modo migliore per chiudere questi appunti sull'opera di Adriano Franceschini è probabilmente la segnalazione di una iniziativa di altro genere, ma in fondo straordinariamente connessa e vicina: l'effettivo avvio in Ferrara del Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah. Singolare coincidenza è quella che vede affiancate l'uscita del volume con le testimonianze sulla presenza ebraica a Ferrara e la partenza finalmente concreta del Museo. Una volta di più la città, la presenza ebraica e la vitalità culturale che i suoi uomini migliori sanno esprimere si ritrovano in un intreccio che onora non soltanto Ferrara, ma l'intero paese.