Sentimento di una città

Scritto da  Roberto Pazzi

 

Ferrara ricoperta da una candida coltre di neve.La Ferrara di oggi nelle mie recenti liriche.

 

"Ferrara alta", da Talismani (Marietti 2003), è una poesia che coglie il lato metafisico di Ferrara, in occasione di una nevicata che strania le forme della città estense. La città, nell'intimistico silenzio creato dalla neve, viene  vissuta come una sola grande casa, fatta di tante stanze, quante le nostre abitazioni. Può accadere allora che aggirandosi nelle sue vie ci si senta sempre e soltanto ancora all'interno di casa nostra.



In "Dove la storia non passa", sempre da Talismani, la stazione ferroviaria è il soggetto. Vissuta come luogo delle partenze del sogno, delle utopie, oggi nella maturità convertite in accettazione della realtà. Uno dei luoghi meno aurati e mitici, più nudi di simboli e metafore, la sala d'attesa della stazione, diventa allora il luogo simbolico per eccellenza della rinuncia a costruire nell'altrove la nostra esistenza.

"Vecchi e nuovi specchi" è un testo inedito del 2003. Ancora la stazione ferroviaria di Ferrara, vissuta però come luogo della ripetitività di chi va e ritorna, fedele al "tiepido nido" di bassaniana memoria, ma anche come luogo evocativo del sogno di partire senza fare più ritorno. La stazione come punto di tangenza della città col mondo. Il senso di un'attesa costante che non si compie mai di cui è metafora l'attesa di un treno.

"Nevicata sulla pianura padana" è un altro testo inedito del 2004. Ancora la neve, ma non sulla città, sulla pianura immediatamente circostante. La poesia è una riflessione sulla memoria e sulla sua invisibile forza nascosta nel nostro presente, tutta ispirata dal paesaggio ferrarese invernale ricoperto dalla neve, che nasconde la terra. La forza della memoria, che ci fa proiettare nel futuro, è là, sotto la neve, in quel paesaggio dove è scritta la nostra storia collettiva. Il sentimento di appartenenza a questa terra dall'orizzonte infinito.

"Ritorno al mare", testo inedito del 2004, è il ricordo della mitica, favolosa vacanza al mare dell'infanzia, riletto nel ripercorrere il viale della stazione. Le pietre, le vie, le piazze trascolorano nel nostro inconscio e se vogliamo capire chi siamo oggi, se vogliamo afferrare il senso del nostro presente, non dobbiamo stancarci mai di rileggerle.

FERRARA ALTA

La morsa dell'inverno
stringe i corpi ad amarsi,
affatica i passi,
inganna anche gli anni vecchi,
in vista d'uno nuovo
li convince a riposarsi.
Sognavo da ragazzo
le vie d'una città
dove sentire solo
gli orologi battere il tempo
vere stanze d'una casa.
La stazione di Ferrara.Oggi è la mia questa Ferrara
che scivola in silenzio
sui banchi di neve
delle finestre, ai piani alti della città volante.


DOVE LA STORIA NON PASSA

Santità del nulla
è una stazione di provincia
con un treno in corsa
che non si ferma ma lacera
col suo fischio l'aria della città
e le promette di svegliarla,
e rialzarla e portarla lontano con sé,
dove nessuno sa,
nemmeno chi guida il treno.
In una stazione come la mia,
morì Tolstoij, ad Astapovo,
in preda allo stesso impulso
di svegliarsi e partire
non si sa per dove.
Era la morte il risveglio.
Oh gioia delle mie partenze!
tutte sommate nella grande
partenza che m'aspetta
in questa sala d'attesa
a Ferrara,
in un pomeriggio senza festa.
Dove la storia non passa
nasce dal nulla
la santità di non attendere più.
Ferrara, 11 aprile 2003

 

Neve su Ferrara.NEVICATA SULLA PIANURA PADANA

Sotto la terra bianca come il cielo
c'è il mio pane della gratitudine
per la via percorsa, per i temuti pericoli,
le paure e le lunghe attese che svanirono
consumate tutte a poco a poco,
le carte del mazzo tenute nelle mani,
ormai già tutte in ordine sul tavolo,una mano già nuda.
Quel paesaggio sono io,
assaporo la panoramica dall'alto
di me così piccolo diventato grande,
restano solo poche stazioni,
posso guardarmi attorno con calma,
perdere tempo, ne ho vissuto tanto,
a ripensare tutto quel bianco
che oggi mi abbacina gli occhi :
il mondo con la mia vita dentro
mi aspettava a occhi chiusi.
E chiudendoli così s'assapora
d'un nuovo amore il bacio,
da una bocca bella e tremante.
Ferrara, 27 gennaio 2004


VECCHI E NUOVI SPECCHI

Specchi dove non mi stanco
di guardarmi sono
le stazioni di provincia,
i vagoni di seconda classe,
i vecchi che trascinano sporte a rotelle,
i depositi di biciclette incatenate a pali,
la gente che aspetta in coda un autobus
e intanto scruta lontano
e non vede nessuno arrivare.
Una stradina caratteristica della campagna ferrarese.Ma a volte mi sorprendo a guardarmi
in specchi diversi e più antichi
quando rileggo un verso
che mi folgorava trent'anni fa,
"Felicità raggiunta si cammina
per te sul fil di lama"?
Ecco, a cinquantasette anni
la vecchia voglia d'incanto mi riprende
di chiamare e dirteli quei versi
che mi fanno ancora tremare,
ma sarebbe lo stesso errore
anche con te,
non aver ancora imparato
che fugge la gioia dal tuo nome
e non si cattura la tua ombra.
Ferrara, 24 dicembre 2003

RITORNO AL MARE

Il tuo tempo è diventato
il va e vieni del prigioniero nella cella,
l'attesa del pendolare
che ogni giorno spia la fuga
nell'orologio grande
allo stesso marciapiede.
Ritorna sui numeri dei binari
un'antica matematica di arrivi e partenze,
è ancora un gioco
contare i minuti e le coincidenze,
da bambino sempre sognavi di fuggire
da Ferrara per tornare al mare.
Era la via della felicità
il viale della stazione.
Nato sull'acqua
oggi ti parrebbe di tornare laggiù
ma non sai se i ritardi
siano fame di arrivare
o paura di scoprire
che tutto quell'azzurro è evaporato
e il mare non c'è più.
Ferrara, 18 febbraio 2004