Boldini: opere su carta

Scritto da  Andrea Buzzoni

Giovanni Boldini, Paesaggio con alberi spogli, acquerello su carta, circa 1919, cm. 40 x 40, Ferrara, Museo Boldini.Ferrara Arte e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara dedicano una mostra e un catalogo a Giovanni Boldini.

Una mostra a Palazzo dei Diamanti e una catalogazione completa. Sono trascorsi sessantadue anni da quando Cesare Brandi allestì, nelle Sale Benvenuto Tisi da Garofalo a Palazzo dei Diamanti, il primo nucleo del Museo Giovanni Boldini, facendo proprio il criterio museografico che già nel 1931 Giuseppe Agnelli aveva suggerito al Podestà di Ferrara, Renzo Ravenna, artefice dell'accordo con Emilia Cardona Boldini che rese possibile la nascita del museo e, con essa, la realizzazione - sia pur soltanto parziale - di un progetto coltivato dall'artista stesso a partire dal 1922: «Adattarlo» aveva scritto Agnelli a Ravenna, «a studio di pittore servendosi anche di mobili di Boldini».

 


Quarant'anni più tardi, con altrettanta lungimiranza, il Comune e l'Amministrazione Provinciale di Ferrara trattarono e conclusero con Emilia Cardona l'acquisto di un'altra parte della collezione, arricchendo notevolmente il nucleo originario del museo e facendone la maggiore concentrazione di opere del maestro: circa 1700 tra olii, acquerelli, pastelli, disegni, schizzi, incisioni ed effetti personali dell'artista. Mai, tuttavia, durante la vita pluridecennale del museo, quei materiali preziosi sono stati catalogati e fotografati per intero, né si è pubblicato un catalogo generale della raccolta.


Giovanni Boldini, Chiesa e gondole a Venezia, matita grassa su cartoncino, circa 1905-1910, Ferrara, Museo Boldini.Oggi, grazie all'impegno congiunto di Ferrara Arte - e quindi del Comune e dell'Amministrazione Provinciale - e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, quella lacuna sta per essere colmata. In virtù del catalogo, che sarà dato alle stampe in autunno, non solo si conoscerà l'entità esatta del fondo di materiali boldiniani custoditi in Palazzo Massari - nuova sede del museo a partire dalla metà degli anni Settanta, allestita secondo un criterio museografico differente, quello della "casa-museo" - ma si offrirà anche agli studiosi e al pubblico uno strumento per meglio conoscerlo, e si contribuirà a valorizzarlo come solo il più accreditato ambasciatore di un museo - il suo catalogo - può fare.

 

Ad accompagnare questo evento importante della vita del museo sarà una mostra di opere su carta del maestro, tratte dalla raccolta di Palazzo Massari e in gran parte pochissimo note, quando non addirittura inedite, che aprirà i battenti al pubblico, a Palazzo dei Diamanti, il 26 ottobre prossimo.


Notturno a Montmartre, circa 1892-1895, olio su tela e acquerello su carta, Ferrara, Museo Boldini.Gli spazi disponibili in Palazzo Massari, e anche ragioni di conservazione che non consentono di esporre permanentemente acquerelli, schizzi e disegni, fanno sì che molte delle opere su carta di Boldini ospitate dal museo siano pressoché sconosciute al pubblico e l'occasione data dalla pubblicazione del catalogo generale - nel quale ogni opera apparirà fotografata e schedata - è parsa opportuna per far conoscere, sia pure attraverso una scelta, questa parte importante e di gran pregio del lavoro dell'artista: un Boldini "segreto" del quale sarà possibile apprezzare doti di incisore sorprendentemente abile, di acquerellista sensibile e delicato (lui, a volte così "carico" e "violento" nell'uso del colore e del pennello) e, infine, di disegnatore incredibilmente libero e moderno, essenziale, sicuro, e in molti casi di un'incisività e di una profondità davvero impressionanti.

 

Opere su carta, dunque, ma dotate di una loro piena autonomia espressiva e di grande qualità, anche quando si tratta di studi preparatori per i dipinti, che dimostrano, oltretutto, un modo di accostarsi di Boldini alla tela più meditato e colto di quanto possa apparire a prima vista. Studi preparatori che, in qualche caso, saranno esposti alla mostra di Palazzo dei Diamanti assieme agli olii che servirono a preparare - dipinti famosi come Il giovane Subercaseuse, per esempio, o Notturno a Montmartre -, così da mostrare l'intero corso del processo creativo boldiniano: dalla prima idea, abbozzata a matita su un foglio qualsiasi con la straordinaria rapidità di gesto che contraddistingue Boldini, alla tela, all'opera finita che, nei casi meglio risolti e più felici, non ha perso nulla in freschezza e spontaneità.


Notturno a Montmartre, circa 1892-1895, olio su tela e acquerello su carta, Ferrara, Museo Boldini.Ciò che risulterà anche da questa mostra è come, accanto al Boldini ritrattista principe della Belle Epoque, esista anche un altro Boldini: quello delle vedute di città, dei paesaggi di campagna, delle marine, delle nature morte e delle bellissime scene di interno ambientate spesso nel suo atelier. Un autore più ricco e complesso di quanto ancora oggi molti credano, che grazie al suo straordinario talento naturale non si è limitato soltanto a inventare una "sigla", un linguaggio pittorico personale e di grande successo, ma che ha partecipato di un mondo e l'ha raccontato.

 

Un mondo che, nel breve volgere di un secolo, si è allontanato da noi anni luce, insieme ai suoi valori: a cominciare dalla sconfinata fiducia che lo animava nelle "magnifiche sorti e progressive" dell'umanità, spazzata via d'un colpo, drammaticamente, dall'impatto con gli orrori della prima guerra mondiale. Un mondo che meriterebbe tuttavia di essere studiato e reinterpretato nel suo insieme, prescindendo dai pregiudizi ideologici che, in questo secolo, ne hanno sancito la condanna.

 

E chissà che di una simile rilettura non possa farsi promotrice, un giorno, proprio Ferrara, magari attraverso una mostra e un catalogo che, incredibilmente, nemmeno Parigi - culla della Belle Epoque - finora ha potuto o voluto allestire. Sarebbe un contributo di primissimo piano agli studi, oltre che un evento di straordinaria attrattiva. E anche un modo per comprendere più a fondo l'arte di Giovanni Boldini.