Le imprese e la Cassa di Risparmio

Scritto da  Paolo Sani

Un nuovo progetto per essere più vicini al mondo dell'impresa, per lo sviluppo del territorio.

Capita spesso, quando si fa visita a un cliente o si partecipa a una riunione di imprenditori, di sentirsi porre la fatidica domanda: ma la Cassa cosa fa per l'impresa? Con quali strumenti ci viene incontro? Capisce i nostri problemi?
Le risposte sono molteplici, ma, come sempre, in banca sono i fatti, i numeri che devono parlare.

Se esaminiamo i dati relativi al bilancio 2000, vediamo che la Cassa ha erogato finanziamenti per circa 2.900 miliardi: al netto dei pronti contro termine, circa il 77% è destinato alle imprese.

 


Ma se guardiamo lo sviluppo di questi ultimi anni, notiamo una crescita veramente cospicua. Nel 1994, primo bilancio dopo la fusione con la BCA, gli impieghi ammontavano a poco più di 1.068 miliardi.
Questi finanziamenti sono stati erogati sotto le più svariate e sofisticate forme tecniche, dal normale scoperto di conto, alle anticipazioni commerciali, alle operazioni a lungo termine, ai finanziamenti agevolati su specifiche disposizioni di legge.

Avere sempre compreso le esigenze delle imprese e aver risposto alle loro aspettative oggi non è più sufficiente. Per questo abbiamo messo in cantiere un nuovo e più dinamico progetto, articolato su due fronti: la haus bank e la merchant bank.
Per meglio capire la questione sin dall'origine, ritengo utile una breve premessa.
Il problema dei rapporti fra banca e industria è sempre stato di grande importanza e interesse, nella produzione legislativa dei vari paesi, con visioni sovente divergenti.

In Italia, la crisi del 1929 spinge a una marcata separatezza fra mondo bancario e imprenditoriale, sancita dalla legge bancaria del 1936-1938, che tendeva a impedire che le banche italiane ripetessero l'esperienza del 1929, rimanendo coinvolte nella gestione delle imprese, limitando fortemente la possibilità di assumere partecipazioni in aziende non finanziarie.
Il principio della separatezza fra banca e impresa, seppure stemperato, vige tuttora nel nostro e in altri paesi, come gli USA e l'Inghilterra, mentre in Germania e Giappone la normativa è opposta.

Bisogna comunque attendere gli anni Ottanta perché, dalla relazione del Governatore della Banca d'Italia del 1983 prima e dalla delibera del CICR del 1987 poi, in Italia si cominci a parlare di merchant bank, cioè di quella particolare banca d'affari che ha come oggetto l'acquisizione di pacchetti azionari di minoranza in imprese, con lo scopo di fornire i mezzi finanziari necessari e di portare in Borsa l'azienda, cedendo quindi la partecipazione e realizzando una plusvalenza.
Il modello di haus bank, di origine tedesca, è abbastanza simile: acquisizione di un pacchetto di minoranza, fornitura dei mezzi finanziari necessari al funzionamento aziendale, ma - ed è qui la sostanziale differenza con la merchant - legame solido e duraturo nel tempo, limitando la proliferazione di relazioni bancarie e premiando invece il rapporto fiduciario dell'azienda con la "banca di casa".

Quest'ultima s'impegna a fornire una pluralità di servizi non solo finanziari, ma anche una qualificata consulenza in tema giuridico e fiscale e ad accompagnare l'azienda nei progetti di espansione sul mercato, fornendola della necessaria solidità patrimoniale.
La nostra Cassa ha, quindi, avviato questi due progetti per meglio rispondere alle esigenze imprenditoriali. Una società di consulenza sta esaminando il progetto industriale della costituenda merchant, che vedrà affiancarsi a noi altre importanti Casse. Vi sono già contatti anche con un partner internazionale che potrà fornire esperienze e competenze per un disegno di tale portata.

Lo scopo della merchant sarà di fornire tutti i supporti necessari alle aziende (finanziari, legali, societari, fiscali eccetera) che intendono crescere per approdare alla Borsa e misurarsi in modo ancora più incisivo con il mercato.
L'haus bank risponde a esigenze diverse e il primo investimento è già stato deliberato: un intervento di non elevato impatto economico, ma significativo sotto il piano dell'immagine. Nell'iniziativa sono, infatti, presenti, oltre all'imprenditore, anche l'Università degli Studi di Ferrara, che sta fornendo tecnologia alle imprese attraverso gli spin-off.

Questo progetto dimostra come l'Università stia interpretando in modo moderno il ruolo di fornitore di servizi, e come la nostra Banca intenda continuare ad affiancarsi a Università e imprenditoria per realizzare le migliori sinergie.
Con questa iniziativa la Cassa si propone come partner serio, duraturo, affidabile agli imprenditori che intendono allargare la compagine sociale a una  "banca di casa" che offra anche servizi di supporto e consulenza, creando un rapporto stretto e preferenziale rispetto alle altre banche.

L'imprenditore interessato a cedere una quota della propria attività (non più del 15%), presenta un business plan triennale in cui indica i potenziali sviluppi dell'azienda e le necessità economiche per finanziare i nuovi investimenti, mediante ricorso sia al credito sia alla partecipazione al capitale di rischio.
La Cassa effettua una valutazione dell'azienda e realizza un complesso di attività di controllo formale e sostanziale per approfondire la conoscenza dell'azienda, prima di procedere alla stesura degli accordi commerciali con l'imprenditore.

I vantaggi sono molteplici e reciproci.
L'imprenditore acquisisce una banca come socio, aumentando la sua credibilità e importanza sul mercato e nei confronti dei fornitori. La certificazione del bilancio da parte di società specializzate è un ulteriore segnale di qualità dell'azienda.
La Cassa, con un rappresentante nel Consiglio di Amministrazione e nel Collegio sindacale, può meglio seguire l'andamento aziendale, non intervenendo nella gestione diretta, che continua a fare capo all'imprenditore, ma offrendo un contributo complessivo in tema di problematiche finanziarie e fiscali.
Questa migliore conoscenza dell'andamento dell'impresa consente alla Banca di concedere crediti adeguati, eliminando altri rapporti bancari e rafforzando i legami, perché il concetto di "banca di casa" possa realizzarsi compiutamente.